U S M F L P u bblicazion i della Facoltà di Lettere e Filosofia La ...

162 CAPITOLO 4
lezione più moderna che appunto all'imitazione mostrava di preferire la
via della conoscenza delle regole dell'arte.
Non solo utile ma quasi necessario stimo, l'uno e l'altro congiungendo, l'imita­
zione a l'arte accompagnare; cioè, imitar solamente quelle cose che la ragione de­
gne di imitazione esser ci dimostra, e qual sia l'oro, e qual l'argento, e qual il
rame de' poeti co '1 parangone dell'arte discernere e distinguere. Ma come questo
si faccia, cioè con qual considerazione si debbano leggere i poeti, mi sforzerò io
col presente mio discorso in qualche parte dimostrare, e le cose dette da lui a
i precetti de' retori, ed i precetti de' retori a le loro cagioni riducendo (p. 116).
Non è un caso, pertanto, che il Tasso dedichi all'incirca quattro quinti
dell'intera Lezione a discutere problemi teorici e in particolare a verifi-
care l'adeguatezza del modello ai principi dell'arte, o com'egli dice a
« investigare se tutte queste condicioni [quelle relative allo stile magni­
fico così come sono definite e codificate dai teorici] nel sonetto si tro­
vino » (p. 118). Ne consegue che dalla prima parte, la più ampia, della
Lezione si può evincere una sorta di teoria dello stile magnifico (o gran­
de o sublime) condotta con metodo parzialmente dissimile da quello del­
lo pseudo-Demetrio, fonte principale del Tasso, ma solo perché la trat­
tazione non può prescindere, accanto alle citazioni autorevoli di altri
scrittori, da quella dell'oggetto formalmente prioritario d'indagine, il
sonetto dellacasiano, assunto — si intende — in quanto esemplare di
stile magnifico integralmente realizzato secondo le regole dell'arte. La
Lezione e i Discorsi dell'arte poetica, pur nel diverso grado di sistema­
ticità, insomma, vanno visti in stretto parallelo, e non solo per questio­
ni di ordine cronologico, ma per l'impianto stesso dei due testi, che, pur
nelle differenze, rivela le medesime esigenze di fondo 7 .
Nell'affrontare il problema dello stile magnifico, dunque, il Tasso
enuncia esplicitamente l'equivalenza delle categorie del magnifico pseu-
do-demetriano, del grande ermogeniano, del sublime ciceroniano. I tre
retori son presi evidentemente come ' campioni ' di tre diverse parti­
zioni del dominio stilistico: in particolare Cicerone, anche se poi ver­
ranno utilizzati anche Quintiliano e Dionigi d'Alicarnasso, è preso esem­
plarmente come il più autorevole espositore della teoria tripartita dello
stile (lo pseudo-Demetrio ed Ermogene non contavano contendenti per
la quadripartizione e la pluripartizione dello stile). Dopo aver sinteti­
camente ricordato l'impianto delle diverse teorie il Tasso così prosegue:
7 Ben diversa sarà la struttura, ad esempio, delle poco successive Considera­
zioni al Pigna.