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Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte

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Il progetto che proponeva Botta prevedeva una riorganizzazione dell’<strong>istruzione</strong> <strong>tecnica</strong><br />

complessiva, che partiva dalla conv<strong>in</strong>zione che le Università, seppur <strong>in</strong>dispensabili per il<br />

viver civile, gli <strong>in</strong>teressi e i bisogni del pubblico, dovessero essere affiancate da istituzioni<br />

altrettanto importanti, ossia da scuole politecniche. Il paragone era fatto con Vienna e<br />

Parigi, si osservava che simili scuole mancavano “<strong>in</strong> senso assoluto” nel Regno di<br />

Sardegna. 347 Egli ammetteva che <strong>in</strong> Italia esistevano già scuole per l’<strong>istruzione</strong> <strong>tecnica</strong>, ma<br />

erano <strong>in</strong>sufficienti “alla natura dei tempi”, 348 non erano di livello universitario ed erano<br />

mancanti di un’organizzazione centrale e razionale, che potesse garantire un concreto<br />

beneficio allo Stato.<br />

Gli autori fecero riferimento esplicito alle Scuole di Meccanica e Chimica applicate alle<br />

arti 349 , che consideravano solo un “una promessa o piuttosto come un <strong>in</strong>dizio di più grande<br />

stabilimento”. La critica era <strong>in</strong>centrata sulla mancanza di un vero e proprio Istituto<br />

centrale, dist<strong>in</strong>to <strong>in</strong> diverse facoltà (arte agraria, forestale, arti tecniche, commerciali,<br />

<strong>in</strong>dustriali, belle arti, arte militare, il genio e la mar<strong>in</strong>a), che potesse coord<strong>in</strong>are e dirigere<br />

eventuali altre facoltà tecniche <strong>in</strong> altre città dello Stato, e che affiancasse l’attività<br />

dell’Università scientifica 350 .<br />

Gli studi di Parola e Botta furono presentati nei primi del 1851 al M<strong>in</strong>istro della<br />

Pubblica Istruzione, Pietro Gioia 351 (dal novembre 1850 all’ottobre1851) e discussi<br />

all’<strong>in</strong>terno della Società. F<strong>in</strong>almente le proposte di riforma e l’istituzione di una Scuola<br />

poli<strong>tecnica</strong>, avevano preso forma compiuta; essa, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva, era equivalente alla Scuola<br />

di applicazione ideata da Giulio, doveva essere posta a pari livello dell’Università, elevare<br />

il sapere scientifico italiano, e dare allo stesso tempo maggior dignità alle professioni<br />

tecniche.<br />

La proposta era molto ampia e ambiziosa, ed è esemplare della “rivoluzione mentale”<br />

che stava dilagando nella nuova classe dirigente, sempre più propensa alla<br />

modernizzazione e al confronto con i modelli stranieri. Nelle prossime sezioni vedremo<br />

come questo progetto fu portato avanti da Giulio, con la creazione dell’Istituto tecnico, e<br />

347<br />

L.Parola, V.Botta, Del pubblico …, L. III, C. XIII, “Scuola poli<strong>tecnica</strong> di Vienna”, nota al P. 1, Tor<strong>in</strong>o,<br />

1851; cit., p. 968.<br />

348<br />

L.Parola, V.Botta, Del pubblico …, L. III, Sez. “Conclusione”, P. 1, Tor<strong>in</strong>o, 1851; cit., p. 984.<br />

349<br />

Ibidem.<br />

350<br />

L.Parola, V.Botta, Del pubblico …, L. III, Sez. “Conclusione”, P. 20, art. 5, Tor<strong>in</strong>o, 1851; cit., p. 995.<br />

351<br />

Pietro Gioia (1795-1865), laureato <strong>in</strong> giurisprudenza all’Università di Parma, si occupò per tutta la vita di<br />

politica; le sue posizioni erano fermamente liberali <strong>in</strong> materia di rapporti fra Stato e Chiesa. Si dedicò anche a<br />

opere filantropiche, <strong>in</strong> particolare riguardo agli asili d’<strong>in</strong>fanzia.<br />

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