Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte
Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte
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nell’ottenere impieghi governativi; nei concorsi per tali professioni, fortemente voluti<br />
dall’<strong>in</strong>gegnere, tali studenti potevano primeggiare facilmente, potendo così ottenere<br />
<strong>in</strong>carichi prestigiosi, senza preoccuparsi delle raccomandazioni di altri studenti meno<br />
preparati. Questo criterio meritocratico, come spiegava Sella, s’ispirava al modello<br />
francese.<br />
Chi non è <strong>in</strong>vaso dal sacro fuoco della scienza non studia da noi che per esser<br />
promosso all’esame: colà studia <strong>in</strong>vece perché dalla sua operosità dipende il<br />
percorrere una bella carriera, o l’essere dannato ad una mesch<strong>in</strong>a 433 .<br />
Sella, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, fece anche attenzione a specificare l’importanza di istituire un’unica<br />
Scuola di applicazione nel Regno, per ciascun tipo di specializzazione <strong>in</strong>gegneristica (dei<br />
ponti e delle strade, navali, m<strong>in</strong>eralogici, …), <strong>in</strong> modo che gli allievi fossero giudicati <strong>in</strong><br />
modo equo, altrimenti, egli spiegò, “farebbero a chi dà maggiori punti agli allievi”. 434<br />
Come abbiamo visto, l’idea di un centro direttivo per tutti gli altri istituti del Paese era<br />
sostenuta anche dalla Società d’Istruzione e di Educazione.<br />
Si osserva, dunque, come Sella avesse un’idea precisa di come dovesse essere<br />
strutturato l’<strong>in</strong>segnamento tecnico, e di come fosse sostenuto da molti suoi contemporanei;<br />
nel Regolamento Mamiani, approvato con R. Decreto del 19 settembre 1860, si vedeva<br />
come molte delle sue idee avevano preso forma compiuta, e contribuirono a dare sempre<br />
maggior def<strong>in</strong>izione all’iter scolastico e alla figura professionale dell’<strong>in</strong>gegnere.<br />
Il regolamento attuativo della legge Casati del 1861 fece passare gli Istituti Tecnici sotto<br />
la dipendenza del M<strong>in</strong>istero dell’Agricoltura, l’Industria e il Commercio, 435 accorpandoli,<br />
dunque, alle scuole di operai, alle scuole speciali di agricoltura, <strong>in</strong>dustria e commercio, e<br />
ad altre scuole. 436 Questa <strong>in</strong>iziativa ebbe subito diversi oppositori, come Michele Copp<strong>in</strong>o,<br />
sostenitore del disegno orig<strong>in</strong>ario casatiano; mentre Francesco De Sanctis e Qu<strong>in</strong>t<strong>in</strong>o Sella<br />
erano favorevoli a tale accorpamento con le scuole di arti e mestieri. Sella, <strong>in</strong> particolare,<br />
vedeva gli Istituti come abilitanti a esercitare particolari professioni <strong>in</strong> svariati rami<br />
dell’<strong>in</strong>dustria e dell’artigianato; dunque, dovevano essere di “pert<strong>in</strong>enza naturale del<br />
433<br />
C. G. Lacaita, Un <strong>in</strong>edito di…, 1990, pp. 118-139; cit., p. 134.<br />
434<br />
Ibidem.<br />
435<br />
Regio decreto, 28.11.1861. L’<strong>in</strong>iziativa fu fortemente criticata, e <strong>in</strong> effetti, portò a una netta divisione tra<br />
le scuole e gli istituti tecnici che si consolidò negli anni con effetti deleteri (quarant’anni dopo ciò fu<br />
sottol<strong>in</strong>eato dalla Commissione Reale istituita dal m<strong>in</strong>istro della Pubblica Istruzione, Leonardo Bianchi nel<br />
1905).<br />
436<br />
Regio decreto, 28.11.1861.<br />
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