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Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte

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al mondo fisico. […] fra gl’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>iti sistemi e leggi di forze che la Meccanica<br />

Razionale f<strong>in</strong>ge e compone ad arbitrio, basterà allora trasceglier quelle che abbiam<br />

trovato aver luogo <strong>in</strong> natura, e per tal via gli astratti dogmi della Scienza con sicuro<br />

successo s’applicheranno alla pratica. 85<br />

L’opera è apertamente rivolta agli Ingegneri, che avrebbero potuto trarre beneficio dalle<br />

applicazioni pratiche contenute nel trattato, con un’attenzione specifica alla parte<br />

riguardante le macch<strong>in</strong>e:<br />

riord<strong>in</strong>andosi la parte teorica si è voluto del pari avvantaggiare la parte pratica con<br />

l’aggiunta di molti <strong>in</strong>segnamenti utili agl’Ingegneri, particolarmente nel trattato<br />

delle macch<strong>in</strong>e. 86<br />

La volontà dell’autore era di scrivere un testo <strong>in</strong> grado di fornire le basi ai giovani<br />

allievi per affrontare, eventualmente, lo studio di letture delle Meccaniche sublimi di<br />

Lagrange e Laplace, e così “poggiare alle più alte cime della scienza” 87 . Nonostante i<br />

buoni propositi, il testo non era accessibile a tutti a causa della sua eccessiva concisione.<br />

Nel confronto dell’<strong>in</strong>dice dell’opera con quello del corso di Giulio (si veda l’Appendice<br />

A.2) si osserva una forte corrispondenza non solo dei contenuti, ma anche della<br />

sequenzialità degli argomenti 88 . L’unica differenza, forse dovuta a motivi di tempo, fu che<br />

Giulio <strong>in</strong>serì nel corso solo dei cenni del Pr<strong>in</strong>cipio delle velocità virtuali nell’ultima parte<br />

del corso, relativa alle macch<strong>in</strong>e, mentre saltò i libri III e IV (Delle forze moventi e<br />

resistenti e Dell’equilibrio delle fabbriche), troppo applicativi per un corso universitario.<br />

Nella biblioteca personale di Giulio vi erano però anche molti dei testi al tempo<br />

utilizzati all’École Polytechnique, redatti da scienziati e professori di alto livello. Primo fra<br />

tutti il Traité des mécanique, (prima edizione 1811, seconda del 1833, Parigi; entrambe<br />

possedute da Giulio) di D. Poisson 89 , considerato all’epoca di Giulio il più completo,<br />

sistematico e adatto all’<strong>in</strong>segnamento; tanto che nel corso di Meccanica all’École le lezioni<br />

seguivano l’ord<strong>in</strong>e del testo. Nell’<strong>in</strong>troduzione della prima edizione si legge:<br />

85 G. Venturoli, Elementi…, 1817, pp. 2-3 della Prefazione.<br />

86 G. Venturoli, Elementi di …, 1817; cit. dalla sezione Agli studiosi, p.1.<br />

87 G. Venturoli, Elementi di …, 1817; cit., dalla sezione Agli studiosi, p. 2.<br />

88 A volte i titoli stessi quasi co<strong>in</strong>cidono, come l’ultimo della parte delle macch<strong>in</strong>e: <strong>in</strong> Giulio “Veri vantaggi<br />

delle macch<strong>in</strong>e”, e nel Venturoli “De’ veri vantaggi delle Macch<strong>in</strong>e”.<br />

89 Denis Poisson (1781-1840), entrò all’École Polytechnique di Parigi nel 1798, ne divenne poi docente<br />

grazie anche al sostegno di Laplace. Nel 1816 ebbe la cattedra di Meccanica alla Sorbonne.<br />

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