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Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte

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Nelle lezioni, Giulio, dopo aver dato le varie def<strong>in</strong>izioni e proprietà, corredate sempre di<br />

molti esempi, ne descrive le applicazioni tramite alcuni metodi utilizzati da diversi<br />

artigiani (per esempio taglialegna, giard<strong>in</strong>ieri e aratori, per tracciare l<strong>in</strong>ee rette usano la<br />

riga o le proprietà della luce). 237<br />

Un altro punto <strong>in</strong>teressante delle lezioni prelim<strong>in</strong>ari di Geometria è quello riguardante il<br />

parallelismo e la perpendicolarità. Una volta def<strong>in</strong>iti gli angoli e, qu<strong>in</strong>di, le rette<br />

perpendicolari, Giulio pone la seguente domanda:<br />

Due rette perpendicolari ad una terza comunque prolungate non s’<strong>in</strong>contrano;<br />

perché? Si dicono Parallele. Solchi dei campi. Aiuole de’ giard<strong>in</strong>i, viali di alberi. Vie<br />

di Tor<strong>in</strong>o. Pett<strong>in</strong>e da tessitore. […]<br />

Le perpendicolari comprese fra parallele sono tutte eguali fra loro, sono la misura<br />

della distanza delle due parallele, sono anche parallele fra loro (dimostrasi per<br />

ripiegamento). 238<br />

Sono, dunque, presenti proposizioni teoriche, spiegate non solo tramite esempi pratici,<br />

ma anche “dimostrate” <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tuitiva con l’uso di oggetti.<br />

Alla def<strong>in</strong>izione degli enti fondamentali, Giulio faceva seguire le lezioni <strong>in</strong>troduttive<br />

alla C<strong>in</strong>ematica: il concetto di tempo, di punto mobile, di velocità, def<strong>in</strong>izione di moto<br />

equabile (“o uniforme”, per cui fa l’esempio dell’acqua di un canale e delle macch<strong>in</strong>e nelle<br />

manifatture 239 ) ed equabilmente accelerato, il moto assoluto e relativo (esempio con treni<br />

e navi), 240 la rappresentazione del moto tramite l<strong>in</strong>ee curve e tabelle, la def<strong>in</strong>izione di curva<br />

concava, convessa, e di punto di flesso (tramite il movimento di un punto ancorato a un filo<br />

rettil<strong>in</strong>eo legato a un cuneo e il grafico del suo moto). 241<br />

Il passaggio dalla C<strong>in</strong>ematica alla D<strong>in</strong>amica, e qu<strong>in</strong>di alle parti più applicative della<br />

Meccanica, è realizzato con l’enunciato del Pr<strong>in</strong>cipio di causalità, con la def<strong>in</strong>izione di<br />

forza e delle diverse cause di moto. È <strong>in</strong>teressante la frase con cui esordisce nella prima<br />

lezione di D<strong>in</strong>amica, durante il corso dell’anno scolastico 1849-50.<br />

237<br />

BPT, AG, cont. 49, cam. 1, Lez. 3°, Mecc. Applic., 3.1.1846; p. 12.<br />

238<br />

BPT, AG, cont. 49, cam. 1, Lez. 4°, Mecc. Applic., 10.1.1846; p. 15.<br />

239<br />

BPT, AG, cont. 49, cam. 1, Delle varie specie di moto, rispetto alla velocità, Sunto della Lezione terza,<br />

ms., s.d.; p. 3v.<br />

240<br />

BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic., Lez. 13°, ms., 24.1.1850; p.1r.<br />

241<br />

BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic., Lez. 8°, ms., 7.1.1850; p.1r.<br />

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