Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte
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sufficienti. Le cause pr<strong>in</strong>cipali erano le scarse opportunità di avanzamento <strong>in</strong> carriera e le<br />
modeste retribuzioni; cosicché nel decennio 1862-71 solo il 14,1% dei laureati a Tor<strong>in</strong>o si<br />
dedicò all’<strong>in</strong>segnamento, e la percentuale si abbassò f<strong>in</strong>o al 6,3% nel decennio 1890-99. 464<br />
Nacque, dunque, l’esigenza di una mediazione da parte dei matematici e professori<br />
universitari, volta ad adattare gli <strong>in</strong>segnamenti universitari alle scuole di grado <strong>in</strong>feriore;<br />
responsabilità non più lasciata ai soli <strong>in</strong>segnanti. I programmi e le <strong>in</strong>dicazioni<br />
metodologiche proposti da Cremona nel decreto Copp<strong>in</strong>o (1867) mostrano come la<br />
matematica com<strong>in</strong>ciava a essere concepita, non più solo come mezzo d’<strong>in</strong>formazione, per<br />
impartire teorie da applicare ai bisogni della vita, ma come un mezzo di formazione delle<br />
capacità logiche e <strong>in</strong>tellettuali dei futuri cittad<strong>in</strong>i. In particolare, si specificò per il<br />
programma della V G<strong>in</strong>nasio e del primo biennio dei Licei, l’<strong>in</strong>troduzione del metodo<br />
ipotetico-deduttivo euclideo, riprist<strong>in</strong>ando gli Elementi di Euclide come manuale di<br />
geometria (seguendo l’esempio delle scuole <strong>in</strong>glesi). Inoltre, al f<strong>in</strong>e di creare un unico<br />
percorso didattico che dalla sezione fisico-matematica portasse alle Scuole di applicazione<br />
per gli <strong>in</strong>gegneri, nel 1871 nei programmi furono <strong>in</strong>trodotti <strong>in</strong>segnamenti di matematica<br />
più avanzata (come l’Algebra complementare, la Geometria proiettiva e le applicazioni, la<br />
Geometria descrittiva, …). 465<br />
La didattica <strong>in</strong>iziò il suo vero periodo di r<strong>in</strong>novamento, favorito anche dalle ricerche sui<br />
fondamenti della matematica e dal fiorire della manualistica. I maggiori matematici italiani<br />
dell’epoca pubblicarono manuali di alto livello (Enrico Betti, Francesco Brioschi, Achille<br />
Sannia, Enrico D’Ovidio, Aureliano Faifofer (1843-1909), Riccardo De Paolis (1854-<br />
1892), Giuseppe Veronese (1854-1917), Michele De Franchis (1875-1946), Federigo<br />
Enriques, Ugo Amaldi (1875-1957), …).<br />
Intanto, l’<strong>istruzione</strong> <strong>tecnica</strong> all’<strong>in</strong>izio degli anni Ottanta stava acquisendo un grande<br />
successo tra la popolazione: il numero degli studenti che frequentavano le Scuole Tecniche<br />
oltrepassò le 24.000 unità. 466<br />
464 Cfr. Ferraresi, La formazione degli <strong>in</strong>gegneri nella seconda metà dell’Ottocento. Per una ricerca sulla<br />
Scuola di applicazione e sul Museo <strong>in</strong>dustriale di Tor<strong>in</strong>o (1860-1906), “Nuova rivista storica”, LXVII, 1983;<br />
pp. 637-656, <strong>in</strong> particolare si fa riferimento alle pp. 652-653.<br />
465 Cfr. R. Scoth, I programmi di matematica per gli Istituti tecnici italiani del 1871: ricadute didattiche di<br />
un progetto avveniristico, Società italiana di Storia delle Matematiche, X Congresso, Brescia, 26.11.2010.<br />
466 Cfr. S. Soldani, L’<strong>istruzione</strong> <strong>tecnica</strong> nell’Italia liberale (1861-1900), “Studi Storici”, 22.1.1981, <strong>in</strong> G. Turi<br />
(a cura di), Fare gli italiani. Scuola e cultura nell’Italia contemporanea, Il Mul<strong>in</strong>o, Bologna, 1993; pp. 79-<br />
117; cit., p. 109.<br />
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