Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte
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Nonostante le critiche di alcuni suoi contemporanei, Giulio era conv<strong>in</strong>to che, con<br />
l’accortezza di spiegazioni chiare, di concetti appropriati e dell’uso del metodo didattico<br />
<strong>in</strong>duttivo, gli <strong>in</strong>segnamenti scientifici potessero essere compresi da ogni tipo d’<strong>in</strong>telligenza.<br />
L’attività di Giulio <strong>in</strong> questo campo si situa nella Tor<strong>in</strong>o degli anni Trenta e Quaranta,<br />
ancora popolata <strong>in</strong> vastissima parte da lavoratori poveri 205 , <strong>in</strong> una variegata stratificazione<br />
della miseria, che andava dal disoccupato all’<strong>in</strong>abile al lavoro per età o per malattia, ai<br />
numerosissimi mendicanti saltuari o di professione, alle circa 2000 prostitute, ai ladri<br />
occasionali o a tempo pieno, ai ciarlatani e venditori ambulati, vi erano poi i lavoratori <strong>in</strong><br />
bottega (facch<strong>in</strong>i, barcaioli, lustrascarpe, lavandaie, muratori, …), apprendisti, garzoni e<br />
molti operai di manifatture. In tutto il Regno, nella seconda metà degli anni Quaranta, la<br />
popolazione era afflitta da gravi problemi: una persona su dieci viveva di elemos<strong>in</strong>a, la<br />
durata media della vita era <strong>in</strong>torno ai trent’anni, vi erano pessime condizioni sanitarie,<br />
alimentazione scarsa, epidemie ricorrenti, un elevato tasso di mortalità <strong>in</strong>fantile e di nascite<br />
illegittime, orari di lavoro sfibranti (da 12 a 14 ore), ma anche un analfabetismo popolare<br />
elevato (il 32% dei maschi e il 49% delle femm<strong>in</strong>e non sapeva né leggere, né scrivere). In<br />
questo scenario si moltiplicano gli <strong>in</strong>terventi caritativi e assistenziali, pubblici e privati; <strong>in</strong><br />
breve la città divenne famosa come “Tor<strong>in</strong>o benefica” grazie alla sua fitta rete di luoghi di<br />
beneficenza. Ricordiamo, a tal proposito, il Regio Ospedale di Carità (1787, ospitava una<br />
sezione dedicata all’<strong>in</strong>segnamento ai sordomuti), la Piccola Casa della Div<strong>in</strong>a<br />
Provvidenza (1832 grazie a G.B. Cottolengo, per l’assistenza degli <strong>in</strong>fermi), il Pio<br />
Ricovero di Mendicità (istituito con lettere patenti nel 1840 per il problema dei mendicanti<br />
a Tor<strong>in</strong>o, nacque però già nel 1430 da un’ord<strong>in</strong>anza di Amedeo VII), il Monastero delle<br />
povere Orfane (eretto a Tor<strong>in</strong>o f<strong>in</strong> dal 1550), l’Opera pia del Rifugio (1822, fondata dalla<br />
marchesa Giulia Falletti di Barolo, per rifugio a donne uscite dal carcere), l’Opera pia del<br />
monastero del Rosario (detto anche Ritiro delle Sappell<strong>in</strong>e, istituito nel 1822, per<br />
l’educazione di bamb<strong>in</strong>e orfane o abbandonate), e molte altre ancora. In particolare, con<br />
l’<strong>in</strong>tento di un riscatto sociale delle classi più povere, e nell’ambito di un impegno<br />
pastorale di cristianizzazione della società, nascono scuole serali e festive, dette Scuole di<br />
arti e mestieri; come ad esempio quelle nate dall’attività dei salesiani, avviata nel 1853 da<br />
Don Bosco (1815-1888) per i ragazzi dell’oratorio di Valdocco, o il Collegio degli<br />
205 U. Levra, Da una modernizzazione passiva a una modernizzazione attiva, <strong>in</strong> U. Levra, Storia di Tor<strong>in</strong>o.<br />
VI. La città nel Risorgimento (1798-1864), Tor<strong>in</strong>o, E<strong>in</strong>audi, 2000; p. XCV.<br />
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