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Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte

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F<strong>in</strong>ora ci siamo occupati di Astrazioni. Veniamo adesso ai fatti. Abbiamo preparate<br />

le armi. Veniamo al combattere. 242<br />

Se nella prima parte del corso, più <strong>in</strong>troduttiva, Giulio non cita alcun autore di libri di<br />

testo, né <strong>in</strong>ventori e scienziati, <strong>in</strong> questa sezione fa riferimento a teorie, metodi e strumenti<br />

d’illustri personaggi. Tra gli scienziati italiani sono citati: Galileo Galilei, per<br />

l’isocronismo del pendolo, 243 di cui è riportato il racconto del lampadario nel Duomo di<br />

Pisa, e per il piano <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>ato; 244 e Nicolò Tartaglia per il moto di un proiettile, 245 di cui sono<br />

date alcune notizie biografiche.<br />

Si fa poi riferimento alla macch<strong>in</strong>a di George Atwood (1746-1807), per la verifica delle<br />

leggi di caduta dei gravi 246 , alla macch<strong>in</strong>a di Richard Arkwright (1732-1792), 247 alla<br />

macch<strong>in</strong>a a vapore di James Watt (1736-1819), 248 ai pendoli a compensazione di John<br />

Harrison (1693-1776) e dell’orologiaio George Graham (1673-1751), e al pendolo di ferro<br />

e piombo di Johann Friedrich Benzenberg (1777-1846). 249<br />

Negli appunti di Giulio troviamo diverse figure (negli appunti a fianco del testo, nel<br />

Sunti delle lezioni al fondo del volume, secondo l’usanza del tempo), specialmente nella<br />

parte di Geometria; non sono utilizzate formule (per esempio la formula per ricavare la<br />

velocità di un mobile è spiegata a parole), 250 né sono citati libri di testo. L’uso di esempi<br />

pratici e la raccolta di dati sperimentali abbondano durante tutte le lezioni.<br />

In questo senso il metodo didattico proposto dalla scuola si poteva def<strong>in</strong>ire di tipo<br />

<strong>in</strong>duttivo, 251 come Giulio stesso affermò nella Lezione per l’apertura della Scuole di<br />

Meccanica e di Chimica applicate alle arti (Tor<strong>in</strong>o, 1845). Partendo da oggetti materiali si<br />

242 BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic., Lez. 14°, ms., 28.5.1850; p.1r.<br />

243 BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Corso di Meccanica applicata alle arti, Lez. 37°, ms., 3.6.1850; p. 1r.<br />

244 BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic., Lez. 32°, ms., 6.5.1850; p.1r.<br />

245 BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic., Lez. 37°, ms., 3.6.1850; p. 2r. Giulio lo chiama Tartalea, e<br />

riporta alcuni dati biografici. Dalla data di morte 1557 e la provenienza bresciana, riconosciamo che si tratta<br />

proprio di Nicolò Tartaglia. Il nome Tartalea compare anche <strong>in</strong> un testo di balistica dello stesso Tartaglia:<br />

Inventione novamente trovata da Nicolo Tartalea bresciano: utilissima per ciascuno speculativo Matematico<br />

Bombardiero e altri <strong>in</strong>titolata Scientia nova divisa <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que libri: nel primo di quali se dimostra<br />

theoricamente la natura e effetti de corpi egualmente gravi <strong>in</strong> li dui contrarij moti che <strong>in</strong> essi posson<br />

accadere e de lor contrarij effetti [...], più conosciuto come Scientia nova (Venezia, 1537).<br />

246 BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic., Lez. 32°, ms., 6.5.1850; p.1r.<br />

247 BPT, AG, cont. 49, cam. 1, Lez. Mecc. Applic., ms., 1845, fogli sparsi.<br />

248 Ibidem.<br />

249 BPT, AG, cont. 49, cam. 2, Mecc. Applic. Lez. 38°, ms., 6.6.1850; p. 1r.<br />

250 BPT, AG, cont. 49, cam. 1, Delle varie specie di moto, rispetto alla velocità, Sunto della Lezione terza,<br />

ms., s.d.; p. 3r.<br />

251 BPT, AG, cont. 63, Lezione di C.I. Giulio per l’apertura delle Scuole di Meccanica e di Chimica<br />

applicate alle Arti, 15.12.1845 (due copie); p. 37.<br />

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