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Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte

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delle matematiche elementari, della fisica e della chimica, e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e gli allievi stranieri, i<br />

quali “sanno quel che sanno […]”. 177<br />

Pertanto, anche se usciti entrambi con esito positivo dagli esami, dalla corrispondenza<br />

di Sella e Giordano con i parenti o con lo stesso Giulio, emerge che ebbero non poche<br />

difficoltà ad adattarsi al livello richiesto. Sella, <strong>in</strong> una lettera a Giuseppe Venanzio del 3<br />

novembre 1848, racconta di come le assicurazioni di Giulio sulla buona riuscita del viaggio<br />

fossero <strong>in</strong>fondate.<br />

[…] quando penso a Giulio, cui dicendo io a Tor<strong>in</strong>o che non mi pareva essere noi<br />

preparati alla Scuola delle M<strong>in</strong>iere, tanto più rimpetto ai Politecnici di cui<br />

conoscevo <strong>in</strong> parte gli studi fatti, a Giulio che mi diceva gli studi dell’Università di<br />

Tor<strong>in</strong>o essere di gran lunga sufficienti a frequentare questi e altri corsi, e quando mi<br />

vedo qua condotto a penare per mettermi <strong>in</strong> stato di capire quello che si fa, e<br />

vegliare al lume di candela, non posso esprimerti quali sentimenti mi<br />

sorprendano. 178<br />

Sella ritiene, dunque, <strong>in</strong>sufficiente la formazione impartita <strong>in</strong> patria, specialmente se<br />

confrontata con quella degli allievi provenienti dall’École Polytechnique, e per quanto<br />

concerne la pratica <strong>in</strong> laboratorio, che i tor<strong>in</strong>esi sperimentarono per la prima volta. Inoltre,<br />

il carico di studio e la mole di lavori da compiere erano spesso troppo gravosi per gli<br />

studenti, i quali, di conseguenza, eseguivano i compiti con superficialità, “non colla<br />

precisione debita, e con più apparenza che fondo”. 179 Si aggiunge, <strong>in</strong>oltre, che i professori,<br />

pur essendo generalmente molto capaci, spiegavano molto velocemente, “che conviene per<br />

seguirli e prendere le note opportune, essere veri stenografi”. 180 A tale <strong>in</strong>conveniente si<br />

affiancava, seppur con m<strong>in</strong>or danno per gli studenti, la mancanza di un Consiglio<br />

superiore, posto a controllo dell’idoneità dei programmi; i corsi erano dunque affidati al<br />

talento dei professori.<br />

Nelle estati di ciascun anno gli allievi dovevano scegliere una dest<strong>in</strong>azione per viaggi di<br />

studio <strong>in</strong> altre zone d’Europa, i quali dovevano essere approvati dal governo sabaudo.<br />

Nell’estate del 1849, Giordano studiò approfonditamente uno stabilimento siderurgico nel<br />

dipartimento dello Yonne, a sud-est di Parigi, e seguì un corso di geologia del professor<br />

177 Ibidem.<br />

178 G. e M. Quazza, ES, vol. I, lettera di Sella al fratello Giuseppe Venenzio, Parigi, 3.11.1848; cit., p. 95.<br />

179 MNRIT, AG, cart. 44 e cart. 36, lettera di Sella e Giordano a Giulio, 8.6.1851, Parigi; cit., p. 1v.<br />

180 Ibidem.<br />

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