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Viaggi, esposizioni e istruzione tecnica in Piemonte

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Ricordiamo che anche le opere seguenti di Giulio, Della tassa del pane (Tor<strong>in</strong>o, 1847) e<br />

“La banca ed il Tesoro” (Tor<strong>in</strong>o, 1853), furono espressione della sua politica liberista e dei<br />

suoi studi precisi e particolareggiati <strong>in</strong> rami del sapere esterni e applicabili a quelli<br />

scientifici. Citiamo anche un curioso documento conservato nel Museo del Risorgimento di<br />

Tor<strong>in</strong>o: si tratta di un primo numero del “Diario domestico universal”, o come lui lo<br />

chiamava il “Giornale politico-economico-critico-enciclopedico”, un progetto di Giulio<br />

che non fu mai realizzato, che rivela l’importanza che l’autore dava alla scienza economica<br />

e ai problemi economici del Paese. Come spiegò anche nella Relazione sul 1° anno di<br />

corso nella R. Scuola di meccanica applicata alle arti (Tor<strong>in</strong>o, 1846), l’<strong>in</strong>eguaglianza è<br />

<strong>in</strong>sita nella natura della società, è necessaria per l’ord<strong>in</strong>e e la sua stessa esistenza, “tuttavia<br />

essa non deve essere tale da portare felicità ad alcuni <strong>in</strong>dividui a costo di sacrifici per<br />

altri; Giulio mirava al benessere <strong>in</strong>dividuale e collettivo ottenuto con il mettere <strong>in</strong> grado i<br />

s<strong>in</strong>goli di svolgere nel miglior modo le loro libere facoltà” 137 . Possiamo dire che questo<br />

pensiero è, <strong>in</strong> fondo, l’anima che ispirò il suo progetto di riforma degli studi tecnico-<br />

scientifici, che <strong>in</strong> seguito vedremo.<br />

In conclusione, il lavoro di Giulio per l’Esposizione del 1844 appare come un manifesto<br />

programmatico della sua politica liberista e dell’<strong>in</strong>dustrializzazione del <strong>Piemonte</strong>, la cui<br />

attuazione sembrava, <strong>in</strong>oltre, realizzabile concretamente. Un timido esempio fu<br />

l’Esposizione piemontese seguente, quella del 1850, l’ultima del periodo albert<strong>in</strong>o, che<br />

registrò un notevole mutamento d’<strong>in</strong>dirizzo. Seppur non mancassero le produzioni<br />

spettacolari e fantasiose create per l’occasione, dim<strong>in</strong>uì il settore artistico e aumentarono le<br />

produzioni di beni di qualità media e di larga diffusione. L’<strong>in</strong>teresse del pubblico e della<br />

giuria, allontanatosi dalle tradizionali sete e broccati, s’<strong>in</strong>dirizzò maggiormente verso<br />

padelle, chiodi, spilli, stufe, griglie, panch<strong>in</strong>e da giard<strong>in</strong>o, viti meccaniche e fiammiferi<br />

fosforici. Avvenne, dunque, <strong>in</strong> tale occasione la trasformazione delle Esposizioni da<br />

strumento di propaganda sabauda a mezzo di promozione economica.<br />

Negli anni successivi si accentuò la partecipazione degli abituali espositori tor<strong>in</strong>esi alle<br />

grandi Esposizioni <strong>in</strong>ternazionali, che proprio allora <strong>in</strong>iziavano la loro esplosione; <strong>in</strong><br />

particolare quelle di Londra (1851) e di Parigi (1855).<br />

La realizzazione dei progetti di Giulio fu resa possibile anche grazie alla condivisione<br />

delle sue idee da parte di molti illustri personaggi che caratterizzarono il Risorgimento<br />

137 Cfr. A. Gar<strong>in</strong>o-Can<strong>in</strong>a, Il pensiero politico-economico di Carlo Ignazio Giulio, R. Accademia delle<br />

scienze, Tor<strong>in</strong>o, 1935; p. 67.<br />

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