Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...
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stesso modo, nelle imprese commerciali solitamente il ruolo delle immobilizzazioni sul<br />
capitale investito è meno rilevante in virtù del fatto che in questa tipologia di imprese<br />
non sono necessari strutture e impianti di trasformazione e lavorazione.<br />
Esistono quindi delle profonde differenze strutturali tra i due campioni precedentemente<br />
definiti considerando l’intera filiera agroalimentare, visto che la fase della filiera<br />
più a valle (quella commerciale) assume un peso sensibilmente superiore nell’insieme<br />
delle imprese non cooperative.<br />
Al fine di dare maggiore omogeneità ai due modelli di impresa considerati e facilitarne<br />
il confronto, si è provveduto quindi a ridefinire i campioni oggetto di analisi.<br />
3.3.2. La costruzione dei campioni per l’analisi comparata<br />
Per passare ad una valutazione delle performance dei due modelli di impresa non si<br />
può quindi prescindere da una maggiore omogeneità circa il loro diverso posizionamento<br />
lungo la filiera agroalimentare.<br />
Per tali motivi, in virtù anche delle evidenze emerse (tabella 3.7) si è proceduto a<br />
ridefinire i campioni di indagine escludendo in entrambi le imprese commerciali.<br />
Oltre ai settori ortoflorofrutticolo, zootecnico e lattiero caseario, il confronto delle<br />
performance ha coinvolto anche il settore vitivinicolo. Quest’ultimo non è stato, infatti,<br />
analizzato relativamente all’evoluzione degli indici di bilancio con l’esclusione<br />
delle imprese commerciali della filiera (tabella 3.7) solo perché per questo particolare<br />
settore non sono disponibili codici statistici specifici sulle imprese specializzate nella<br />
commercializzazione del prodotto (vino); questo vuol dire, che la composizione del<br />
settore vitivinicolo resta inalterata passando dall’analisi sull’intera filiera a quella che<br />
esclude la fase commerciale.<br />
L’analisi comparata delle performance tra il modello cooperativo e l’impresa non<br />
cooperativa è stata quindi sviluppata focalizzando l’attenzione <strong>sulla</strong> parte <strong>agricola</strong> e<br />
industriale dei quattro settori agroalimentari selezionati.<br />
L’esclusione della fase commerciale e la focalizzazione su specifici comparti merceologici<br />
non garantisce comunque una buona omogeneità dei due gruppi di imprese<br />
– cooperative e imprese non cooperative – oggetto di confronto.<br />
Per venire incontro a tale esigenza, si è scelto di segmentare le imprese dei due nuovi<br />
universi di riferimento per dotazione infrastrutturale e tipologia di attività svolta.<br />
All’interno di ciascuno dei quattro settori selezionati, che rappresentano gran parte<br />
dell’agroalimentare italiano, è stato a tal fine utilizzato l’indice che misura il peso del<br />
capitale investito sul fatturato per raggruppare le cooperative e le imprese non cooperative<br />
della fase <strong>agricola</strong> e industriale in gruppi omogenei e confrontabili per grado di<br />
intensità di capitale dell’attività.<br />
La scelta è ricaduta su questo specifico indicatore (Capitale Investito/Fatturato) poiché<br />
in grado di restituire indicazioni circa le fasi di attività coperte, il grado di integrazione<br />
e la tipologia di attività svolta.<br />
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