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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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aspetto del tutto marginale per il 44% delle cooperative Deboli, mentre, al contrario,<br />

oltre il 40% delle Robuste li considera un aspetto centrale nella definizione degli obiettivi<br />

e della strategia aziendale.<br />

La maggiore dinamicità che emerge nell’attività delle cooperative Robuste trova<br />

riscontro in una struttura organizzativa e gestionale certamente più articolata e strutturata<br />

in uffici specificatamente dedicati a precise funzioni aziendali; in particolare le<br />

funzioni d’azienda più spesso presidiate da una struttura e da risorse umane dedicate<br />

sono nell’ordine le vendite, la produzione, l’approvvigionamento e il marketing. Al<br />

contrario, le cooperative Deboli evidenziano una struttura organizzativa generalmente<br />

meno improntata alla specializzazione funzionale. Significative sono le differenze<br />

tra i due gruppi presi in esame in merito alla dotazione di strutture e risorse specializzate:<br />

quest’evidenza risulta trasversale a tutte le principali funzioni aziendali e in<br />

particolare con riguardo alla disponibilità di una propria rete di vendita, eventualità<br />

che ricorre nel 69% dei casi tra le Robuste e coinvolge invece solo il 26% delle Deboli<br />

(figura 2.9).<br />

Figura 2.9 – Le modalità di approccio al mercato: uffici specificatamente dedicati a specifiche<br />

funzioni aziendali e possesso di una rete di vendita propria (2006)<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

22%<br />

Deboli<br />

56%<br />

Acquisti<br />

8%<br />

28%<br />

Ricerca & Sviluppo<br />

Robuste<br />

24%<br />

55%<br />

Produzione<br />

Fonte: elaborazioni <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana.<br />

74 | <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana<br />

Marketing<br />

2.4.3. L’evoluzione dei modelli di impresa cooperativa<br />

8%<br />

43%<br />

31%<br />

68%<br />

Vendite<br />

26%<br />

69%<br />

Rete di vendita<br />

L’analisi realizzata <strong>sulla</strong> <strong>cooperazione</strong> associata avanzata mette quindi in evidenza<br />

come all’interno di un sistema cooperativo complesso e in continua evoluzione<br />

convivano sostanzialmente due modelli distinti: da una parte un insieme di imprese<br />

cooperative più intraprendenti, in grado di recepire le istanze del mercato e adeguarsi<br />

ad esse, con una gestione e una struttura organizzativa ben articolata e in grado di innovarsi,<br />

che funge da traino per l’intero sistema cooperativo agroalimentare. D’altro<br />

canto, numerose sono anche quelle realtà cooperative strettamente legate al proprio<br />

territorio, con un modello gestionale e organizzativo più tradizionale e meno complesso,<br />

dove raramente la ripartizione delle attività segue una logica di specializzazione<br />

funzionale.<br />

Si tratta di due risposte diverse ad altrettanto diverse esigenze di mercato; l’una proiettata<br />

verso una capacità competitiva da spendere a livello nazionale e, in alcuni casi,

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