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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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canali commerciali, in particolare, l’accesso alla Gdo. Nelle attese delle imprese coinvolte,<br />

la concentrazione, che permette di integrare capacità manageriali, di aumentare<br />

la dimensione aziendale e i volumi trattati, di acquisire nuovi asset di mercato, dovrebbe<br />

offrire l’opportunità di razionalizzare i processi aziendali per migliorare l’efficienza<br />

nonché l’efficacia della struttura produttiva, logistica e commerciale.<br />

Per quanto riguarda gli ostacoli e i vincoli alle operazioni di concentrazione tra<br />

strutture cooperative, nella fase ex-ante, è emersa spesso una diffusa preoccupazione<br />

delle base sociali, soprattutto, se lo cooperative coinvolte erano di piccole dimensioni;<br />

resistenze che in alcuni casi sono continuate anche dopo che l’operazione era stata<br />

formalmente conclusa. Gli ostacoli, invece, nel caso di concentrazioni con imprese<br />

non cooperative non dipendono dalla base sociale che solitamente delega totalmente<br />

l’operazione al management ma dalla difficoltà di omogeneizzare strategie di gestione<br />

diverse e dalla maggiore rigidità che la gestione più partecipata di un’impresa cooperativa<br />

comporta. È la governance il principale fattore di criticità di questi processi sia<br />

nella fase di avvio che in quella di gestione per raggiungere gli obiettivi previsti e per<br />

non stravolgere i rapporti esistenti con la base sociale. I promotori delle operazioni<br />

di concentrazione sono generalmente i gruppi dirigenti e le strutture manageriali,<br />

ai quali solitamente la base sociale concede una ampia delega, ma è necessario un<br />

diretto coinvolgimento degli organi societari (Presidente e Consiglio di amministrazione),<br />

espressioni del soggetto economico della cooperativa, e una efficace azione di<br />

informazione dei soci che, certamente, non possono partecipare alle singole scelte<br />

aziendali ma che devono sentirsi partecipi dei risultati della gestione.<br />

5.6. PER CONCLUDERE<br />

È evidente, che la spinta ad intraprendere un processo di concentrazione/integrazione,<br />

a cui nemmeno le imprese cooperative possono sottrarsi, dipende dalle sollecitazioni<br />

del moderno mercato agroalimentare caratterizzato dalla forza degli interlocutori<br />

commerciali, in particolare della Gdo, dall’accresciuta importanza della<br />

componente di servizio nei prodotti alimentari e dal ruolo sempre più decisivo dei<br />

mercati esteri. Il Rapporto ha evidenziato che l’universo della <strong>cooperazione</strong> agroalimentare,<br />

nonostante i processi di rafforzamento e consolidamento verificatesi nelle<br />

regioni settentrionali, è ancora dominato dalle piccole cooperative spesso incapaci<br />

di valorizzare adeguatamente il prodotto dei soci. Le analisi di performance hanno<br />

dimostrato, tuttavia, che il tessuto aziendale delle cooperative non è molto diverso<br />

dalle altre imprese che caratterizzano il nostro sistema agroalimentare, spesso piccole<br />

e a conduzione familiare; quindi i processi di concentrazione rappresentano una<br />

strategia certamente da adottare per affrontare un mercato che richiede una sempre<br />

più complessa industrializzazione dei processi produttivi e dove gli interlocutori a<br />

valle della filiera hanno dimensioni enormemente superiori a quelle delle imprese a<br />

monte e hanno esigenze di fornitura in termini di volumi, di esecuzione del processo<br />

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