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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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no una incidenza superiore a quella calcolata nei corrispondenti gruppi di imprese<br />

non cooperative 94 . Ovviamente il peso di questa voce di costo, assieme a quella del<br />

lavoro solitamente più alta nelle imprese cooperative, abbassa l’incidenza del margine<br />

operativo lordo, e quindi del reddito operativo dell’attività caratteristica, nelle<br />

imprese cooperative al di sotto di quello delle imprese non cooperative, per cui anche<br />

il valore del Roi nelle prime è quasi sempre inferiore a quello calcolato nelle imprese<br />

di società di capitali. Il livello più basso del tasso di rendimento derivante dall’attività<br />

caratteristica nelle imprese cooperative, che potrebbe essere considerato quasi un<br />

dato strutturale del conto economico di questo tipo di impresa in base all’analisi di<br />

performance condotta su due campioni così numerosi, non consente però di concludere<br />

che l’impresa cooperativa è meno efficiente degli altri tipi d’impresa. Nell’impresa<br />

cooperativa il criterio di determinazione del costo dei consumi è, infatti, guidato<br />

dall’obiettivo di servizio verso i soci ispirato ai principi di mutualità e assenza di fini di<br />

lucro ma questo obiettivo non impedisce alla cooperativa di avere un comportamento<br />

ottimizzante nella gestione interna e sul mercato al fine di massimizzare come le altre<br />

imprese il risultato di gestione che ha soltanto una diversa espressione 95 .<br />

L’analisi condotta sui bilanci riclassificati delle cooperative e delle imprese non cooperative<br />

divisi in gruppi il più possibile omogenei (per settore, per posizione nella<br />

filiera e in relazione all’intensità di capitale) mostra nelle numerose tabelle del Rapporto,<br />

salvo in pochi casi, una sostanziale stabilità e ripetizione del valore degli indici<br />

nei diversi tipi d’impresa, ad esclusione del Roi e del livello di indebitamento spesso<br />

superiore nelle imprese cooperative a causa della strutturale carenza di capitale proprio<br />

96 . Una causa di carattere congiunturale del più alto indice di indebitamente delle<br />

94 Ad esempio, nella tabella 3.3 “Struttura del conto economico dell’intera filiera agroalimentare: cooperative<br />

e imprese non cooperative. Risultati su medie 2006-2003” l’incidenza dei consumi nelle imprese<br />

cooperative è pari al 75,4% contro il 74,5% nelle imprese non cooperative. Questa differenza è in realtà più<br />

ampia, poiché il dato relativo alle imprese non cooperative è influenzato dal fatto che in questo aggregato<br />

le imprese commerciali assumono un'incidenza superiore. Questa tipologia di imprese è strutturalmente<br />

caratterizzata da un peso dei consumi sul fatturato più elevato rispetto alle imprese di trasformazione. Eliminando<br />

queste imprese dall'analisi di filiera sia nel campione delle imprese cooperative che delle imprese<br />

non cooperative e focalizzando l'analisi su specifici settori, la forbice si amplia significativamente. A titolo<br />

di esempio l'incidenza sul fatturato dei consumi assume i seguenti valori:<br />

- settore ortoflorofrutticolo: coop 68,8%; non coop 63,2%;<br />

- settore zootecnico: coop 78,9%; non coop 71,6%;<br />

- settore lattiero-caseario: coop 72,3%; non coop 66,4%.<br />

95 Sugli obiettivi dell’impresa cooperativa e di quella capitalistica e i riflessi sui diversi criteri di determinazione<br />

delle poste di bilancio si veda Matacena (1982).<br />

96 La strutturale carenza di capitale dell’impresa cooperativa dipende dalla stessa natura di questo tipo<br />

d’impresa che non può avere per obiettivo la remunerazione del capitale, riducendo l’interesse dei soci ad<br />

aumentare la quota a titolo di capitale proprio, anche se un’adeguata dotazione di capitale è, comunque,<br />

strumentale all’impresa per raggiungere i suoi obiettivi di servizio dei soci. L’istituzione del socio sovventore,<br />

socio di capitali, con la legge 31 gennaio 1992, n. 59, è avvenuta proprio per correggere questa carenza,<br />

anche se ciò ha comportato un’alterazione del principio dell’assenza di lucro e contemporaneamente una<br />

situazione di possibile contrasto di interessi tra socio cooperatore, conferente di mezzi tecnici, e socio<br />

sovventore, socio di capitale.<br />

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