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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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Nel sistema della <strong>cooperazione</strong> agroalimentare avanzata è, infatti, possibile riconoscere<br />

due modelli distinti, che si differenziano per una concezione sostanzialmente<br />

diversa di gestione e organizzazione dell’attività aziendale e di approccio al mercato e<br />

che spesso registrano un posizionamento competitivo e risultati economici differenti.<br />

I due gruppi di aziende, con caratteristiche omogenee al loro interno, sono sostanzialmente<br />

equipollenti per numerosità.<br />

Da un lato, si riconosce un gruppo di cooperative che per il loro profilo possono<br />

essere definite “a strutturazione debole” (Deboli) e rappresentano il 52% delle cooperative<br />

agroalimentari: si tratta delle aziende meno strutturate, con un basso livello di<br />

complessità gestionale ed organizzativa, meno inclini all’innovazione e alla produzione<br />

secondo disciplinari di qualità certificata, con bassa propensione agli investimenti<br />

e con un mercato quasi esclusivamente nazionale.<br />

Il secondo gruppo di cooperative (48%) si compone invece di imprese più dinamiche<br />

e più strutturate, con un’organizzazione e una gestione aziendale abbastanza<br />

articolata; spesso sono protagoniste di innovazioni di processo, organizzative o di<br />

prodotto, hanno effettuato investimenti negli ultimi tre anni e sono maggiormente<br />

orientate al mercato estero. Tali cooperative possono essere definite “a strutturazione<br />

robusta” (Robuste).<br />

Molti sono gli elementi che discriminano l’appartenenza ai due gruppi; di seguito<br />

vengono, quindi, analizzati tutti quegli aspetti utili alla comprensione dei due gruppi<br />

tipologici di imprese 35 che caratterizzano la <strong>cooperazione</strong> agroalimentare.<br />

2.4.2. Il profilo strutturale e organizzativo dei due gruppi<br />

Il primo aspetto che caratterizza i due gruppi di imprese individuati tramite l’analisi<br />

cluster è il loro profilo strutturale; in particolare si fa riferimento a localizzazione geografica,<br />

dimensione, settore principale di attività e posizionamento lungo la filiera.<br />

Il gruppo delle aziende Deboli accorpa cooperative di dimensioni mediamente più<br />

piccole (figura 2.8): circa il 60% ha un fatturato inferiore a 2 milioni di euro e l’84% ha<br />

solo uno stabilimento. All’opposto la composizione delle cooperative Robuste è prevalentemente<br />

spostata verso le grandi dimensioni: il 22% di aziende ha un fatturato<br />

superiore ai 40 milioni di euro e il 20% ha almeno tre stabilimenti. Ne consegue un<br />

numero di dipendenti sostanzialmente diverso, con una media di circa 10 dipendenti<br />

(esclusi gli stagionali) per le cooperative Deboli e più di 65 per le Robuste, mentre<br />

la ripartizione degli addetti per tipo di contratto (tempo indeterminato, tempo determinato,<br />

stagionali) o funzione svolta (amministrativi o produzione) non segnala<br />

differenze.<br />

Le peculiarità dimensionali dei due gruppi si riflettono anche nel grado e nella lo-<br />

35 Per pura semplicità espositiva, nel prosieguo dell’analisi le imprese appartenenti ai due gruppi in tal<br />

modo individuati saranno denominate con gli appellativi di “Robuste” e “Deboli”.<br />

70 | <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana

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