Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...
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del complessivo export agroalimentare. La gran parte delle produzioni commercializzate<br />
a livello internazionale si riferisce a commodity o comunque a prodotti indifferenziati,<br />
laddove l’importanza delle dimensioni d’impresa assume un ruolo ancora<br />
più importante, in termini di economie di scala, accesso ai canali distributivi, ampiezza<br />
e varietà della gamma, organizzazione logistica.<br />
In questo contesto e in considerazione dell’attuale contesto competitivo, la ricerca<br />
di una dimensione aziendale più strutturata e consona alle esigenze del mercato appare<br />
come un obiettivo strategico per molti operatori del settore.<br />
La crescita dimensionale può realizzarsi tramite due differenti modalità e in particolare<br />
“per via interna” oppure “per via esterna”: la prima si presenta generalmente<br />
più organica e consequenziale e si basa su investimenti tecnici e un progressivo e<br />
graduale aumento della produzione, delle vendite e delle quote di mercato.<br />
La crescita esterna si caratterizza, invece, per una maggiore discontinuità poiché fa<br />
sostanzialmente riferimento al salto dimensionale realizzato attraverso alleanze tra<br />
imprese che in genere si concretizzano in processi di acquisizione o fusione tra realtà<br />
aziendali già esistenti o ancora nella costituzione congiunta di una nuova realtà di<br />
impresa (joint venture).<br />
I lunghi tempi richiesti dalla crescita interna spesso inducono l’impresa ad individuare<br />
nelle operazioni di merger and acquisition il percorso migliore per attuare<br />
le proprie strategie di espansione. Inoltre, tra le due opzioni disponibili, la crescita<br />
esterna garantisce altri vantaggi oggettivi come la possibilità di entrare direttamente<br />
e immediatamente in possesso di specifiche competenze e know how, limitare l’elevato<br />
fabbisogno finanziario richiesto da una crescita interna, mantenere una struttura<br />
organizzativa per quanto possibile snella e flessibile. È per questi motivi che spesso<br />
un’impresa decide di perseguire la propria strategia di espansione tramite operazioni<br />
di merger and acquisition.<br />
Questi processi offrono l’opportunità di razionalizzare le strutture produttive e i<br />
processi aziendali, accrescere la scala operativa, la capacità finanziaria, le competenze<br />
disponibili, il potere negoziale e quello di mercato tramite l’ampliamento della gamma<br />
e il ri-posizionamento di prodotto e nel contempo favoriscono la possibilità di<br />
investire in risorse strategiche quali l’innovazione tecnologica e la logistica.<br />
La portata di simili operazioni ha generalmente un impatto trasversale sull’intera<br />
attività portando con sé rilevanti criticità gestionali, organizzative e di governance<br />
che, se accuratamente affrontate non ne inficiano comunque la loro validità: si fa riferimento,<br />
ad esempio, alla necessaria rivisitazione manageriale delle imprese coinvolte,<br />
alla reingegnerizzazione dei processi aziendali, alla creazione di una comune<br />
cultura d’impresa, elementi che necessitano di attenzione e risorse dedicate in fase di<br />
implementazione e consolidamento dell’operazione di concentrazione.<br />
Riferendosi esclusivamente alle operazioni di concentrazione aziendale notificate<br />
all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), tra il 2000 e il<br />
2006 nell’agroalimentare italiano si sono registrate 118 operazioni di concentrazione<br />
128 | <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana