Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...
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Vitivinicolo – Imprese a bassa intensità di capitale rispetto al fatturato (Gruppo 2):<br />
le aziende più strutturate<br />
A differenza di quanto evidenziato nel Gruppo 1, in questo caso le cooperative e<br />
le imprese non cooperative appaiono molto più simili con riguardo al tipo di attività<br />
svolta e alla lunghezza del ciclo produttivo come mostra il confronto del peso dei consumi<br />
sul valore della produzione. Non a caso, le imprese, cooperative e non, appartenenti<br />
a questo gruppo si occupano della trasformazione delle uve e delle ultime fasi<br />
di lavorazione della filiera fino a coprire anche le funzioni di servizio e commerciali<br />
(spesso tramite controllate nel caso delle cooperative) a valle del processo produttivo.<br />
È in questo gruppo che rientra buona parte delle imprese, cooperative e non, di<br />
maggiori dimensioni del settore.<br />
Analizzando i principali indici di bilancio (tabella 3.10) si nota come, nel periodo<br />
2003-2006 lo sviluppo dimensionale dell’impresa in termini di capitale investito – in<br />
questo percorso di crescita il ruolo delle immobilizzazioni materiali risulta meno rilevante<br />
rispetto a quanto accade nel Gruppo 1 – si è verificato senza alterare in maniera<br />
sostanziale gli equilibri finanziari e patrimoniali, come mostra la tenuta degli indici di<br />
margine struttura e margine di struttura allargato (resta un buon grado di copertura<br />
degli impieghi a lungo termine con fonti di finanziamento di medio-lungo periodo) e<br />
la riduzione del peso dei debiti finanziari sul patrimonio netto in entrambi i modelli<br />
di impresa considerati.<br />
Anche in questo caso, gli indici di equilibrio patrimoniale confermano il minor grado<br />
di patrimonializzazione delle cooperative, una caratteristica insita nella struttura<br />
finanziaria e patrimoniale di questa particolare forma societaria.<br />
Resta soddisfacente anche il grado di solvibilità delle cooperative e delle imprese<br />
non cooperative nel far fronte agli impegni di breve periodo con mezzi liquidi o liquidabili<br />
in breve termine (Rapporto corrente).<br />
L’andamento dei ricavi tra il 2003 e il 2006 risulta più favorevole alle cooperative<br />
con tassi di crescita che oscillano tra il +2% e il +6% annui; nel contempo, nelle imprese<br />
non cooperative si registrano risultati molto altalenanti (dal -10% del 2005 al<br />
+12% del 2006).<br />
Per quel che riguarda gli indici di redditività, resta valida l’impossibilità di confrontare<br />
in modo diretto i livelli registrati nelle due forme di impresa considerate; la<br />
minore renumerazione del capitale investito (Roi) nelle cooperative non tiene infatti<br />
in considerazione la distribuzione del plus-valore creato sui beni conferiti.<br />
A livello di trend, invece, tra il 2003 e il 2006 si registra una sostanziale stazionarietà<br />
della renumerazione del capitale investito in entrambi i modelli di impresa (in leggera<br />
crescita quella delle cooperative). Ciò avviene nonostante una contestuale riduzione<br />
di un importante indice di efficienza come quello che misura i ricavi realizzati per<br />
ogni unità di costo del lavoro, una dinamica che coinvolge in maniera trasversale<br />
cooperative e imprese non cooperative. Se non è possibile confrontare direttamente la<br />
redditività dei due modelli di impresa, è evidente come in entrambi i casi la remune-<br />
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