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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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di sbocco, all’interno del portafoglio prodotti di questa tipologia di imprese è molto<br />

significativa la quota di materie prime e semilavorati, mentre marginale è l’utilizzo<br />

di un marchio proprio. La bassa valorizzazione del prodotto registrata solitamente<br />

tra queste imprese deriva dall’insufficienza di capacità finanziarie e manageriali cui<br />

spesso si aggiunge la necessità di seguire un ciclo finanziario in linea con i tempi di<br />

liquidazione dei soci.<br />

In maniera speculare, le cooperative di maggiori dimensioni, generalmente nel settentrione,<br />

si caratterizzano per un approccio più dinamico sorretto da un modello<br />

organizzativo strutturato su aree e specializzazioni funzionali. Generalmente, grazie<br />

a una maggiore dotazione infrastrutturale in termini di risorse – umane e finanziarie<br />

– e strutture disponibili, esse risultano più orientate ai mercati esteri e più in generale<br />

a un mercato extra-locale, hanno un maggiore presidio del mercato finale, come<br />

dimostrano le vendite a marchio proprio o il maggiore accesso alla grande distribuzione,<br />

sono più propense all’innovazione, all’adozione di sistemi di qualità, nonché a<br />

processi di aggregazione aziendale e in ultimo, sul fronte degli approvvigionamenti,<br />

pur basandosi prevalentemente sulle materie prime conferite dai soci, ricorrono in<br />

maniera più significativa a fornitori esterni per sostenere una gamma produttiva più<br />

ampia e al tempo stesso saturare la capacità degli impianti. Nel complesso, ne deriva<br />

un modello di impresa più articolato e al tempo stesso più orientato alle esigenze del<br />

mercato; ciò garantisce una maggiore valorizzazione del prodotto, un fattore che diviene<br />

determinante nel consolidare il rapporto con la base sociale specie nelle aziende<br />

più strutturate, in presenza di un’ampia delega decisionale da parte della base associativa<br />

al management d’impresa.<br />

Se dall’analisi emergono con forza tutti i caratteri distintivi che qualificano la forma<br />

cooperativa a prescindere dal suo grado di sviluppo (tra tutti, l’imprescindibile<br />

legame con la base sociale, il rapporto con il territorio e il ruolo di valorizzazione<br />

del comparto primario), l’evoluzione del sistema cooperativo agroalimentare trova<br />

espressione in realtà diverse dal punto di vista strutturale, organizzativo, gestionale<br />

e strategico, che generano ripercussioni anche sulle modalità di relazione tra socio e<br />

impresa cooperativa.<br />

Nelle cooperative meno strutturate, il forte coinvolgimento della base sociale si manifesta<br />

non solo nelle relazioni operative e produttive ma anche con riguardo alla<br />

partecipazione attiva e propositiva dei soci circa la definizione di obiettivi, strategie<br />

e azioni da intraprendere. Un tale modello di governance, premia il senso di appartenenza<br />

alla struttura cooperativa e si addice a imprese con bassa complessità organizzativa<br />

e gestionale e conseguentemente, in genere, bassa valorizzazione del prodotto<br />

(in alcuni casi si tratta di cooperative che svolgono un’attività di puro servizio per i<br />

soci 40 ).<br />

40 Ci si riferisce ad esempio a quelle cooperative dell’olivicolo che svolgono esclusivamente un’attività di<br />

molitura delle olive per conto dei soci.<br />

80 | <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana

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