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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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Per gruppi di impresa “simili” si è proceduto, quindi, al confronto delle performance<br />

tra mondo cooperativo e sistema non cooperativo in alcuni dei principali settori<br />

dell’agroalimentare italiano – vitivinicolo, zootecnico, lattiero-caseario, ortoflorofrutticolo<br />

– tramite l’utilizzo dei più diffusi indicatori di bilancio. I comparti agroalimentari<br />

oggetto di specifica analisi sono stati selezionati per la rilevanza in essi<br />

rivestita dal sistema cooperativo.<br />

Tuttavia, come già messo in luce da un’ampia bibliografia 44 , per una corretta interpretazione<br />

delle principali evidenze derivanti dal confronto delle performance registrate<br />

nei due modelli di impresa esaminati è necessario anzitutto evidenziare alcune<br />

importanti peculiarità che contraddistinguono la composizione dei bilanci delle cooperative.<br />

La diversa natura giuridica ed operativa delle aziende cooperative rispetto alle<br />

aziende di capitale (Srl e Spa) impone una diversa lettura del bilancio.<br />

Nelle cooperative di produzione agroalimentare, lo scopo mutualistico e la partecipazione<br />

dei soci tramite conferimenti di beni incide, infatti, in maniera significativa<br />

<strong>sulla</strong> struttura dei bilanci 45 . L’analisi sugli equilibri economico-finanziari di una cooperativa<br />

agroalimentare può essere effettuata utilizzando lo strumento degli indici di<br />

bilancio, tenendo però ben presente una serie di elementi legati alla struttura finanziaria<br />

di questa forma societaria – ad esempio scarso capitale proprio e partecipazione<br />

dei soci al finanziamento dell’attività sotto altre forme – e alle finalità mutualistiche<br />

perseguite.<br />

Diversamente dalle altre imprese, nelle cooperative di trasformazione agroalimentare<br />

l’obiettivo è quello di massimizzare il valore di trasformazione delle materie prime<br />

apportate dai soci. L’intento è quello di retribuire i conferimenti dei soci produttori<br />

in modo maggiore rispetto ai prezzi del mercato. In altre parole la cooperativa<br />

di trasformazione distribuisce i propri utili attraverso l’acquisto delle materie prime<br />

fornite dai soci.<br />

Per questo motivo, dal punto di vista reddituale, i bilanci delle cooperative di trasformazione<br />

agroalimentare non evidenziano generalmente utili anche perché, diversamente<br />

da quanto avviene per le cooperative di lavoro, la legislazione vigente non<br />

pone alcun limite alla remunerazione delle materie prime agricole apportate dai soci.<br />

Dalla differenza fra ricavi e costi determinata a consuntivo, la cooperativa determina<br />

quindi, compatibilmente con le esigenze di sopravvivenza e sviluppo, l’entità<br />

massima del risultato economico liquidabile ai soci. In sostanza, i “costi” di approvvigionamento<br />

da soci sono stabiliti con logica residuale. In tal modo, il risultato della<br />

gestione corrente viene ripartito fra i soci come remunerazione dei conferimenti con-<br />

44 Cfr. Appendice bibliografica.<br />

45 Anche nel caso delle cooperative di servizi, pure esse oggetto di analisi, lo scopo mutualistico ha degli<br />

effetti diretti <strong>sulla</strong> struttura del bilancio; in questo caso, tuttavia, cambiando le modalità di partecipazione<br />

dei soci all’attività della cooperativa cambiano anche le voci di bilancio interessate (in particolare, non più<br />

i conferimenti e quindi i consumi, ma i ricavi delle vendite).<br />

84 | <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana

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