Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...
Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...
Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
fattore competitivo dell’impresa, nonostante in alcuni casi essa non trovi un diretto<br />
riscontro in sistemi codificati di qualità e certificazione che, se non indispensabili per<br />
definire la qualità intrinseca di un prodotto, contribuiscono al suo riconoscimento e<br />
favoriscono l’accesso al mercato.<br />
Questa percezione di qualità sembra derivare anche da un legame con il territorio<br />
inteso come indice di garanzia della provenienza della materia prima <strong>agricola</strong>. Un<br />
chiaro esempio è rappresentato dalla quota significativa delle cooperative associate<br />
avanzate (16%) che realizzano produzioni a denominazione di origine comunitaria<br />
(Doc, Igt, Dop, Igp). Si tratta di un’incidenza sensibilmente superiore a quella riscontrabile<br />
nell’intero settore alimentare (circa il 9% 39 ), a testimonianza di come il modello<br />
cooperativo trovi in maniera più diretta un’identificazione con questi sistemi di<br />
valorizzazione delle produzioni.<br />
Stante queste specificità trasversali, che caratterizzano in maniera più o meno intensa<br />
tutto il sistema cooperativo agroalimentare avanzato, al suo interno è, però,<br />
possibile individuare diversi profili di impresa, sia per caratteri strutturali che per modalità<br />
di gestione e organizzazione dell’attività di impresa, cui spesso corrispondono<br />
diverse capacità di risposta al contesto produttivo e di mercato.<br />
Una prima significativa differenziazione appare correlata alla localizzazione geografica<br />
e alla dimensione di impresa, due aspetti che comunque risultano strettamente<br />
correlati. La <strong>cooperazione</strong> agroalimentare avanzata assume una dimensione più<br />
strutturata nel nord del paese, dove sono presenti la gran parte delle principali realtà<br />
cooperative dell’agroalimentare, mentre nel meridione solitamente il tessuto produttivo<br />
della <strong>cooperazione</strong> risulta polverizzato in molte imprese di piccola dimensione.<br />
Come evidenziato anche dall’analisi cluster, a dimensioni strutturali ed operative<br />
differenti corrispondono profili organizzativi, gestionali e strategici altrettanto eterogenei.<br />
Le cooperative di minore dimensione, più frequenti nel sud-Italia, tendono ad organizzarsi<br />
secondo uno schema più tradizionale, con un basso livello di complessità<br />
gestionale e un modello organizzativo despecializzato con sovrapposizione di funzioni<br />
e attività specifiche (produzione e commercializzazione ad esempio). Il loro legame<br />
con il territorio risulta particolarmente stretto sia a monte che a valle del processo<br />
produttivo: gli approvvigionamenti di materia prima generalmente coincidono con i<br />
conferimenti di aziende agricole locali e allo stesso tempo la gran parte delle vendite<br />
non supera i confini regionali e risulta invece focalizzato sul territorio di origine. La<br />
minore dinamicità sul mercato finale e una dotazione infrastrutturale spesso insufficiente<br />
si traduce in una bassa capacità di rispondere agli stimoli che vengono dal<br />
mercato in termini di innovazione, investimenti e adozione di sistemi di qualità; ne<br />
consegue una bassa valorizzazione dei prodotti. Non a caso, come conferma anche la<br />
focalizzazione sull’industria di trasformazione e sui grossisti come principali canali<br />
39 Stime su dati Istat.<br />
79