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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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venuto grazie soprattutto alla crescita del grado di patrimonializzazione delle aziende<br />

nonostante un andamento dei ricavi e della redditività non soddisfacente.<br />

Ciò ha favorito un miglioramento di tutti gli indici di solidità e solvibilità del sistema<br />

non cooperativo, riducendo tra l’altro il peso dei debiti e degli oneri finanziari <strong>sulla</strong><br />

struttura economica e finanziaria delle imprese; nonostante tale sforzo, la copertura<br />

degli impieghi con adeguate fonti di finanziamento (segnalata dagli indici di margine<br />

di struttura allargato e rapporto corrente) resta complessivamente più equilibrata nel<br />

sistema cooperativo.<br />

Lattiero-caseario – Imprese a bassa intensità di capitale rispetto al fatturato (Gruppo<br />

2): le aziende più strutturate<br />

Tra le imprese del lattiero-caseario che si distinguono per un’incidenza del capitale<br />

investito sul fatturato particolarmente bassa rientrano tutte le principali aziende del<br />

settore.<br />

Il trend dei ricavi appare molto più confortante in questo secondo gruppo di imprese<br />

(tabella 3.19); ciò appare particolarmente evidente per le cooperative, che, tra<br />

il 2003 e il 2006, registrano una crescita del fatturato superiore a quella rilevata per le<br />

imprese non cooperative.<br />

Molto diverso è anche lo sviluppo del capitale investito nelle imprese, cooperative<br />

e non, appartenenti al Gruppo 2. In questo aggregato rientrano, infatti, aziende già<br />

strutturate e la crescita del capitale investito, sia immobilizzato che circolante, risulta<br />

meno accentuata rispetto a quanto precedentemente registrato per le imprese del<br />

Gruppo 1.<br />

Rispetto a quanto accade nelle imprese del primo gruppo, nelle aziende caratterizzate<br />

da una bassa incidenza del capitale investito rispetto al fatturato – Gruppo 2<br />

– emerge una maggiore renumerazione del capitale investito (Roi) e contestualmente<br />

una minore incidenza dei ricavi accessori, attribuibili in gran parte a contributi pubblici,<br />

sul fatturato complessivo coerentemente con le minori dimensioni delle aziende<br />

appartenenti al Gruppo 1.<br />

Ne deriva un gap ancora più ampio in termini di risultato della gestione caratteristica<br />

(che non considera i ricavi accessori) tra le imprese, cooperative e non, appartenenti<br />

ai due gruppi. Ciò sembra direttamente riconducibile alle maggiori dimensioni<br />

delle aziende appartenenti al Gruppo 2, un fattore che favorisce l’efficienza dei<br />

processi produttivi come si evince, per entrambi i modelli di impresa considerati, dal<br />

confronto dei ricavi per unità di costo del lavoro nei due gruppi definiti per intensità<br />

del capitale rispetto al fatturato.<br />

Concentrando l’attenzione sulle imprese del Gruppo 2, emerge una riduzione sia<br />

della renumerazione del capitale investito che degli indici di efficienza tra il 2003 e<br />

il 2006. Per quel che riguarda il sistema cooperativo, il risultato operativo globale<br />

delle ultime due annualità rilevate (2005 e 2006) non riesce a bilanciare le perdite<br />

della gestione finanziaria e straordinaria tanto che in queste due annualità il risultato<br />

120 | <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana

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