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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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tive. Attualmente circa un terzo delle imprese (29%) esporta; ma quello che per molte<br />

strutture oggi è uno sbocco marginale, potrebbe assumere in futuro un ruolo sempre<br />

più importante. I dati generali indicano, infatti, per il sistema agroalimentare italiano<br />

nel suo complesso una propensione all’esportazione (misurata come rapporto fra il<br />

valore delle esportazioni ed il fatturato di settore) pari a circa il 17%; un dato che offre<br />

un’immediata indicazione di come l’impresa cooperativa, per la quale questo valore si<br />

attesta invece al 7%, disponga ancora di ampi margini di miglioramento nell’accesso<br />

ai mercati esteri.<br />

Così come per tutto il sistema agroalimentare nazionale, il principale mercato di<br />

sbocco delle esportazioni delle cooperative è rappresentato dall’Unione europea –<br />

dove risulta determinante la vicinanza geografica soprattutto con le imprese cooperative<br />

del nord – cui seguono, per rilevanza economica, il continente nord-americano<br />

e gli altri paesi europei extra-UE. Le cooperative che operano sui mercati esteri individuano<br />

come principali concorrenti le imprese di grandi dimensioni, siano esse<br />

nazionali, estere o multinazionali, mentre sul mercato interno la concorrenza assume<br />

un profilo prettamente locale ed i principali competitor divengono altre cooperative<br />

oppure imprese che operano a livello locale.<br />

Prescindendo dalla distinzione tra mercato estero e nazionale, la <strong>cooperazione</strong> associata<br />

avanzata percorre canali di accesso al mercato piuttosto eterogenei (figura<br />

2.2): circa la metà delle vendite delle cooperative si distribuisce tra grossisti (26%)<br />

e industria di trasformazione (24%), dove in quest’ultimo caso ci si riferisce sia alla<br />

commercializzazione di semilavorati o materie prime oggetto di una successiva fase<br />

di lavorazione che a rapporti di vera e propria sub-fornitura. Più deboli risultano<br />

i rapporti diretti con la Grande Distribuzione Organizzata (12%) e con il dettaglio<br />

tradizionale (7%), mentre risulta particolarmente vitale il legame diretto con il consumatore<br />

finale (16%).<br />

Figura 2.2 – Principali canali di vendita della <strong>cooperazione</strong> associata avanzata<br />

(% medie di fatturato delle cooperative per tipologia di canale; 2006)<br />

Grossista [26%]<br />

Impresa di trasformazione [24%]<br />

Vendita diretta al consumatore [16%]<br />

Altro [15%]<br />

Gdo [12%]<br />

Distribuzione al dettaglio [7%]<br />

Fonte: elaborazioni <strong>Osservatorio</strong> <strong>sulla</strong> Cooperazione Agricola Italiana.<br />

La distribuzione del fatturato delle cooperative per canale di vendita mostra come<br />

in molti casi non sia ben strutturata una gestione commerciale in grado di valorizzare<br />

al meglio il prodotto; il rilevante peso dell’industria di trasformazione e al contrario<br />

la ridotta incidenza della grande distribuzione segnalano come spesso non ci sia un<br />

presidio diretto del mercato finale né tantomeno una vera e propria politica di pro-<br />

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