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Osservatorio sulla cooperazione agricola italiana - Fedagri ...

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5. Riflessioni e conclusioni sui dati<br />

del rapporto<br />

5.1. LE STIME DEL MOVIMENTO COOPERATIVO IN AGRICOLTURA<br />

Già nella relazione che era stata presentata all’annuale Convegno della Società<br />

Italiana di Economia Agraria del 1980 su “Strategia e sviluppo della <strong>cooperazione</strong><br />

<strong>agricola</strong> in Italia” si rilevava (Giacomini, 1980) che in Italia manca una sistematica<br />

rilevazione di dati sul fenomeno cooperativo, carenza che non si era preoccupata di<br />

riempire né la Conferenza del mondo rurale e dell’agricoltura del 1961 né la Conferenza<br />

nazionale della <strong>cooperazione</strong> del 1978. In un successivo lavoro (Giacomini,<br />

Petriccione, 1993) si era tentato di analizzare attraverso l’utilizzo di più fonti (Schedario<br />

generale del Ministero del Lavoro, II e III Censimento generale dell’agricoltura,<br />

Banche dati delle Centrali cooperative, Statistiche dell’agricoltura, zootecnia e mezzi<br />

di produzione dell’Istat) le dimensioni e la dinamica del movimento cooperativo in<br />

agricoltura, meglio nell’agroalimentare in quanto erano compresi anche i dati sugli<br />

impianti di trasformazione per settore (lattiero-caseario, degli allevamenti, vitivinicolo<br />

e ortofrutticolo). Le stesse fonti integrate da altri dati forniti da Inps, Inea, Istituto<br />

Tagliacarne, IV Censimento dell’agricoltura e da Federalimentare hanno permesso a<br />

Nomisma (1997) nel “Rapporto 1996 sull’agricoltura <strong>italiana</strong>” di formulare una stima<br />

della consistenza e del peso della <strong>cooperazione</strong> agroalimentare. Tale rapporto, oltre a<br />

confermare lo squilibrato sviluppo della <strong>cooperazione</strong> <strong>agricola</strong> e agroalimentare 77 tra<br />

77 Tradizionalmente si parla di <strong>cooperazione</strong> <strong>agricola</strong> perché le prime espressioni sono state le cooperative<br />

di conduzione terreni e anche quelle di trasformazione erano unità di produzione che ripetevano attività<br />

proprie dell’impresa <strong>agricola</strong>. Oggi l’attività di produzione originaria di beni agricoli è parte del sistema<br />

agroalimentare, a cui partecipano tutte le altre attività economiche connesse all’agricoltura attraverso rapporti<br />

di filiera, pertanto si parla più correttamente di <strong>cooperazione</strong> agroalimentare.<br />

L’art. 2 del D.lgs. n. 99 del 29 marzo 2004 ha introdotto l’istituto della “società <strong>agricola</strong>” stabilendo, al<br />

comma 1, che “La ragione sociale o la denominazione sociale delle società che hanno quale oggetto sociale<br />

l’esercizio esclusivo delle attività di cui all’articolo 2135 del codice civile deve contenere l’indicazione di<br />

società <strong>agricola</strong>”. A seguito di questa disposizione la ragione sociale delle cooperative agroalimentari si<br />

chiude con l’indicazione di società cooperativa <strong>agricola</strong> (s.c.a.) ma, come è noto, il contenuto dell’art. 2135<br />

è stato completamente innovato dall’art. 1 del D.Lgs. n. 228 del 18 maggio 2001 estendendo il concetto di<br />

agricoltura alle attività connesse che, in senso lato, fanno parte dell’agroalimentare.<br />

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