104Strumenti della rete e processo formativocomunicare in tempo reale. Le evoluzioni dei <strong>di</strong>versi software, alla continua ricerca <strong>di</strong> nuoveopzioni, stanno spingendo verso il superamento <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>stinzione che, comunque, rimanefondamentale per la comprensione delle modalità <strong>di</strong> utilizzo più idonee.Una <strong>di</strong>versa classificazione è quella che vede la <strong>di</strong>stinzione sulla base delle <strong>di</strong>verse modalità<strong>di</strong> partecipazione alla comunicazione interpersonale: “uno a uno”, “uno a molti”, “molti amolti”. La conversazione telefonica tra<strong>di</strong>zionale è una modalità tipicamente “uno a uno”(anche se recentemente i provider telefonici hanno introdotto la possibilità <strong>di</strong> piccoleconferenze). La modalità “uno a molti” è tipicamente quella dei mass-me<strong>di</strong>a (come ra<strong>di</strong>o etelevisione), laddove chi trasmette si rivolge ad un grande numero <strong>di</strong> utenti. Anche la lezionetra<strong>di</strong>zionale, con il docente in cattedra, è del tipo “uno a molti”. La modalità “molti a molti”è più caratteristica della rete, laddove ogni lettore è anche autore e viceversa. Ci sonochiaramente problemi <strong>di</strong> “ecologia cognitiva” nell’uso <strong>di</strong> quest’ultima modalità. Nonostanteil nostro sistema cognitivo abbia anche capacità <strong>di</strong> prestare attenzione a più fonti informativecontemporaneamente, è normalmente possibile prestare attenzione ad una sola “fonte” pervolta (cfr. i problemi relativi all’attenzione nel § 3.1.2). Il vantaggio della rete sta nellapossibilità, attraverso l’utilizzo della scrittura, <strong>di</strong> convogliare i contributi <strong>di</strong> più attori in ununico testo che potrà poi essere letto sequenzialmente. La scrittura <strong>di</strong> messaggi “molti amolti” ha inoltre il vantaggio <strong>di</strong> svincolare (in parte) ogni redattore dall’esigenza <strong>di</strong> attendereil proprio turno. A <strong>di</strong>fferenza della comunicazione in “voce”, la quale ha <strong>degli</strong> oggettivilimiti relativamente alla “concomitanza” <strong>di</strong> messaggi provenienti da più emittenti sul“canale” u<strong>di</strong>tivo dei partecipanti, la comunicazione su base testuale consente tempi separati<strong>di</strong> produzione e lettura. Anche lavorando “in sincrono”, i tempi possono essere in parte<strong>di</strong>latati e adattati alle singole esigenze: ogni soggetto può scegliere se e come leggere icontributi, se e quando rispondere.Gli strumenti <strong>di</strong> comunicazione in rete possono essere raggruppati anche sulla base delsistema simbolico prevalentemente utilizzato (testuale, vocale, visivo, ecc.). Come abbiamovisto parlando <strong>di</strong> CMC la testualità scritta su cui si basa ancora prevalentemente lacomunicazione in rete, pur nella per<strong>di</strong>ta <strong>degli</strong> apporti extralinguistici della comunicazioneorale (intonazione, proso<strong>di</strong>ca) e <strong>di</strong> quella visiva (proso<strong>di</strong>ca, espressività, posturalità) hal’innegabile vantaggio <strong>di</strong> poter essere non solo conservata, ma anche in<strong>di</strong>cizzata, recuperatae ri-elaborata. Dalla comunicazione su base scritta derivano opportunità per la formazioneche altri mezzi, seppure più ricchi e completi, non sono in grado <strong>di</strong> assicurare. Questo nonsignifica che non possano essere proposti momenti in au<strong>di</strong>o-video conferenza o l’utilizzodella multime<strong>di</strong>alità o delle ricostruzioni in realtà virtuale quando necessari. L’utilizzo <strong>di</strong> uncanale sensoriale piuttosto che <strong>di</strong> un altro, o l’uso sinestesico <strong>di</strong> sfere sensoriali <strong>di</strong>verse, puòfornire un valido supporto all’appren<strong>di</strong>mento ed alla motivazione purché ci sia coerenza tra imezzi utilizzati e i fini perseguiti. Esistono, ad esempio, evidenze empiriche chesuggeriscono <strong>di</strong> non abusare dell’au<strong>di</strong>o o videoconferenza considerandole simili o analoghealla comunicazione <strong>di</strong>dattica presenziale. Il tempo <strong>di</strong> ascolto attivo, l’attenzione, decadeinfatti con una maggiore rapi<strong>di</strong>tà davanti ad un oratore me<strong>di</strong>ato da un monitor.Analogamente non sarebbe un felice utilizzo della rete quello <strong>di</strong> inoltrare messaggi testualimolto lunghi. Il monitor dei computer non rappresenta un confortevole strumento per lalettura e la sua versatilità è incomparabilmente inferiore a quella del testo a stampa.Qualunque sia il sistema simbolico utilizzato nella comunicazione me<strong>di</strong>ata dal computer ènecessario perseguire il coinvolgimento <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui attraverso l’interazione e lo sviluppodella partecipazione attiva.Una <strong>di</strong>stinzione particolarmente utile è, infine, quella che contrappone le modalità <strong>di</strong> accessoalle informazioni “pull” o “push”. Le tecnologie “pull” sono quelle che necessitano <strong>di</strong> unruolo attivo dell’utente nella ricerca ed acquisizione delle informazioni. L’utente deve cioè“tirare” l’informazione: andarsela a cercare aprendo i programmi giusti o visitando i sitiopportuni. Le tecnologie “push”, invece, sono quelle che capaci <strong>di</strong> “spingere” le
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 105informazioni verso gli utenti. È un esempio <strong>di</strong> tecnologia “pull” il browser che consente <strong>di</strong>“andare” a visitare intenzionalmente il sito desiderato alla ricerca <strong>di</strong> informazioni. È inveceun buon esempio <strong>di</strong> tecnologia “push” il programma <strong>di</strong> posta elettronica (come Outlook oEudora) che consentono ai messaggi, ed alle newsletter, <strong>di</strong> raggiungere la macchinadell’utente. Se vogliamo è la stessa <strong>di</strong>fferenza che c’è tra il dover andare in banca arichiedere informazioni su un movimento bancario, o ricevere per posta l’estratto conto acasa. In un caso è necessario muoversi, nell’altro è l’informazione che si “muove” versol’utente. Questa <strong>di</strong>stinzione non in<strong>di</strong>vidua naturalmente una reale <strong>di</strong>fferenza tecnica. Ilprotocollo su cui si basano tutti i programmi che si avvalgono della rete Internet per iltransito delle informazioni, infatti, comporta sempre e comunque un <strong>di</strong>alogo tra la macchinadell’utente (il client) e quella <strong>di</strong> un altro utente o fornitore <strong>di</strong> informazioni (il server). Leinformazioni transitano quin<strong>di</strong> bi<strong>di</strong>rezionalmente dall’una all’altra macchina secondo ilmeccanismo della richiesta e della risposta. Dal punto <strong>di</strong> vista dell’utente, del suo “modellomentale”, guardando in particolare all’interazione tra in<strong>di</strong>viduo e strumento (cfr. § 3.1.2), la<strong>di</strong>stinzione tra “push” e “pull” ha dunque una sua ragione d’essere. In particolare se, allamodalità tecnica “push” viene risposto, da parte dell’utente, con l’acquisizione <strong>di</strong> unaabitu<strong>di</strong>ne conseguente. Ad esempio: se l’utente prende ad utilizzare tutti i giorni la postaelettronica, ovvero ad aprirla con una certa regolarità, l’idea <strong>di</strong> essere “raggiunti” daimessaggi sarà molto realistica. L’atto cioè <strong>di</strong> eseguire comunque un’azione <strong>di</strong> richiesta(attivare cioè una connessione con il server per cercare nuove informazioni <strong>di</strong> posta), nelmomento in cui viene automatizzata dall’abitu<strong>di</strong>ne, passerà in secondo piano, lasciandosoltanto l’evidenza <strong>di</strong> un’azione passiva, in cui molto comodamente si è “raggiunti” dalmessaggio. L’assuefazione positiva all’uso <strong>di</strong> un programma è uno <strong>degli</strong> obiettivi <strong>di</strong> unabuona progettazione e porta all’ottimizzazione delle risorse mentali. Ogni esperienza umanache richiede lo svolgimento <strong>di</strong> una azione non consueta, comporta la fatica dello sviluppo <strong>di</strong>una <strong>di</strong>versa modalità <strong>di</strong> adattamento al sistema. Lo sviluppo <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni, anche nell’utilizzo<strong>di</strong> sistemi informatici consente, infatti, <strong>di</strong> ottimizzare le risorse cognitive e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> spostarel’attenzione a pratiche <strong>di</strong> più alto livello ed interesse (Raskin, 2003, p.20-21).Dal punto <strong>di</strong> vista delle potenzialità offerte dai <strong>di</strong>versi strumenti, delle specifiche“affordance” è quin<strong>di</strong> evidente che strumenti <strong>di</strong> tipo “push” sono maggiormente capaci <strong>di</strong>indurre delle abitu<strong>di</strong>ni, e quin<strong>di</strong> teoricamente <strong>di</strong> risultare più efficaci. Uno dei problemi <strong>di</strong>eventi non consuetu<strong>di</strong>nari, come quello dell’ingresso in formazione, è che richiedono unosforzo <strong>di</strong> adattamento a nuovi ritmi ed a <strong>di</strong>fferenti abitu<strong>di</strong>ni rispetto, ad esempio, allaquoti<strong>di</strong>anità lavorativa. Laddove esistano strumenti capaci <strong>di</strong> “raggiungere” l’utente (comenel caso delle e-mail, <strong>degli</strong> SMS, o delle telefonate) è chiaro che si possano avere vantaggirispetto alla <strong>di</strong>fficoltà dell’utente <strong>di</strong> doversi ricordare <strong>di</strong> “andare a cercare” informazioni.Non è naturalmente una regola fissa. Le persone si <strong>di</strong>fendono dall’eccessiva intrusività dellacomunicazione “push”: la posta indesiderata (spamming), il telemarketing, o qualsiasi eventopercepito come eccessivamente invadente viene, chiaramente, evitato. Questo è anche unodei motivi per cui il tentativo <strong>di</strong> Microsoft <strong>di</strong> rendere <strong>di</strong>sponibili, attraverso i servizi <strong>di</strong>“Active Desktop”, ovvero sullo schermo <strong>di</strong> ogni sistema Windows, informazioni selezionateda Web non hanno avuto molto successo. Nonostante l’idea fosse buona (poter ricevereautomaticamente sulla “scrivania” <strong>di</strong> Windows informazioni selezionate, come: quotazioni<strong>di</strong> Borsa, ultim’ora, notizie sportive, ecc.) molte persone preferiscono compiere lo sforzo <strong>di</strong>“muoversi” verso l’informazione, piuttosto che venirne sommersi.E’ insomma una questione <strong>di</strong> equilibri: l’eccedenza <strong>di</strong> informazioni (overload) <strong>di</strong> cui questaepoca soffre, viene saggiamente contrastata dagli in<strong>di</strong>vidui. Gli stu<strong>di</strong>osi dei fenomeni legatialla comunicazione <strong>di</strong> massa sostengono da tempo i rischi dell’information overload.Secondo Schudson (1998), ad esempio, l’ideale astratto del “citta<strong>di</strong>no informato”, cioè delcitta<strong>di</strong>no che deve essere informato su tutto per poter partecipare con razionalità alla vitapubblica sta rapidamente lasciando il posto al “citta<strong>di</strong>no monitorante” (monitorial citizen)capace piuttosto <strong>di</strong> fare scanning dell’ambiente che lo circonda, in modalità a “basso
- Page 1 and 2:
TESIUMANISTICA- 3 -
- Page 3 and 4:
Giovanni BonaiutiStrumenti della re
- Page 5 and 6:
Strumenti della rete e processo for
- Page 7 and 8:
Strumenti della rete e processo for
- Page 9 and 10:
Strumenti della rete e processo for
- Page 11 and 12:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 13 and 14:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 15 and 16:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 17 and 18:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 19 and 20:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 21 and 22:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 23 and 24:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 25 and 26:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 27 and 28:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 29 and 30:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 31 and 32:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 34 and 35:
32Strumenti della rete e processo f
- Page 36 and 37:
34Strumenti della rete e processo f
- Page 39 and 40:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 41 and 42:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 43 and 44:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 45 and 46:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 47 and 48:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 49 and 50:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 51 and 52:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 53 and 54:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 55 and 56: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 57 and 58: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 59 and 60: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 61 and 62: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 63 and 64: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 65 and 66: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 67 and 68: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 69 and 70: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 71 and 72: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 73 and 74: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 75 and 76: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 77 and 78: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 79 and 80: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 81 and 82: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 83 and 84: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 85 and 86: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 87 and 88: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 89 and 90: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 91 and 92: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 93 and 94: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 95 and 96: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 97 and 98: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 99 and 100: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 101 and 102: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 103 and 104: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 105: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 109 and 110: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 111 and 112: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 113 and 114: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 115 and 116: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 117 and 118: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 119 and 120: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 121 and 122: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 123 and 124: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 125 and 126: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 127 and 128: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 129 and 130: L’indagine empirica e le verifich
- Page 131 and 132: L’indagine empirica e le verifich
- Page 133 and 134: L’indagine empirica e le verifich
- Page 135 and 136: L’indagine empirica e le verifich
- Page 137 and 138: L’indagine empirica e le verifich
- Page 139 and 140: L’indagine empirica e le verifich
- Page 141 and 142: L’indagine empirica e le verifich
- Page 143 and 144: L’indagine empirica e le verifich
- Page 145 and 146: L’indagine empirica e le verifich
- Page 147 and 148: L’indagine empirica e le verifich
- Page 149 and 150: L’indagine empirica e le verifich
- Page 151 and 152: L’indagine empirica e le verifich
- Page 153 and 154: L’indagine empirica e le verifich
- Page 155 and 156: L’indagine empirica e le verifich
- Page 157 and 158:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 159 and 160:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 161 and 162:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 163 and 164:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 165 and 166:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 167 and 168:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 169 and 170:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 171 and 172:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 173 and 174:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 175 and 176:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 177 and 178:
Strumenti della rete e processo for
- Page 179 and 180:
Strumenti della rete e processo for
- Page 181 and 182:
Strumenti della rete e processo for
- Page 183 and 184:
Strumenti della rete e processo for
- Page 185 and 186:
Strumenti della rete e processo for
- Page 187 and 188:
Strumenti della rete e processo for
- Page 189 and 190:
Strumenti della rete e processo for
- Page 191 and 192:
Strumenti della rete e processo for
- Page 193 and 194:
Strumenti della rete e processo for
- Page 195 and 196:
Strumenti della rete e processo for
- Page 197 and 198:
Strumenti della rete e processo for
- Page 199 and 200:
Strumenti della rete e processo for
- Page 201 and 202:
Strumenti della rete e processo for
- Page 203 and 204:
Strumenti della rete e processo for
- Page 205 and 206:
Strumenti della rete e processo for
- Page 207 and 208:
Strumenti della rete e processo for
- Page 209:
RingraziamentiRingrazio nella perso