28Strumenti della rete e processo formativodelle affermazioni centrali del pensiero <strong>di</strong> Vygotskij, “per comprendere lo sviluppopsicologico in<strong>di</strong>viduale è necessario capire il sistema <strong>di</strong> relazioni sociali nel qualel’in<strong>di</strong>viduo vive e cresce. Questo sistema è <strong>di</strong> per sé un prodotto <strong>di</strong> generazioni <strong>di</strong> svilupponel tempo, così che ogni in<strong>di</strong>viduo è, in effetti, situato storicamente, un erede <strong>di</strong> una lungaevoluzione culturale” (Resnick, 1995b, p. 77).2.1.3 Appren<strong>di</strong>mento come esperienza relazionale e socialeNel tratteggiare i precedenti due nuclei concettuali del pensiero <strong>di</strong> Vygotskij (le funzioni <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione semiotica svolte dagli strumenti e dai segni e il ruolo della cultura e dellosviluppo storico), si sono incontrati anche i presupposti del terzo ed ultimo puntoin<strong>di</strong>viduato: l’appren<strong>di</strong>mento come esperienza relazionale e sociale. L’attività cognitivapresenta, abbiamo visto, “un intrinseco carattere relazionale e processuale che costituisce ilcontesto socioculturale in cui l’in<strong>di</strong>viduo è inserito come elemento del sistema. Lacostruzione della conoscenza è dunque un processo situato storicamente e socialmentecon<strong>di</strong>viso, il cui significato è continuamente negoziato dal sistema <strong>di</strong> regole, implicite piùche esplicite, comunicative e relazionali” (Groppo, 1995, p. XVI). In questa visione, uno deipunti nodali, è rappresentato dalla caratteristica fondamentale <strong>di</strong> questo processo che è, perVygotskij, l’interattività. Un termine chiave della psicopedagogia sovietica <strong>di</strong> ispirazionevygotskijana è obučenie, insegnamento/appren<strong>di</strong>mento, attività che non viene vista solocome trasmissione uni<strong>di</strong>rezionale <strong>di</strong> informazioni da chi insegna a chi apprende, ma come unprocesso circolare all’interno del quale entrambi acquisiscono qualcosa e subisconotrasformazioni. La costruzione della conoscenza appare come processo negoziale e<strong>di</strong>nterattivo fino dai primi rapporti tra il bambino e la madre, per proseguire con i successivicontatti con il gruppo parentale. L’appren<strong>di</strong>mento non è quin<strong>di</strong> un processo esclusivamenteacquisitivo, ma un processo attivo <strong>di</strong> negoziazione e <strong>di</strong> strutturazione del significato. PerVygotskij (1981) il punto è chiaro: si tratta <strong>di</strong> capire il modo in cui la risposta in<strong>di</strong>vidualeemerge dalla forma particolare <strong>di</strong> vita collettiva. Parafrasando Marx, Vygotskij sostiene chela struttura psichica in<strong>di</strong>viduale si costituisce a partire dalle relazioni sociali, che vengonointeriorizzate dall’in<strong>di</strong>viduo in fase <strong>di</strong> crescita. Il trasferimento dei mezzi sociali “nel sistemadelle forme in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> adattamento” non è però imme<strong>di</strong>ato, né automatico essendo“legato alla riorganizzazione strutturale e funzionale <strong>di</strong> tutte le operazioni […] e le formesuperiori <strong>di</strong> comportamento” (Vygotskij, Lurija, 1997, p.16). Il processo <strong>di</strong> introiezione,Vygotskij usa il termine vraščivanie, ripiegamento, volgere all’in<strong>di</strong>etro, per in<strong>di</strong>care ilpassaggio da interpsichica a intrapsichica <strong>di</strong> una funzione precedentemente affidata ai mezziesterni, “non <strong>di</strong>venta subito un processo interno del comportamento; per lungo tempo essacontinua a sussistere e a mo<strong>di</strong>ficarsi come forma esterna <strong>di</strong> attività, prima <strong>di</strong> spostarsidefinitivamente verso l’interno” (ibidem, p.17). L’utilizzo cioè <strong>di</strong> un nuovo strumento, o losvolgimento <strong>di</strong> una nuova modalità operativa, non <strong>di</strong>ventano imme<strong>di</strong>atamente anche nuovecapacità intellettive. È solo con il tempo che, attraverso l’azione e l’osservazione riflessivadel comportamento proprio e <strong>di</strong> quello <strong>degli</strong> esperti, che queste nuove capacità <strong>di</strong>comportamento esterne <strong>di</strong>ventano anche modalità organizzative interne.In altre parole è come se lo sviluppo culturale comparisse due volte: la prima sul pianosociale, come categoria inter-psichica, nell’interazione tra le persone, e la seconda sul pianopsicologico in<strong>di</strong>viduale, come categoria intra-psichica, all’interno <strong>di</strong> una sola mente. Unprocesso questo che, pur essendo generale, risente delle peculiari situazioni esterne ebiologiche <strong>di</strong> ogni in<strong>di</strong>viduo, in ogni <strong>di</strong>versa situazione. Il concetto <strong>di</strong> zona dello sviluppoprossimale, una delle nozioni centrali del pensiero vygotskijano, riguarda proprio l’idea <strong>di</strong>educabilità e <strong>di</strong> come siano importanti le opportunità offerte dai contesti concreti in cui lepersone si trovano ad operare assieme ad altre persone. Vygotskij elabora questa nozionecome risposta ai test intellettivi ampiamente <strong>di</strong>ffusi all’epoca. La critica riguarda l’assunto
Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 29che tali misure ancorché capaci <strong>di</strong> “misurare” il quoziente intellettivo, non terrebbero in ognicaso conto del potenziale inespresso derivante dalla possibilità <strong>di</strong> apprendere. La zona <strong>di</strong>sviluppo prossimale viene definita come la “<strong>di</strong>stanza tra il livello <strong>di</strong> sviluppo attuale, definitodal tipo <strong>di</strong> abilità mostrata da un soggetto che affronta in<strong>di</strong>vidualmente un compito, e illivello <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> cui un soggetto dà prova quando affronta un compito del medesimotipo, con l’assistenza <strong>di</strong> un adulto o <strong>di</strong> un coetaneo più abile” (Carugati, Selleri, 2001, p.51).Mentre per Piaget l’evoluzione cognitiva è stabilmente predeterminato nel patrimoniogenetico, Vygotskij rileva più volte il gran<strong>di</strong>ssimo ruolo che le stimolazioni esterne giocanonella promozione – e quin<strong>di</strong> nella “possibilità” – dello sviluppo dell’intelligenza. ScriveràVygotskij (1990, p.143): “il nostro <strong>di</strong>saccordo con Piaget s’incentra su un punto soltanto, maè un punto importante. Egli afferma che sviluppo e istruzione sono due processicompletamente separati, che la funzione dell’istruzione è soltanto quella <strong>di</strong> introdurre i mo<strong>di</strong><strong>di</strong> pensare dell’adulto che entrano in conflitto con quelli del fanciullo ed alla fine lisoppiantano”. In Vygotskij, attraverso il concetto <strong>di</strong> zona <strong>di</strong> sviluppo prossimale, siriconosce così al contesto esterno (sociale e fisico) un ruolo primario nella promozione dellosviluppo cognitivo dell’in<strong>di</strong>viduo. In questo caso il contesto gioca il ruolo <strong>di</strong> opportunità, maanche <strong>di</strong> attivatore/anticipatore delle possibilità <strong>di</strong> sviluppo, <strong>di</strong>versamente precluse.Naturalmente sono presenti dei limiti superiori ed inferiori entro i quali l’appren<strong>di</strong>mento puòavvenire. L’insegnamento è utile solo quando si colloca oltre il livello <strong>di</strong> sviluppo attuale,conducendo l’in<strong>di</strong>viduo ad intraprendere attività che lo spingano a superare se stesso. I nuoviconcetti devono comunque rientrare in una zona, appunto l’area <strong>di</strong> sviluppo prossimo, chedelimita le prestazioni potenzialmente sviluppabili. Nella figura 1 (tratta da Vygotskij,Lurija, 1997, p.118) è evidenziato il così detto parallelogramma <strong>di</strong> sviluppo tracciato daLeont’ev. L’area compresa tra i due lati, l’area <strong>di</strong> sviluppo prossimo, è quella che può essereanticipata grazie all’intervento culturale.Figura 1. Parallelogramma dello sviluppo (da: Vygotskij, Lurija, 1997, p.118)Il progresso cognitivo è quin<strong>di</strong> reso possibile dall’influenza positiva esercitatadall’appren<strong>di</strong>mento sullo sviluppo. Gli stu<strong>di</strong> svolti da Vygotskij e Lurija negli anni trenta inAsia centrale evidenziano, al <strong>di</strong> là delle <strong>di</strong>fferenze tra culture, le opportunità perl’educazione. Le società “primitive” non padroneggiano i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare astratti, perchénon hanno potuto confrontarsi con i concetti scientifici, ma non è impossibile la loroeducazione. La “posizione <strong>di</strong> Vygotskij è, in questo senso, da considerare coerente con il suoapproccio evoluzionistico alla cultura e con il suo obiettivo generale <strong>di</strong> costruire unapsicologia che fosse anche un utile strumento per emancipare le società meno evolute”(Carugati, Selleri, 2001, p.58). Dagli stu<strong>di</strong> vygotskijani, positivisticamente attestati sulriconoscimento della superiorità delle società culturalmente “avanzate”, si sono peròsviluppate, a partire dagli anni sessanta, interessanti ricerche in prospettiva interculturale,
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