20Strumenti della rete e processo formativocostruzione delle conoscenze, ovvero senza potersi <strong>di</strong>re – in qualche misura – costruttivista.Non <strong>di</strong> meno, nell’intreccio delle varie proposte, emerge oggi soprattutto l’interesse per lostu<strong>di</strong>o dei processi <strong>di</strong> conoscenza e appren<strong>di</strong>mento nei contesti socioculturali; tensione cheha focalizzato in modo particolare la sua attenzione sugli strumenti culturali come mezzi <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione del funzionamento mentale. Le prospettive culturalista e della cognizione situatae <strong>di</strong>stribuita consentono <strong>di</strong> guardare al CSCL come ad un complesso sistema in cui gliin<strong>di</strong>vidui, attraverso pratiche <strong>di</strong>alogiche e lavorative, costruiscono esperienze che risultanoaltamente significative sia dal punto <strong>di</strong> vista appren<strong>di</strong>tivo che sociale. Se il ruolo dellacultura e del contesto – nelle <strong>di</strong>mensioni storiche, sociali e strumentali – sono determinantinello sviluppo dei processi cognitivi ed appren<strong>di</strong>tivi in<strong>di</strong>viduali è allora necessario rendereevidenti, ovvero focalizzare quelle specificità generali e particolari che compongono ecaratterizzano le situazioni in cui l’appren<strong>di</strong>mento occorre. La me<strong>di</strong>azione <strong>degli</strong> strumentinella costruzione della conoscenza e nello sviluppo della cultura, elementi centralidell’analisi vygotskijana, sembrano acquistare un valore del tutto nuovo e specificosoprattutto nella società tecnologica contemporanea, dove la rivoluzione informatica etelematica hanno costretto anche le generazioni adulte a confrontarsi con nuovi processi <strong>di</strong>alfabetizzazione. Assumere la prospettiva storico-culturale e situata all’appren<strong>di</strong>mentoconsente <strong>di</strong> chiarire l’apporto e l’influenza dei nuovi me<strong>di</strong>atori strumentali, come gliambienti telematici per l’appren<strong>di</strong>mento collaborativo, ma nello stesso tempo neri<strong>di</strong>mensiona l’eccezionalità riconducendo la rete ad uno dei tanti artefatti che nel corso deltempo l’uomo ha progettato con lo scopo <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare ed innovare il proprio ambiente. Inquesto caso, quale strumento <strong>di</strong> comunicazione, la rete svolge <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamenteuna serie <strong>di</strong> funzioni, tra cui quella <strong>di</strong> trasmissione, attraverso il linguaggio, della cultura edelle sue stesse mo<strong>di</strong>ficazioni. Ciò nonostante, anche il più innovativo <strong>di</strong>spositivotecnologico non fa che confermare, in questa prospettiva, l’inter<strong>di</strong>pendenza delle funzionipsicologiche con il contesto sociale e culturale corrente, oltre che con i processi storici chene sono alle origini. Ogni artefatto culturale, inteso come strumento fisico ma anche mentale(come ad esempio una teoria), ha una sua origine storica che è, soprattutto, la storia delpercorso <strong>di</strong> accumulazione progressiva delle conoscenze sviluppate nell’ambito <strong>di</strong> unacultura. All’interno <strong>di</strong> questo quadro ha infine un ruolo fondamentale il concetto <strong>di</strong> attività (o“pratica”), quale momento privilegiato per lo sviluppo dei processi conoscitivi; riflessionipresenti nei lavori <strong>di</strong> Leont’ev (1976, 1977, 1981) ed oggi al centro delle ricerche sulle“comunità <strong>di</strong> pratiche” (Lave, 1988; Lave, Wenger, 1991; Wenger, 1998; Wenger,McDermott, Snyder, 2002).2.1 Cultura, strumenti, storia e società: il contributo <strong>di</strong> VygotskijLe innovative teorie elaborate negli anni Venti e Trenta dalla scuola storico culturalesovietica ed in particolare da Vygotskij, le cui opere sono state tradotte e <strong>di</strong>ffuse nellacomunità scientifica occidentale solamente molti anni dopo la loro pubblicazioneoriginaria 14 , continuano ad esercitare una significativa influenza in molte prospettivecontemporanee. L’indagine vygotskijana consente <strong>di</strong> focalizzare quella complessainterrelazione <strong>di</strong> fattori – biologici, storici, strumentali e socio-culturali – che determinano, alivello ontogenetico, lo sviluppo psichico e l’articolazione dei processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,evidenziando in particolare la funzione dagli artefatti e dei co<strong>di</strong>ci culturali nella costruzione14 L’espressione “scuola storico culturale”, come ricostruito da Mecacci (1992), si <strong>di</strong>ffuse in Unione Sovietica, a partire daglianni 1960 per in<strong>di</strong>care i lavori svolti in un decennio da Vygotskij, Leont’ev e Lurija sull’insieme <strong>di</strong> teorie sullo sviluppopsichico elaborate inizialmente da Vygotskij; lavori che furono interrotti verso la metà <strong>degli</strong> anni 1930 per motivi <strong>di</strong> censurapolitica interna (oltre che per la morte prematura <strong>di</strong> Vygotskij) e che furono resi pubblici in occidente solo a partire dagli anni1970.
Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 21del sapere e della conoscenza a livello interin<strong>di</strong>viduale ed intrain<strong>di</strong>viduale. Ai fini dellanostra ricerca sono almeno tre i nuclei concettuali su cui porre attenzione: le funzioni <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione semiotica e <strong>di</strong> sviluppo dei processi cognitivi svolti dagli strumenti e dai segni, ilruolo della cultura e dello sviluppo storico, l’appren<strong>di</strong>mento come esperienza relazionale esociale (ben esemplificato nel concetto <strong>di</strong> zona <strong>di</strong> sviluppo prossimale).2.1.1 La me<strong>di</strong>azione semiotica: il ruolo dagli strumenti e dai segniIl programma <strong>di</strong> ricerca vygotskijano, prendendo le <strong>di</strong>stanze dalla psicologia dell’epoca,accusata <strong>di</strong> essere astorica e asociale, insiste nello spiegare il rapporto stretto tra i “processi<strong>di</strong> acquisizione <strong>degli</strong> strumenti esteriori dello sviluppo culturale del pensiero, come la linguascritta e parlata, il calcolo, il <strong>di</strong>segno e, in secondo luogo, la ridefinizione che questistrumenti esteriori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione arrecano alla struttura stessa <strong>di</strong> tali funzioni, con laconseguente acquisizione <strong>di</strong> quelle qualità superiori per cui sono caratterizzate nellapsicologia tra<strong>di</strong>zionale come: attenzione volontaria, memoria logica, pensiero concettuale ecosì via” (Vegetti, 1998, p.47). La portata innovativa <strong>di</strong> questa prospettiva, che nell’utilizzo<strong>degli</strong> strumenti e dei segni <strong>di</strong> una specifica cultura in<strong>di</strong>vidua i mezzi per trasformare, anchera<strong>di</strong>calmente, le forme <strong>di</strong> pensiero (principio <strong>di</strong> organizzazione extracorticale delle funzionicognitive superiori) e le modalità percettivo motorie <strong>di</strong> interazione con l’ambiente e con glialtri, rappresenta uno dei contributi da cui oggi muovono quanti sono impegnati sul frontedella comprensione del rapporto con le tecnologie o nella loro progettazione. Nell’uomo“fin dalla prima infanzia l’uso <strong>degli</strong> strumenti è una con<strong>di</strong>zione necessaria per la soluzionedei problemi. Lo strumento non è il bastone <strong>degli</strong> antropoi<strong>di</strong> bensì è rappresentato da tuttauna gamma <strong>di</strong> ‘accessori’ che permettono il <strong>di</strong>spiegamento dei processi cognitivi umani: inprimo luogo gli strumenti necessari per scrivere e per leggere come lo stilo, la penna, lapietra, la pergamena, ecc. Grazie a questi strumenti ‘esterni’, nascono nuove operazionicognitive, la scrittura e la lettura, tipiche appunto della mente umana. Questa nozione <strong>di</strong>strumento ‘esterno’ è ovviamente esemplificata nel migliore dei mo<strong>di</strong> dal personal computerdei giorni nostri: la mente svolge determinate operazioni solo grazie alla me<strong>di</strong>azione delcalcolatore e nuove associazioni, nuove reti si sviluppano tra le menti in<strong>di</strong>viduali(l’intelligenza collettiva <strong>di</strong> cui parlerà in § 4.2) grazie alle connessioni via computer. Ilconcetto <strong>di</strong> ‘mente tecnologica’, anche se questa espressione non si ritrova nei testivygotskiani, è quin<strong>di</strong> implicito nella teoria storico-culturale secondo la quale la mente ampliai propri strumenti <strong>di</strong> conoscenza. La mente umana si <strong>di</strong>stingue quin<strong>di</strong> dalla mente delle altrespecie animali attraverso il ricorso a strumenti e a tecniche che si evolvono nella storia e si<strong>di</strong>fferenziano nelle varie culture” (Mecacci in prefazione a Vygotskij, Lurija, 1997, p. X). Ilconcetto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione semiotica, e in particolare <strong>di</strong> come uno strumento “esterno” possaessere considerato psicologico, è sviluppato da Vygotskij a partire dalla concezionepavloviana della strutturazione dei processi psichici intesa come sequenze <strong>di</strong> S-R (stimolorisposta).Il campo <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> sequenza è però per Vygotskij quello deiprocessi psichici elementari (riprendendo la classificazione <strong>di</strong> Bühler, il livello piùelementare è quello <strong>degli</strong> istinti o dei riflessi innati, seguito dal livello dei riflessi acquisiti ocon<strong>di</strong>zionati; entrambi spiegabili con sequenze S-R). Nei processi psichici superiori 15 , ilterzo livello delle funzioni “intellettive”, nella sequenza si inserisce un nuovo elemento,quello che Vygotskij chiama stimolo-mezzo. È l’introduzione <strong>di</strong> questo stimolo-mezzo acostituire il “salto <strong>di</strong>alettico” che mo<strong>di</strong>fica qualitativamente il rapporto tra stimolo ereazione. L’uomo si avvale continuamente <strong>di</strong> strumenti per l’esercizio <strong>di</strong> queste funzioni15 Vegetti (1997, p.46) fa notare che secondo la denominazione in uso ai suoi tempi Vygotskij parla <strong>di</strong> “funzioni psichiche”piuttosto che <strong>di</strong> “processi cognitivi” come faremmo oggi.
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