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Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 21del sapere e della conoscenza a livello interin<strong>di</strong>viduale ed intrain<strong>di</strong>viduale. Ai fini dellanostra ricerca sono almeno tre i nuclei concettuali su cui porre attenzione: le funzioni <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione semiotica e <strong>di</strong> sviluppo dei processi cognitivi svolti dagli strumenti e dai segni, ilruolo della cultura e dello sviluppo storico, l’appren<strong>di</strong>mento come esperienza relazionale esociale (ben esemplificato nel concetto <strong>di</strong> zona <strong>di</strong> sviluppo prossimale).2.1.1 La me<strong>di</strong>azione semiotica: il ruolo dagli strumenti e dai segniIl programma <strong>di</strong> ricerca vygotskijano, prendendo le <strong>di</strong>stanze dalla psicologia dell’epoca,accusata <strong>di</strong> essere astorica e asociale, insiste nello spiegare il rapporto stretto tra i “processi<strong>di</strong> acquisizione <strong>degli</strong> strumenti esteriori dello sviluppo culturale del pensiero, come la linguascritta e parlata, il calcolo, il <strong>di</strong>segno e, in secondo luogo, la ridefinizione che questistrumenti esteriori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione arrecano alla struttura stessa <strong>di</strong> tali funzioni, con laconseguente acquisizione <strong>di</strong> quelle qualità superiori per cui sono caratterizzate nellapsicologia tra<strong>di</strong>zionale come: attenzione volontaria, memoria logica, pensiero concettuale ecosì via” (Vegetti, 1998, p.47). La portata innovativa <strong>di</strong> questa prospettiva, che nell’utilizzo<strong>degli</strong> strumenti e dei segni <strong>di</strong> una specifica cultura in<strong>di</strong>vidua i mezzi per trasformare, anchera<strong>di</strong>calmente, le forme <strong>di</strong> pensiero (principio <strong>di</strong> organizzazione extracorticale delle funzionicognitive superiori) e le modalità percettivo motorie <strong>di</strong> interazione con l’ambiente e con glialtri, rappresenta uno dei contributi da cui oggi muovono quanti sono impegnati sul frontedella comprensione del rapporto con le tecnologie o nella loro progettazione. Nell’uomo“fin dalla prima infanzia l’uso <strong>degli</strong> strumenti è una con<strong>di</strong>zione necessaria per la soluzionedei problemi. Lo strumento non è il bastone <strong>degli</strong> antropoi<strong>di</strong> bensì è rappresentato da tuttauna gamma <strong>di</strong> ‘accessori’ che permettono il <strong>di</strong>spiegamento dei processi cognitivi umani: inprimo luogo gli strumenti necessari per scrivere e per leggere come lo stilo, la penna, lapietra, la pergamena, ecc. Grazie a questi strumenti ‘esterni’, nascono nuove operazionicognitive, la scrittura e la lettura, tipiche appunto della mente umana. Questa nozione <strong>di</strong>strumento ‘esterno’ è ovviamente esemplificata nel migliore dei mo<strong>di</strong> dal personal computerdei giorni nostri: la mente svolge determinate operazioni solo grazie alla me<strong>di</strong>azione delcalcolatore e nuove associazioni, nuove reti si sviluppano tra le menti in<strong>di</strong>viduali(l’intelligenza collettiva <strong>di</strong> cui parlerà in § 4.2) grazie alle connessioni via computer. Ilconcetto <strong>di</strong> ‘mente tecnologica’, anche se questa espressione non si ritrova nei testivygotskiani, è quin<strong>di</strong> implicito nella teoria storico-culturale secondo la quale la mente ampliai propri strumenti <strong>di</strong> conoscenza. La mente umana si <strong>di</strong>stingue quin<strong>di</strong> dalla mente delle altrespecie animali attraverso il ricorso a strumenti e a tecniche che si evolvono nella storia e si<strong>di</strong>fferenziano nelle varie culture” (Mecacci in prefazione a Vygotskij, Lurija, 1997, p. X). Ilconcetto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione semiotica, e in particolare <strong>di</strong> come uno strumento “esterno” possaessere considerato psicologico, è sviluppato da Vygotskij a partire dalla concezionepavloviana della strutturazione dei processi psichici intesa come sequenze <strong>di</strong> S-R (stimolorisposta).Il campo <strong>di</strong> applicazione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> sequenza è però per Vygotskij quello deiprocessi psichici elementari (riprendendo la classificazione <strong>di</strong> Bühler, il livello piùelementare è quello <strong>degli</strong> istinti o dei riflessi innati, seguito dal livello dei riflessi acquisiti ocon<strong>di</strong>zionati; entrambi spiegabili con sequenze S-R). Nei processi psichici superiori 15 , ilterzo livello delle funzioni “intellettive”, nella sequenza si inserisce un nuovo elemento,quello che Vygotskij chiama stimolo-mezzo. È l’introduzione <strong>di</strong> questo stimolo-mezzo acostituire il “salto <strong>di</strong>alettico” che mo<strong>di</strong>fica qualitativamente il rapporto tra stimolo ereazione. L’uomo si avvale continuamente <strong>di</strong> strumenti per l’esercizio <strong>di</strong> queste funzioni15 Vegetti (1997, p.46) fa notare che secondo la denominazione in uso ai suoi tempi Vygotskij parla <strong>di</strong> “funzioni psichiche”piuttosto che <strong>di</strong> “processi cognitivi” come faremmo oggi.

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