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Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 71esperienza nel campo della biologia, egli vede questo sviluppo come conseguenzadell’interazione tra un numero limitato <strong>di</strong> conoscenze o capacità geneticamente date e leinfluenze dell’ambiente esterno. Questa interazione dà luogo alla comparsa <strong>di</strong> schemi,comprendenti strutture <strong>di</strong> elaborazione dotate <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> carattere generale, in grado <strong>di</strong>integrare le esperienze e le operazioni del soggetto in un quadro coerente. Le caratteristichebiologiche del funzionamento intellettuale sono chiamate da Piaget “invarianti funzionali” econsistono nell’organizzazione e nell’adattamento. L’organizzazione rappresenta la tendenzaa costruire strutture, totalità organiche che presentano peculiari relazioni tra le parti <strong>di</strong> cuisono costituite. Si è in presenza <strong>di</strong> una funzione regolatrice dell’intelligenza sottesaall’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un equilibrio ideale. L’adattamento è invece l’invariante funzionale chepiù contribuisce alla comprensione dei processi implicati nella costruzione <strong>di</strong> schemi delpensiero, e <strong>di</strong> conseguenza negli elementi della cognizione umana implicati nell’interazionecon l’ambiente e gli artefatti in genere. In questa prospettiva Piaget vede i processiappren<strong>di</strong>tivi e cognitivi come processi <strong>di</strong> “costruzione” attiva del mondo e della realtàesperienziale e non <strong>di</strong> ricezione passiva <strong>di</strong> dati ed informazioni. Il soggetto gioca cioè unruolo essenziale e costitutivo in quanto “agente epistemico” in grado <strong>di</strong> strutturare le proprieconoscenze entrando in una complessa relazione <strong>di</strong> adattamento con i contesti ambientali incui pensa ed agisce. La relazione <strong>di</strong> adattamento si realizza me<strong>di</strong>ante due processicomplementari: l’assimilazione e l’accomodamento. L’assimilazione rappresenta il“processo me<strong>di</strong>ante il quale un aspetto o un oggetto della realtà esterna vengono incorporatinella struttura mentale del soggetto, oppure vengono interpretati dal funzionamentointelligente del soggetto, in modo coerente con il tipo <strong>di</strong> organizzazione cognitiva <strong>di</strong> cuil’in<strong>di</strong>viduo è dotato” (Valentini, 1998, p. 146). L’assimilazione rappresenta cioèl’incorporazione del dato esteriore, o dell’esperienza, nella struttura mentale senza chequesta sia mo<strong>di</strong>ficata da tale incorporazione. Nel processo <strong>di</strong> accomodamento, invece, lastruttura mentale del soggetto dovrà mo<strong>di</strong>ficarsi in funzione delle esigenze poste dal nuovodato offerto dall’esperienza. L’accomodamento “rappresenta la produttività dell’incontro trala struttura mentale e le nuove esperienze offerte dall’ambiente esterno. L’accomodamentorappresenta la possibilità dell’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> adattarsi plasticamente alle esigenze che il mondoesterno gli presenta” (Valentini, 1998, p. 147). Assimilazione e accomodamento sononaturalmente processi correlati e spesso compresenti essendo “due poli <strong>di</strong> un’interazione traorganismo e ambiente che è la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ogni funzionamento biologico ed intellettuale”(Piaget, 1973, p. 398). Per Piaget gli schemi possono essere considerati come strutture createdall’attività assimilatrice ricorrente, più precisamente uno schema si crea grazie all’esercizioripetuto dell’attività organizzata e si consolida nella ripetizione della sua applicazione,estendendo conseguentemente la gamma <strong>degli</strong> oggetti incorporabili e, nel contempo, date levarietà che si introducono nella ripetizione dell’attività, <strong>di</strong>fferenziando gli oggetti su cuitrova applicazione. In tale processo generativo, ogni schema si coor<strong>di</strong>na inoltre con altrischemi <strong>di</strong> maggior portata (Valentini, 1998, p. 151). Le nozioni <strong>di</strong> schema messe a punto daPiaget continuano ad ispirare ulteriori modellizzazioni in ambito psicologico. Tra icognitivisti, ad esempio, Rumelhart e Norman (1978) hanno definito con l’aiuto <strong>degli</strong> schemile modalità fondamentali <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Secondo questi autori, infatti, l’adozione delloschema come elemento base della rappresentazione della conoscenza ha impliciti in sé tre<strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento: accrescimento (che è la co<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> informazioni nuovedentro schemi precedenti), sintonizzazione (che è il progressivo adattamento omiglioramento <strong>di</strong> uno schema conseguente all’applicazione ripetuta), ristrutturazione (che èil processo <strong>di</strong> creazione <strong>di</strong> nuovi schemi, quando si verifica l’inadeguatezza o insufficienza<strong>di</strong> ogni schema preesistente). Queste modalità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento da non considerarealternative, sono in <strong>di</strong>versa misura e con <strong>di</strong>versa frequenza implicate nell’appren<strong>di</strong>mento enella strutturazione della conoscenza (Boscolo, 1986, p. 19).Le riflessioni derivanti dal costruttivismo piagetiano, anche attraverso le rielaborazioni inchiave cognitivista, evidenziano soprattutto un’idea <strong>di</strong> conoscenza non come immagineriflessa del mondo reale, ma quale costruzione prodotta dall’attività cognitiva del soggetto inrelazione con la realtà esterna. In tale prospettiva mente e mondo sono in così stretta

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