112Strumenti della rete e processo formativocon<strong>di</strong>vise e dove è possibile incontrarsi, comunicare ed interagire. In alcuni casi la metaforadell’ambiente <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento come “spazio” viene implicitamente in<strong>di</strong>rizzata dagli autoriche, attraverso ricostruzioni virtuali <strong>di</strong> ambienti reali, enfatizzano questo tipo <strong>di</strong> concettoattraverso l’associazione <strong>di</strong> funzioni all’iconografia spaziale appropriata.L’utilizzo della rappresentazione <strong>di</strong> luoghi riconoscibili (come biblioteche, au<strong>di</strong>torium, aule,laboratori e perfino caffetterie e guardaroba 49 ) incontra il favore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi autori (Harasim,1995; Turoff, 1995; Draves, 2000; per una panoramica si veda: Rotta, 2001) per la capacitàche questo tipo <strong>di</strong> organizzazione offre nel ricostruire il senso della presenza e riportarecostantemente l’attenzione sulle “funzioni” e sulle modalità <strong>di</strong> interazione tra gli studenti el’istituzione formativa nel suo complesso. In ogni caso, seppure la metafora spaziale siriferisca o riproduca strutture simili a quelle delle istituzioni tra<strong>di</strong>zionali, l’utilizzo <strong>degli</strong>ambienti virtuali finisce per dar vita a nuovi modelli <strong>di</strong> organizzazione a cui, inevitabilmente,lo studente è portato ad abituarsi. Nel contesto virtuale assumono ad esempio un significatospecifico aree che necessariamente non trovano riscontro nei contesti tra<strong>di</strong>zionali, come lestanze per le <strong>di</strong>scussioni libere (chat room), le stanze per tavole rotonde permanenti (me<strong>di</strong>astreaming e forum), gli uffici postali (e-mail e mailing-list), o i luoghi specializzati perl’amministrazione del sistema, dei calendari e dei database. Altre piattaforme, pur rimanendonell’ambito dell’approccio metaforico spaziale, strutturano le funzioni sulla base <strong>di</strong> altrioggetti simbolicamente collegabili al mondo della formazione come quaderni, libri o zainetti,oppure scegliendo “metafore” più azzardate come quella del banco del croupier dove le carteda gioco rappresentano le opzioni o quella <strong>degli</strong> alberi della conoscenza i cui frutti sono iservizi 50 .Al <strong>di</strong> là delle modalità con cui le funzioni vengono allestite – la gran parte delle piattaforme,comunque, continua a seguire le strutture classiche <strong>degli</strong> applicativi Windows – è possibilesud<strong>di</strong>videre le funzioni <strong>di</strong>sponibili in aree specializzate che, nell’ambito dell’e-learning,possono essere quelle in<strong>di</strong>cate nella tabella seguente (evidentemente le funzioni possonovariare tra strumento e strumento e in base al modello <strong>di</strong>dattico).Area specializzata Attore FunzioniArea personale dell’utente Studenti profilo, annotazioni, agenda, desktop personaleArea <strong>di</strong> amministrazione System-admin registrazione utenti, caricamento “courseware”Area <strong>di</strong> organizzazione dei corsi Docenti/tutor iscrizione agli esami, news, calendarioArea dei materiali <strong>di</strong>dattici Studenti Lezioni (courseware multime<strong>di</strong>ali), FAQ, glossari, link utili,manuali, articoli, <strong>di</strong>spense (file downoadabili)Area <strong>di</strong> comunicazioneStudentiForum, chat, messaggi, au<strong>di</strong>o-video conferenza, postaArea <strong>di</strong> supporto alle attivitàcollaborativeDocenti/tutorStudentiDocenti/tutorelettronica integrataDocumenti con<strong>di</strong>visi, lavagne o desktop con<strong>di</strong>visiArea <strong>di</strong> valutazione Studenti Test <strong>di</strong> autovalutazione o <strong>di</strong> verificaArea <strong>di</strong> authoring Docenti/tutor Sviluppo contenuti e dei test, caricamento materiali, gestionedella struttura del corsoArea <strong>di</strong> monitoraggio Docenti/tutor Gestione dei tracciamenti, verifica delle attività svolte per ognistudente o per gruppi, revisione esercizi e test, statisticheTabella 4. Aree specializzate e funzioni <strong>di</strong> una piattaforma e-learning generica49 Un esempio <strong>di</strong> metafora spaziale è quello offerto dalla “University 24/7” che propone continuativamente (da cui il nome24/7: ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette) corsi e lezioni basati soprattutto su erogazione <strong>di</strong> registrazioni au<strong>di</strong>o evideo (in Internet all’in<strong>di</strong>rizzo: http://www.247university.com ).50 L’albero della conoscenza è un ambiente <strong>di</strong> e-learning per l’appren<strong>di</strong>mento collaborativo sviluppato dalla società Didael(http://www.<strong>di</strong>dael.it/ ), mentre la piattaforma Web AU.L.A, del gruppo fiorentino Softec (http://www.softecspa.it ), èl’ambiente che utilizza la metafora dell’appren<strong>di</strong>mento come gioco.
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 113Anche le piattaforme integrate, analogamente agli strumenti per la CMC, possono essereclassificate in vario modo. Una delle <strong>di</strong>stinzioni più utili è quella che può essere fatta sullabase del modello <strong>di</strong>dattico che evocano o supportano. Questa <strong>di</strong>stinzione origina, dal punto<strong>di</strong> vista operativo, dalle tre principali forme <strong>di</strong> interazione formativa possibili in rete:studente-risorse, studente-formatore, studente-studente dalle quali <strong>di</strong>scendono tre tipologie<strong>di</strong>dattiche para<strong>di</strong>gmatiche per lo sviluppo dei corsi a <strong>di</strong>stanza: learner-centered laddove loscopo primario della formazione in rete è l’acquisizione <strong>di</strong> conoscenze o abilità operative daparte dei <strong>di</strong>scenti anche attraverso l’autoappren<strong>di</strong>mento, instructor-centered il cui obiettivo èprevalentemente l’acquisizione <strong>di</strong> contenuti da parte dei corsisti e dove il ruolo del formatore(docente o tutor) è centrale, e infine, il modello learning-team-centered, basato cioè sul“gruppo che apprende” e sulla collaborazione tra pari (Calvani, Rotta, 2000) 51 .Una <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>stinzione, per certi versi compatibile con la precedente, è quella descritta daMason (1998) e dove le tre modalità prendono il nome <strong>di</strong>: content and support, wrap arounde modello integrato.Un corso basato sul modello content and support è caratterizzato dalla separazionetendenziale tra i contenuti e la tutorship e da materiali <strong>di</strong>dattici prevalentemente strutturati eautoconsistenti. Il <strong>di</strong>scente che lo segue lavora solitamente in maniera autonoma verificandoi propri progressi attraverso una serie <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> autovalutazione. Il tutor può in questocaso essere considerato come un “esperto <strong>di</strong> area” il cui intervento avviene solo <strong>di</strong>etroesplicita richiesta da parte dello studente. Un corso ispirato al modello wrap around presentainvece contenuti meno strutturati (rispetto agli altri modelli) e il lavoro dello studente prendeavvio da una documentazione <strong>di</strong> partenza da cui si <strong>di</strong>panano <strong>di</strong>scussioni frequenti e relazioniincrociate tra tutor e <strong>di</strong>scenti. Infine, nel modello integrato, i contenuti sono tipicamente“flui<strong>di</strong> e <strong>di</strong>namici” e il <strong>di</strong>scente partecipa soprattutto ad attività collaborative.L’impostazione generale prevede infatti una grande attenzione al processo <strong>di</strong> costruzionedelle conoscenze e all’interazione nella classe virtuale dei vari attori attribuendo moltaimportanza all’approccio progettuale delle tematiche affrontate.Strettamente legato al modello <strong>di</strong>dattico, e quin<strong>di</strong> alla prevalenza <strong>di</strong> alcune tipologie <strong>di</strong>strumenti, si collegano le funzioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione svolte dal formatore. Collins e Berge(1996) propongono tre <strong>di</strong>versi ruoli per il tutor online che è stato rilevato (Calvani, Rotta,2000, p.221; Trio, 2003, p. 99) si adattano bene alle tre <strong>di</strong>verse tipologie: il tutor istruttore(instructor) orientato al lavoro sui contenuti presi<strong>di</strong>a prevalentemente alla pre<strong>di</strong>sposizionedei materiali e ad un eventuale supporto nel loro uso e quin<strong>di</strong> si adatta bene al modello chevede prevalentemente lo studente impegnato con i contenuti, il tutor facilitatore (facilitator)orientato a fornire un supporto più strutturato e determinante dal punto <strong>di</strong> vista formativo chesi integra bene con il modello “studente-formatore” e, infine, il tutor moderatore (moderator)orientato alla gestione dei gruppi <strong>di</strong> lavoro e delle <strong>di</strong>scussioni aperte nel modello “studentestudente”.Nella tabella che segue, i tre modelli vengono comparati e confrontati con situazionianaloghe nelle esperienze formative tra<strong>di</strong>zionali.51 Il CERFAD Emilia Romagna propone una <strong>di</strong>stinzione analoga. I tre modelli <strong>di</strong>dattici vengono in questo caso denominati:1) appren<strong>di</strong>mento integrato da sistemi <strong>di</strong> supporto. 2) classe virtuale, 3) appren<strong>di</strong>mento collaborativo in rete (CERFAD, 2000,p.14).
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