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Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 113Anche le piattaforme integrate, analogamente agli strumenti per la CMC, possono essereclassificate in vario modo. Una delle <strong>di</strong>stinzioni più utili è quella che può essere fatta sullabase del modello <strong>di</strong>dattico che evocano o supportano. Questa <strong>di</strong>stinzione origina, dal punto<strong>di</strong> vista operativo, dalle tre principali forme <strong>di</strong> interazione formativa possibili in rete:studente-risorse, studente-formatore, studente-studente dalle quali <strong>di</strong>scendono tre tipologie<strong>di</strong>dattiche para<strong>di</strong>gmatiche per lo sviluppo dei corsi a <strong>di</strong>stanza: learner-centered laddove loscopo primario della formazione in rete è l’acquisizione <strong>di</strong> conoscenze o abilità operative daparte dei <strong>di</strong>scenti anche attraverso l’autoappren<strong>di</strong>mento, instructor-centered il cui obiettivo èprevalentemente l’acquisizione <strong>di</strong> contenuti da parte dei corsisti e dove il ruolo del formatore(docente o tutor) è centrale, e infine, il modello learning-team-centered, basato cioè sul“gruppo che apprende” e sulla collaborazione tra pari (Calvani, Rotta, 2000) 51 .Una <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>stinzione, per certi versi compatibile con la precedente, è quella descritta daMason (1998) e dove le tre modalità prendono il nome <strong>di</strong>: content and support, wrap arounde modello integrato.Un corso basato sul modello content and support è caratterizzato dalla separazionetendenziale tra i contenuti e la tutorship e da materiali <strong>di</strong>dattici prevalentemente strutturati eautoconsistenti. Il <strong>di</strong>scente che lo segue lavora solitamente in maniera autonoma verificandoi propri progressi attraverso una serie <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> autovalutazione. Il tutor può in questocaso essere considerato come un “esperto <strong>di</strong> area” il cui intervento avviene solo <strong>di</strong>etroesplicita richiesta da parte dello studente. Un corso ispirato al modello wrap around presentainvece contenuti meno strutturati (rispetto agli altri modelli) e il lavoro dello studente prendeavvio da una documentazione <strong>di</strong> partenza da cui si <strong>di</strong>panano <strong>di</strong>scussioni frequenti e relazioniincrociate tra tutor e <strong>di</strong>scenti. Infine, nel modello integrato, i contenuti sono tipicamente“flui<strong>di</strong> e <strong>di</strong>namici” e il <strong>di</strong>scente partecipa soprattutto ad attività collaborative.L’impostazione generale prevede infatti una grande attenzione al processo <strong>di</strong> costruzionedelle conoscenze e all’interazione nella classe virtuale dei vari attori attribuendo moltaimportanza all’approccio progettuale delle tematiche affrontate.Strettamente legato al modello <strong>di</strong>dattico, e quin<strong>di</strong> alla prevalenza <strong>di</strong> alcune tipologie <strong>di</strong>strumenti, si collegano le funzioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione svolte dal formatore. Collins e Berge(1996) propongono tre <strong>di</strong>versi ruoli per il tutor online che è stato rilevato (Calvani, Rotta,2000, p.221; Trio, 2003, p. 99) si adattano bene alle tre <strong>di</strong>verse tipologie: il tutor istruttore(instructor) orientato al lavoro sui contenuti presi<strong>di</strong>a prevalentemente alla pre<strong>di</strong>sposizionedei materiali e ad un eventuale supporto nel loro uso e quin<strong>di</strong> si adatta bene al modello chevede prevalentemente lo studente impegnato con i contenuti, il tutor facilitatore (facilitator)orientato a fornire un supporto più strutturato e determinante dal punto <strong>di</strong> vista formativo chesi integra bene con il modello “studente-formatore” e, infine, il tutor moderatore (moderator)orientato alla gestione dei gruppi <strong>di</strong> lavoro e delle <strong>di</strong>scussioni aperte nel modello “studentestudente”.Nella tabella che segue, i tre modelli vengono comparati e confrontati con situazionianaloghe nelle esperienze formative tra<strong>di</strong>zionali.51 Il CERFAD Emilia Romagna propone una <strong>di</strong>stinzione analoga. I tre modelli <strong>di</strong>dattici vengono in questo caso denominati:1) appren<strong>di</strong>mento integrato da sistemi <strong>di</strong> supporto. 2) classe virtuale, 3) appren<strong>di</strong>mento collaborativo in rete (CERFAD, 2000,p.14).

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