11.07.2015 Views

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 13Il costruttivismo psicopedagogico, le cui proposte possono essere viste come una varianteall’interno del cognitivismo (Merrill, 1991; Wilson, 1995; 1997), una sorta <strong>di</strong> “cognitivismoecologico” (Varisco, 2002, p.12), prende campo nel corso <strong>degli</strong> anni ottanta, soprattuttocome reazione sia alla visione meccanicistica e riduzionista della mente umana concepitacome <strong>di</strong>spositivo per l’elaborazione <strong>di</strong> informazioni sia alla visione ottimistica dei modellirazionalistici e logico deduttivi che sono alla base dell’IA (Pellerey, 1994; Calvani, 2001).Nello stesso periodo entrano in crisi anche molte delle aspettative legate all’IA. Inparticolare, assieme ai risultati a volte anche importanti dell’impresa inaugurata da scienziaticome Turing, Newell, McCarthy, Simon, Minsky, si iniziano ad intravedere insormontabili<strong>di</strong>stinzioni tra la complessa e variegata fenomenologia dei sistemi cognitivi umani rispettoalla parziale – ancorché potente – capacità <strong>di</strong> calcolo <strong>degli</strong> elaboratori. Le <strong>di</strong>fferenze inizianoa mostrarsi per quello che sono, ovvero non tanto come <strong>di</strong>verse gradazioni su una medesimascala <strong>di</strong> abilità, quanto ambiti semantici in contesti operativi ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versi. Winograde Flores (1987) e Barrett (1991) sono tra i primi autori che hanno il merito <strong>di</strong> averin<strong>di</strong>viduato i limiti dell’impostazione tra<strong>di</strong>zionale dell’intelligenza artificiale, in<strong>di</strong>cando unnuovo modo <strong>di</strong> utilizzo del calcolatore e aprendo così la strada a filoni <strong>di</strong> ricerca piùpreoccupati a sviluppare sistemi in grado <strong>di</strong> coa<strong>di</strong>uvare la capacità umana <strong>di</strong> comunicare ecollaborare, piuttosto che perseguire nello sviluppo <strong>di</strong> macchine intelligenti. In questa otticaviene ritenuto prioritario guardare alla conoscenza come ad un fenomeno che richiedeun’azione soggettiva caratterizzata da continue rielaborazioni in<strong>di</strong>viduali all’interno <strong>di</strong>precisi contesti sociali in cui vengono costruiti e con<strong>di</strong>visi i significati. Per questo motivo, inambito <strong>di</strong>dattico, viene privilegiato l’uso delle tecnologie quali congegni per “costruire” laconoscenza piuttosto che per accedere a saperi precostituiti. Per tutti gli anni novanta, anchenella scuola italiana, l’enfasi è posta sulle attività <strong>di</strong> progettazione e realizzazione <strong>di</strong> ipertestie prodotti multime<strong>di</strong>ali dove gli studenti sono principalmente chiamati a confrontarsi con lemolteplici modalità <strong>di</strong> rappresentazione della conoscenza (Varisco 1995a, 1995b; Calvani1995b). Il rapporto con l’elaboratore è visto in un’ottica <strong>di</strong> supporto e <strong>di</strong> facilitazione deiprocessi cognitivi dato che – anche a seguito della revisione in ambito epistemologico, deiconcetti <strong>di</strong> esattezza e compiutezza della conoscenza scientifica – è sempre più evidente ilcarattere problematico dell’idea, per anni dominante in ambito educativo, dell’oggettivabilitàe trasferibilità della conoscenza (Calvani 1999b; 2001). Per i costruttivisti “le idee, laconoscenza, l’informazione che la tra<strong>di</strong>zione ha sempre considerati trasmissibili tramite illinguaggio, si rivelano anche loro costruzioni che ogni in<strong>di</strong>viduo deve astrarre (o costruire)dalla propria esperienza” (von Glaserfeld, 1999). In questa prospettiva le tecnologie nonsono quin<strong>di</strong> viste come strumenti per la “<strong>di</strong>stribuzione” <strong>di</strong> saperi predeterminati, ma comeambienti per la costruzione attiva e significativa delle conoscenze. Anche senza che laprogrammazione curricolare venga del tutto eliminata, l’attenzione è spostata sui processi esulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contesto – come la varietà e quantità dei supporti e <strong>di</strong>spositivi impiegati(scaffold) – che consentono lo sviluppo delle soluzioni, l’organizzazione dei problemi, lastrutturazione, secondo stili in<strong>di</strong>viduali o attraverso giochi <strong>di</strong> mutua appropriazione, deipercorsi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Nell’ambito <strong>di</strong> questi principi vengono proposti svariati modelliapplicativi nei quali, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente, trovano una felice applicazione letecnologie per l’educazione; ne sono vali<strong>di</strong> esempi: le community of learners (Brown,Campione, 1990, 1994; Brown, 1996), le ricerche sull’appren<strong>di</strong>stato cognitivo (Collins,Holum, 1991; Collins, Brown, Newman, 1995) e gli ambienti per l’appren<strong>di</strong>mentogenerativo (Cognition & Technology Group at Vanderbilt, 1992, 1993).1.2 CSCL: un para<strong>di</strong>gma emergente per la pratica in educazioneA partire dagli anni novanta, con l’avvento delle reti telematiche, nell’ambito delletecnologie dell’educazione è possibile spostare definitivamente l’accento verso le

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!