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Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 77riflessioni dei <strong>di</strong>versi attori: il principale (preside), il coor<strong>di</strong>natore delle analisi tecnologichee due <strong>di</strong>versi insegnanti. Ogni attore viene intervistato circa gli elementi che compongono ilpoliedro: come valuta gli strumenti, come descrive se stesso, i ruoli, la comunità, la <strong>di</strong>visionedel lavoro e gli obiettivi. La molteplicità delle prospettive evidenzia non solo le <strong>di</strong>versemodalità <strong>di</strong> cogliere la realtà, ma anche i no<strong>di</strong> problematici che nascono a partire dal<strong>di</strong>sallineamento nella visione e nelle aspettative nei <strong>di</strong>versi attori.Figura 10. Come Kevin, il preside della scuola, descrive dal suo punto <strong>di</strong> vistail processo <strong>di</strong> innovazione tecnologica nel lavoro <strong>di</strong> Romeo e Walker (2002, p.326).La teoria dell’attività può quin<strong>di</strong> essere utilizzata come modello per guardare agli artefatti,alle pratiche ed alle aspettative da prospettive <strong>di</strong>verse. Engeström (1987) suggerisce <strong>di</strong>stu<strong>di</strong>are le contrad<strong>di</strong>zioni, ad esempio, tra lo strumento correntemente utilizzato e il risultatoottenuto, o le norme che fanno parte della prassi e della <strong>di</strong>visione del lavoro. Molte dellecontrad<strong>di</strong>zioni potrebbero non essere osservabili nello stesso momento, o non derivare damotivazioni razionali. Per questo motivo è necessario, in questa prospettiva, sviluppareanalisi dettagliate delle attività umane e delle loro contrad<strong>di</strong>zioni al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare leragioni per cui gli artefatti potrebbero non funzionare. Senza un’indagine accurata,potremmo infatti non accorgerci che uno strumento perfettamente funzionante fuori dallospecifico contesto potrebbe non essere accettato o accolto in ambiti specifici. Fjuk e Smørdal(2001), utilizzando il modello sistemico <strong>di</strong> Engeström per l’analisi dei contesti <strong>di</strong> azione, e<strong>di</strong>n modo particolare per la comprensione dei processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento collaborativo,in<strong>di</strong>viduano tre aspetti interconnessi: la costruzione della conoscenza e lo sviluppo deisignificati (development of meaning and construction of knowledge), il processo <strong>di</strong> scambio(exchange process) e il processo <strong>di</strong> creazione dei ruoli (role-taking process).Artefatto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azioneRegoleStudenteProcessi<strong>di</strong> scambioSviluppodel significatoUso delsignificatoComunitàOggettoProcessoattribuzione ruoliDivisione del lavoroFigura 11. Gli aspetti dell’attività collaborativa (Fjuk, Smørdal, 2001, p.4).Il modello (Figura 11) mostra che lo studente non è isolato, ma fa parte <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento caratterizzata da processi <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> attribuzione <strong>di</strong> ruoli. Il processo <strong>di</strong>

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