11.07.2015 Views

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 47all’organizzazione implicita ed esplicita <strong>di</strong> una comunità in quanto connessa al processo <strong>di</strong>trasformazione dell’oggetto nel risultato. Ognuno dei termini <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione è formatostoricamente ed aperto ad ulteriore sviluppo” (Kuutti, 1996, p. 28).In generale, l’analisi dei sistemi <strong>di</strong> lavoro proposta dalla teoria dell’attività si pone comeeminentemente “interventista non avendo solo uno scopo descrittivo, ma anche quello <strong>di</strong>produrre conoscenze tali per cui il sistema possa mo<strong>di</strong>ficarsi e innovarsi. È quin<strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong>analisi che punta a produrre cambiamenti nel sistema stesso, non imponendoli o trasferendolidall’esterno, ma creando negli operatori consapevolezze e conoscenze tali da permettere loro<strong>di</strong> trovare e sperimentare mo<strong>di</strong> e strumenti per l’evoluzione del sistema stesso”(Zucchermaglio, 1996, p.27). Questa teoria, proponendo <strong>di</strong> considerare l’attività un’unità <strong>di</strong>osservazione per le scienze umane, ed in particolare per i sistemi formativi, è quin<strong>di</strong>particolarmente appropriata per analizzare le situazioni <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento nell’ambito delCSCL (Docq, Daele, 2001), in particolare, in una visione sistemica, l’insieme <strong>degli</strong> elementidel sistema <strong>di</strong>pendenti dall’attività da conseguire. In base all’esigenza <strong>di</strong> analizzare l’uso<strong>degli</strong> strumenti CSCL, sono particolarmente utili tre elementi <strong>di</strong> questa prospettiva(seguendo Docq, Daele, 2001):1) Il triangolo formato tra il soggetto, gli artefatti e la comunità e che suggerisce <strong>di</strong>considerare le peculiari modalità <strong>di</strong> utilizzo <strong>degli</strong> strumenti accettate all’interno delgruppo. In questa prospettiva è importante capire le modalità <strong>di</strong> negoziazione e <strong>di</strong>attribuzione <strong>di</strong> significato agli strumenti in quanto me<strong>di</strong>atori delle azioni in<strong>di</strong>vidualie collettive.2) Il triangolo formato tra la comunità, gli artefatti e gli obiettivi (e i concetti associati<strong>di</strong> regole e <strong>di</strong>visione del lavoro) quali fattori che possono influenzare il modo in cuigli strumenti sono utilizzati in un gruppo <strong>di</strong> riferimento.3) Il triangolo formato tra il soggetto, gli artefatti e gli obiettivi dal momento che siamointeressati a comprendere le modalità con cui gli in<strong>di</strong>vidui si appropriano dei nuovistrumenti. In questo caso avremo quin<strong>di</strong> una prospettiva in<strong>di</strong>viduale alla costruzionedel significato <strong>di</strong> utilizzo.2.5.1 Partecipazione legittimata e comunità <strong>di</strong> praticheNel 1988 dalle suggestioni offerte dalla teoria dell’attività, ed in particolare dal lavoro svoltoda Cole, Mukerji ed Engeström, prende avvio a cura <strong>di</strong> Lave e Wenger la formulazione delconcetto <strong>di</strong> “partecipazione periferica legittimata” - LPP - legitimate periferial partecipation(Lave, Wenger, 1991) e del costrutto <strong>di</strong> “comunità <strong>di</strong> pratica”, successivamente approfon<strong>di</strong>toin particolare da Wenger (Wenger 1998; Wenger, McDermott, Snyder, 2002).L’appren<strong>di</strong>mento, in questa prospettiva, è eminentemente un processo <strong>di</strong> partecipazione, <strong>di</strong>acquisizione attraverso la pratica (l’attività), delle conoscenze <strong>di</strong>sponibili all’interno <strong>di</strong> uncontesto. “L’appren<strong>di</strong>mento visto come un’attività situata ha come caratteristica principaleun processo che possiamo chiamare <strong>di</strong> partecipazione periferica legittimata. Attraversoquesta formulazione inten<strong>di</strong>amo concentrare l’attenzione sul fatto che chi apprendeinevitabilmente partecipa ad una comunità <strong>di</strong> praticanti e che padroneggiare la conoscenza ele competenze richieste ai neofiti muovono verso una piena partecipazione nelle pratichesocioculturali <strong>di</strong> una comunità” (Lave, Wenger, 1991, p.29). Per comprendere pienamentequesta proposta, che sposta il focus dal livello psicologico a quello antropologico-sociale, ènecessario acquisire il punto <strong>di</strong> vista dell’appren<strong>di</strong>sta. Colui che entra nel processo lavorativoprocede usualmente da compiti più semplici e meno importanti verso compiti cruciali e“centrali”. La motivazione all’appren<strong>di</strong>mento é data dalla legittimazione sociale, mentre lasua possibilità deriva proprio dal partecipare, come appren<strong>di</strong>sta, ad ottenere gradualmenteun’immagine dall’attività nel suo insieme e delle cose che sono necessarie. L’appren<strong>di</strong>mento

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!