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Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 894 Ambienti CSCL e appren<strong>di</strong>mento in reteNon vi sono dubbi circa l’influenza dell’architettura e dellastruttura sul carattere e sulle azioni umane. Prima noiplasmiamo i nostri e<strong>di</strong>fici, poi i nostri e<strong>di</strong>fici plasmano noi.Winston Churchill 34Il presente capitolo, dopo che i precedenti si sono occupati <strong>di</strong> mettere a fuoco i rapportiesistenti tra uomo e tecnologie dal punto <strong>di</strong> vista cognitivo e appren<strong>di</strong>tivo (capitolo secondo)e da quello dei meccanismi intervenienti nell’interazione e nell’uso (capitolo terzo), siprefigge l’obiettivo <strong>di</strong> guardare alle specifiche tecnologie della rete assumendo comeprimaria la metafora del “luogo”. È infatti ormai luogo comune guardare ad Internetattraverso le categorie lessicali dello spazio e del movimento a partire dal nominare i serversu cui risiedono le informazioni come “siti” o dal definire l’atto <strong>di</strong> passare da un serverall’altro con il concetto <strong>di</strong> “navigazione”. A partire da una riflessione sulle caratteristiche<strong>degli</strong> ambienti (fisici) e sulle implicazioni e relazioni che esistono tra allestimento <strong>degli</strong> spazie lo svolgimento delle azioni, verranno più specificamente analizzate le problematicherelative alla creazione ed al mantenimento dello spazio virtuale, che è uno spazioeminentemente sociale, attraverso uno dei suoi principali meccanismi <strong>di</strong> reificazione che èquello della comunicazione basata sulla scrittura. La comunicazione me<strong>di</strong>ata dal computer(CMC) è la modalità con la quale questi spazi vengono “frequentati”: per questo una partecentrale <strong>di</strong> questo capitolo se ne occuperà specificamente. Nella parte finale del capitoloverranno quin<strong>di</strong> passati in rassegna gli specifici ambienti per la comunicazione el’appren<strong>di</strong>mento in rete. Non si tratta però dello sviluppo <strong>di</strong> una rassegna tecnica, quanto <strong>di</strong>un tentativo <strong>di</strong> analizzare le caratteristiche, i vincoli e le potenzialità che ogni specificostrumento mette a <strong>di</strong>sposizione. Riprendendo l’assunto <strong>di</strong> fondo <strong>di</strong> questo lavoro, ovvero chegli strumenti (in questo caso costitutivi <strong>di</strong> “ambienti”) contribuiscono a strutturare <strong>di</strong>namicheoperative (e quin<strong>di</strong> processi cognitivi ed appren<strong>di</strong>tive), si tratterà <strong>di</strong> avviare una riflessionesulle caratteristiche specifiche in grado <strong>di</strong> facilitare o precludere le possibilità <strong>di</strong> incontro, <strong>di</strong>riflessione e <strong>di</strong> socializzazione.4.1 Lo spazio e l’azioneNella storia, ogni manifestazione artistica recepisce, interpreta e restituisce attraverso laforma il pensiero dominante. L’architettura lo fa attraverso le strutture <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici che<strong>di</strong>ventano così una concretizzazione (più propriamente una reificazione) del pensiero deicommittenti. La loro forma però non si limita a rappresentare l’idea, ma attraverso l’usodelle <strong>di</strong>mensioni, <strong>degli</strong> spazi, delle luci e dei colori contribuisce a svilupparla e <strong>di</strong>ffonderla.Gli e<strong>di</strong>fici, la cui funzione primaria è quella <strong>di</strong> proteggere dagli agenti atmosferici esterni,<strong>di</strong>ventano quin<strong>di</strong> luoghi per lo svolgimento <strong>di</strong> funzioni specializzate e, attraverso i vincoli ele opportunità che le strutture fisiche producono, guidano le azioni e i comportamenti. Molto<strong>di</strong> ciò che è consentito fare, come <strong>di</strong> quello che non è consentito, sono imposte dalla34 Citato in: Preece, 2001, p.XV.

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