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L’indagine empirica e le verifiche sul campo 139logica operativa del programma software. Esiste infatti uno scarto, che non sempre vienepreso in considerazione, tra le funzioni che sono state “anticipate” dai progettisti e il realeutilizzo che ne viene poi realmente fatto nella pratica. La questione dell’impatto delletecnologie è da lungo tempo al centro delle riflessioni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> sociologia, economia,psicologia e scienze della comunicazione.Un aspetto particolarmente interessante, anche se non sempre adeguatamente evidenziato, èrelativo alla <strong>di</strong>stanza che separa “da una parte, i progettisti che inseguono il sogno <strong>di</strong>perfezionare una tecnologia (…); dall’altra i novizi, gli utenti potenziali, che ricevonocontinuamente offerte e provano ad introdurle nella loro logica, raramente con<strong>di</strong>videndo lafantasia <strong>di</strong> coloro che li hanno proposti” (Perriault 1989, p. 18).Parlando <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento collaborativo, è necessario riflettere anche sulla percezionesociale del ruolo <strong>degli</strong> strumenti. Non è infatti una questione soltanto soggettiva, ovverolegata alla comprensione ed all’utilizzo <strong>degli</strong> strumenti da parte <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo. In questocaso è in gioco un’intera comunità impegnata ad accettare gli strumenti come me<strong>di</strong>atorirelazionali ed a con<strong>di</strong>viderne regole e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> uso. Subentra quin<strong>di</strong> l’esigenza <strong>di</strong> unaprecisa negoziazione dei particolari elementi <strong>di</strong> una complessa situazione operativa. Lepersone devono con<strong>di</strong>videre il modo <strong>di</strong> utilizzare gli strumenti. Il singolo, quando solo, puòanche usare uno strumento in maniera impropria, ma con la presenza <strong>di</strong> altri è necessarioconcordarne gli scopi e i campi <strong>di</strong> applicazione oltre che le <strong>di</strong>verse valenze ad esso associate(affettive, simboliche, magiche, ecc.). Ma la negoziazione fino a che punto sgombra il campoda possibili malintesi? È pur sempre possibile che ognuno continui ad utilizzare ognistrumento in maniera propria e stereotipata presupponendo che gli altri agiscanoanalogamente e fraintendendo quin<strong>di</strong> il significato del lavoro altrui. Come gli strumenti sonostati integrati nelle attività collaborative? C’è stata coerenza tra strumento (mezzo) e attività(fine)? Le persone hanno con<strong>di</strong>viso questo?Le domande del questionario cercano <strong>di</strong> affrontare in maniera sistematica alcune <strong>di</strong> questiinterrogativi. Nello specifico l’oggetto dell’indagine riguarda quattro aree <strong>di</strong>stinte: a) laconoscenza <strong>degli</strong> utenti (età, caratteristiche, esperienze, ecc.), b) la loro valutazione dellostrumento (Synergeia), c) la loro valutazione dell’utilità e della semplicità d’uso delle singolefunzioni offerte, d) la loro valutazione del corso nel suo insieme.La costruzione dello strumento ha visto un lavoro articolato in varie fasi. Un primo passo havisto la costruzione della matrice composta dai quattro settori d’indagine e, all’interno <strong>di</strong>queste, l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>degli</strong> elementi da porre sotto osservazione. In una fase successiva,per ogni campo in<strong>di</strong>viduato, sono stati selezionate una serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori (le possibilidomande) capaci <strong>di</strong> indagarlo. In tale fase sono stati coinvolti per un rapido brain-stormingalcune persone (tutor e corsisti esperti) che avevano partecipato <strong>di</strong>rettamente all’esperienzaal fine <strong>di</strong> valutare anche aspetti che a prima vista potevano passare inosservati. Sulla base delmateriale raccolto è poi stata ricalibrata la matrice effettuando variazioni alla luce <strong>di</strong> quantoemerso. In fine sono stati selezionati gli in<strong>di</strong>catori salienti e si è passati alla costruzione delledomande (item) ed all’in<strong>di</strong>viduazione della scala adeguata per effettuare la rilevazione che ciinteressa. Nella maggioranza dei casi è stato scelto <strong>di</strong> usare una scala Likert 64 a 5 punti condue risposte positive, due negative ed una neutra o d’incertezza (esempio: 5=Molto,4=Abbastanza, 3=Né molto, né poco, 2= Poco, 1=Molto poco). Non è stato ritenutonecessario provvedere ad un’analisi dell’affidabilità (ad esempio tipo l’alpha test) al fine <strong>di</strong>verificare l’omogeneità <strong>degli</strong> item, visto che gli obiettivi del questionario sono statiselezionati, in numero limitato (40 domande) per misurare elementi <strong>di</strong>versi e non<strong>di</strong>mensioni affini.Il questionario è stato poi somministrato, alcune settimane dopo la chiusura del Corso a tuttala popolazione dei corsisti. Per la raccolta la somministrazione e la raccolta delle risposte è64 La “scala Likert, o metodo dei punteggi sommati, consente <strong>di</strong> rilevare l’intensità <strong>di</strong> un atteggiamento e risulta essere oggi laprocedura più utilizzata nella rilevazione <strong>degli</strong> atteggiamenti” (Lucidano, Salerni, 2002, p.267). La scala Likert rappresenta ungiusto compromesso tra la parsimonia della scala SI/NO e l’esaustività <strong>di</strong> sistemi più complessi.

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