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L’indagine empirica e le verifiche sul campo 169[Laura].Anche il manuale del “pari valutatore” conclude che potrebbero essere utili ulteriori strumenti,oltre ai forum <strong>di</strong> Synergeia, ed in particolare: la chat per limitare il numero dei messaggi neiforum, l’e-mail privata, per incoraggiare i componenti passivi in privato (e auto limitarsi neimessaggi: sia come numero che come lunghezza) oltre a strumenti centralizzati perl’organizzazione dei lavori.La chat ripropone il rituale della presenza. In presenza è possibile accordarsi in tempi piùrapi<strong>di</strong>, il rituale della presenza porta ad una assunzione <strong>di</strong>retta <strong>degli</strong> impegni deliberati dalgruppo. Non ci si può poi nascondere <strong>di</strong>etro lo “scusatemi, non avevo letto”. La chat comecaratteristica specifica sembra quin<strong>di</strong> avere una valenza maggiore nello stipulare accor<strong>di</strong>vincolanti. La netiquette della chat impone chiarezza e semplicità <strong>di</strong> scrittura, parametrifondamentali per evitare, per quanto possibile, frainten<strong>di</strong>menti. La chat funziona come unforum, ma con il vantaggio della sincronicità. Quando si “chatta” il <strong>di</strong>alogo trova le proprieregole; il lessico, i tempi, i mo<strong>di</strong>, i turni <strong>di</strong> scambio, <strong>di</strong>ventano i “canoni comuni” con<strong>di</strong>visitra tutti gli interlocutori.Uno stu<strong>di</strong>o sperimentale (Keil, Johnson, 2002) in<strong>di</strong>ca che la comunicazione basata sulla voce(“voice-mail”) viene percepita come più capace <strong>di</strong> veicolare il senso della presenza socialerispetto all’e-mail basata sulla testualità scritta. Anche questa ricerca conferma la <strong>di</strong>fferentespecificità <strong>di</strong> ogni mezzo, in questo caso sia la comunicazione vocale sincrona, sia la e-mailsono percepite come molto utili e capaci <strong>di</strong> fornire feed-back significativi e <strong>di</strong> buona qualità.Le <strong>di</strong>fferenze stanno nel fatto che la comunicazione in voce (come testimonia il contributoriprodotto sotto) aumenta la coesione e il senso della presenza, mentre l’e-mail è più efficaceed apprezzata per la possibilità <strong>di</strong> essere stampata e acceduta in maniera non sequenziale intempi successivi.Aggiungo due parole su paltalk: è stato un peccato non poterlo usare, ma vero è che noneravamo pronti neppure a livello <strong>di</strong> strumenti (microfono...); credo comunque avrebbe risoltomolti problemi e consentito una maggiore coesione.[Irene, focus group]Considerazioni a parte devono essere fatte sui barometri (cfr. p. 6) che, nonostante siano statipensati come rilevatori del “clima sociale” e quin<strong>di</strong> finalizzati all’auto-conoscenza deigruppi, sono stati vissuti come una forzatura. Molti non hanno risposto (al primo barometrohanno risposto solo 56% dei corsisti, al secondo il 47,5%), quasi senz’altro nessuno è maitornato a rifletterci sopra. Probabilmente le domande erano troppe (da qui la richiesta piùfrequente <strong>di</strong> uno strumento più snello, qualcuno ha detto: “meno domante”) e la lorocon<strong>di</strong>visione non è stata imme<strong>di</strong>ata. È qui necessario ritornare all’esigenza più volteevidenziata, in particolare nella prospettiva qui assunta, che il gruppo si appropri e <strong>di</strong>asignificato agli strumenti ed alle proprie modalità <strong>di</strong> lavoro. I barometri sono stati percepiticome un “corpo estraneo” le cui finalità, poco comprese dai più, non hanno trovatosufficiente integrazione nelle pratiche collaborative.Esprimo grosse perplessità sul barometro: molti <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>catori sono impossibili da valutareoggi (es. efficacia collaborativa, chiarezza ruoli,efficienza del gruppo, etc,..) dal momento cheil lavoro <strong>di</strong> gruppo può <strong>di</strong>rsi iniziato da solo circa 24 ore. Le mie risposte (come penso peraltroanche quelle <strong>degli</strong> altri corsisti, )non mi sembrano molto atten<strong>di</strong>bili... Consideratal’eterogeneità <strong>di</strong> expertise nel gruppo sarebbe opportuno che i componenti mostrasseromaggiore <strong>di</strong>sponibilità a socializzare le rispettive competenze al fine <strong>di</strong> raggiungere miglioririsultati comuni[Ilaria, e-mail al tutor, dopo il primo barometro]Il fatto che questi strumenti, solitamente usati per rafforzare il senso <strong>di</strong> coesione e dellapresenza sociale non siano integrati all’interno dell’ambiente, ma soprattutto che il feed-back

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