11.07.2015 Views

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L’indagine empirica e le verifiche sul campo 137ha animato un significativo <strong>di</strong>battito […] può essere sintetizzata nell’ affermazione <strong>di</strong> unacontinuità tra gli approcci <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> una necessaria inter<strong>di</strong>sciplinarità” (Lucisano,Salerni, 2002).Ogni ricerca indaga la realtà filtrandola con una serie <strong>di</strong> “lenti” o “zoom”, e sono le teorie arappresentare i mo<strong>di</strong> attraverso i quali è dato <strong>di</strong> vedere le cose. È ormai riconosciuto unvalore posizionale della conoscenza, laddove ognuno, attraverso le proprie scelte edesperienze, attraverso il proprio modello <strong>di</strong> vita costituisce un sapere che è in larga partepersonale. Ogni ricercatore cioè osserva il mondo da una prospettiva <strong>di</strong>versa, adottando<strong>di</strong>fferenti para<strong>di</strong>gmi. Un para<strong>di</strong>gma è una finestra mentale, un quadro <strong>di</strong> riferimento perosservare il mondo sociale ed è composto da una serie <strong>di</strong> concetti, <strong>di</strong> assunti e <strong>di</strong> valori(Bailey, 1995). Pertanto è quanto meno doveroso esplicitare il proprio apparato teorico <strong>di</strong>riferimento, inteso come l’insieme <strong>di</strong> lenti, che guidano il proprio lavoro. In questo casol’esplicitazione del quadro teorico all’interno del quale questa ricerca si colloca è stata fattanei primi capitoli. Non è quin<strong>di</strong> necessario ricordare che ci si muove all’interno <strong>di</strong> unaprospettiva situata alla cognizione ed all’appren<strong>di</strong>mento, in sintonia con le considerazionidella scuola storico culturale sovietica e del costruttivismo sociale applicateall’appren<strong>di</strong>mento collaborativo in rete (CSCL).Precisati i limiti epistemologici e il background teorico <strong>di</strong> riferimento, è necessarioriformulare l’ipotesi che inten<strong>di</strong>amo controllare empiricamente e definire meglio l’approccioche si intende seguire dal punto <strong>di</strong> vista metodologico e, conseguentemente, strumentale.Circa l’oggetto dell’indagine, in parte si è detto. L’intero lavoro si interroga sul ruolo <strong>degli</strong>strumenti ed in particolare sulla loro capacità <strong>di</strong> incorporare parte dell’impianto complessivoe della logica operativa <strong>di</strong> un evento (in questo caso: formativo). Gli strumenti della rete, neldare luogo ad “ambienti” complessi e socialmente popolati, ci hanno quin<strong>di</strong> portato aritenere che questi, a loro volta, possano essere in grado <strong>di</strong> fornire valore aggiunto allespecifiche pratiche ivi svolte, e in questo caso <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento collaborativo. L’esigenza èquin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> verificare, seguendo una prospettiva contestualista, se e come gli utenti <strong>di</strong>uno specifico evento hanno “vissuto” ed interpretato il ruolo <strong>degli</strong> strumenti telematici nellame<strong>di</strong>azione del loro appren<strong>di</strong>mento.Circa invece l’approccio metodologico adottato è bene precisare che abbiamo quiinterpretato l’idea <strong>di</strong> “metodo” su basi meno dogmatiche, oltre che meno prescrittive,rispetto a quelle che la tra<strong>di</strong>zione positivista e neopositivista ci ha consegnato. Si passa cioèdall’idea iniziale, implicita nell’etimo, <strong>di</strong> metodo quale “strada” in<strong>di</strong>cante un insiemesuccessivo e or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> atti che l’uomo <strong>di</strong>spone per conseguire un suo fine; allaconstatazione della complessità, della indeci<strong>di</strong>bilità, della problematicità e molteplicità deimeto<strong>di</strong>. “La crisi del neopositivismo ha trascinato con sé la metodologia, con cui la scienzaveniva identificata; d’altro canto nel tentativo <strong>di</strong> salvare la razionalità scientifica, si èseparata quest’ultima dalla metodologia, in<strong>di</strong>viduandola questa volta nell’argomentazione”(Bruschi, 1996, p. 20).Il metodo si viene così a collocare nello specifico (<strong>di</strong> un aspetto, <strong>di</strong> un ambito, <strong>di</strong> unaprospettiva) e lo dota <strong>di</strong> strumenti, sostanzialmente linguistici, tali per cui la ricerca non siperda nell’inconcludenza. La razionalità è ancora oggi centrale, ma la sua portata è limitataperché le nostre informazioni sul mondo sono parziali. La “razionalità limitata non assicuracertamente la verità, ma permette <strong>di</strong> escludere un buon numero <strong>di</strong> errori; sebbene imperfetta,è la meno imperfetta tra quelle utilizzate dall’uomo, quella che più garantisce l’affidabilitàdei suoi risultati [...] ed è anche relativa, perché la sua forza è in funzione del tempo”(ibidem, p.42).Il metodo oggi fornisce regole da usarsi caso per caso, da scegliere, interpretare ed integrare,e i cui risultati sono più o meno affidabili e precisi a seconda della tecnologia utilizzata odelle circostanze. In <strong>di</strong>scussione dunque non è tanto il metodo, quanto dunque la suaesclusività e la certezza dei risultati a cui conduce. Disattendere una regola “non è più <strong>di</strong> persé un’operazione antimetodologica, quin<strong>di</strong> irrazionale. Lo sarebbe se la regola fosse unica ela sua applicazione esaurisse la decisione scientifica. Un comportamento <strong>di</strong>viene irrazionale

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!