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Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 97I nuovi testi si presentano come qualcosa <strong>di</strong> intrinsecamente aperto, incompiuto, suscettibile<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche, interconnesso con altri testi, con testi <strong>di</strong> altri autori in un rimando continuo chespesso rende <strong>di</strong>fficile l’attribuzione ad un solo autore. Anzi: il testo elettronico, ed inparticolare quello on line, si presta a continui riusi, a redazioni multiple, a lavori in equipe, ascritture progressive. Per questi ed altri motivi, l’elemento centrale su cui su basa laformazione in rete è oggi dato dal prevalente utilizzo della comunicazione testuale scritta. Cisono infatti varie evidenze, nonostante una tendenza attuale ad usare anche ambientichiamati “classi virtuali” che si basano prevalentemente sull’uso dell’au<strong>di</strong>o-video, che i<strong>di</strong>aloghi in forma scritta siano maggiormente capaci <strong>di</strong> attribuire ai partecipanti remoti ruolisignificativi nelle situazioni <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento-insegnamento <strong>di</strong> gruppo, specie in modellichiaramente orientati alla collaborazione (Kaye, 1994).4.3.1 Comunicazione me<strong>di</strong>ata dal computer e formazioneCalvani e Rotta (2000, pp. 37-38) specificano che “sul versante dell’appren<strong>di</strong>mento la CMCpermette al soggetto un ruolo più <strong>di</strong>namico nella costruzione attiva della propria conoscenza;il computer si trasforma in un amplificatore della capacità comunicativa e relazionaledell’uomo; i materiali prodotti, in quanto <strong>di</strong>gitalizzati, sono inoltre facilmente revisionabili,analizzabili e riadattabili”. Anche se dal punto <strong>di</strong> vista formale, la nuova testualità mettedrammaticamente in <strong>di</strong>scussione il rispetto della tra<strong>di</strong>zionale correttezza grammaticale estilistica (basti pensare alle contrazioni ed allo “slang” <strong>di</strong> cui fanno largo uso i messaggitelefonici SMS), la CMC presenta caratteristiche particolarmente interessanti perl’appren<strong>di</strong>mento. Questo tipo <strong>di</strong> comunicazione presenta infatti un duplice vantaggio:l’essere permanente, ovvero consentirne successive letture ed allo stesso tempo esserecaratterizzata da plasticità, ovvero da una duttile possibilità <strong>di</strong> recupero e manipolazione. Lapresenza della scrittura apporta caratteri “riflessivi” alla comunicazione in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong>gruppo attraverso la caratteristica della permanenza aprendo così alla possibilità <strong>di</strong> moltepliciriletture (filologiche, ermeneutiche, relazionali, ecc.), che all’invito al prodursi <strong>di</strong> nuovatestualità (plasticità). Testualità che <strong>di</strong> volta in volta può assumere i caratteri del sito Internetdel gruppo, l’ipertesto che approfon<strong>di</strong>sce l’argomento, il documento scritto a più mani, ilforum <strong>di</strong> lavoro dalla struttura informativa gerarchica e ramificata, del database con<strong>di</strong>viso o<strong>di</strong> quant’altro consenta al gruppo <strong>di</strong> sviluppare un proprio patrimonio conoscitivo, ovvero <strong>di</strong>creare un “luogo” dove il repertorio delle conoscenze con<strong>di</strong>vise, viene reificato e reso<strong>di</strong>sponibile per nuovi sviluppi.In pratica, l’esperienza svolta si se<strong>di</strong>menta in un luogo virtuale accessibilecontinuativamente, costituendo <strong>di</strong> fatto un repertorio <strong>di</strong> “conoscenza con<strong>di</strong>visa”, una“knowledge base”, preziosa per ogni successivo accesso. Imparare <strong>di</strong>venta così una trattativacontinua dell’in<strong>di</strong>viduo all’interno della propria comunità <strong>di</strong> lavoro me<strong>di</strong>ante l’utilizzo dellalingua scritta come sistema conversazionale (Pontecorvo et. Al., 2004, p.270). Laformalizzazione a cui obbliga la scrittura porta a sviluppare processi riflessivi emetacognitivi nel momento della stesura, e – al contempo – permette anche a coloro chestanno cominciando un nuovo percorso <strong>di</strong> appropriarsi del patrimonio prodotto da coloro cheli hanno preceduti. La scrittura consente cioè <strong>di</strong> apprendere attraverso la partecipazione allepratiche della comunità (Wenger, 1998; Lave, Wenger 1991). Partecipazione che èconsentita ad ogni livello, compreso a chi si “aggira ai bor<strong>di</strong> delle comunità” (ai neofiti, aimeno preparati, agli assenti), che hanno così la possibilità <strong>di</strong> sfruttare appieno lapartecipazione periferica, in tempi e mo<strong>di</strong> adeguati, per entrare a pieno titolo nel gruppo. Cisono, naturalmente, suggestioni vygotskijane nella prospettiva dello “spingersi oltre”, daparte <strong>di</strong> ogni studente-appren<strong>di</strong>sta, all’interno della propria zona <strong>di</strong> sviluppo prossimale,grazie al supporto offerto dai colleghi più esperti. Processo questo che non prevedenecessariamente studenti abili accanto a studenti meno capaci, quanto momenti continui <strong>di</strong>

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