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Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 9PARTE PRIMA.Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza.1 Dalla trasmissione alla costruzione delle conoscenze: sviluppiteorici e nuovi para<strong>di</strong>gmi per la formazioneA very great musician came and stayed in [our] house. Hemade one big mistake . . . [he] determined to teach memusic, and consequently no learning took place.Nevertheless, I <strong>di</strong>d casually pick up from him a certainamount of stolen knowledge.Rabindrath Tagore citato in Brown, Duguid (1993)L’obiettivo <strong>di</strong> questo lavoro, quello <strong>di</strong> indagare sul ruolo svolto dagli strumentinell’appren<strong>di</strong>mento in rete, richiede alcune precisazioni preliminari. Innanzi tutto ènecessario chiarire che il focus <strong>di</strong> ricerca è sul CSCL, il Computer Supported CollaborativeLearning. Questo è rilevante perché, nonostante alcune considerazioni possano essereapplicate anche ad altre tipologie <strong>di</strong> esperienze formative on-line, il CSCL è caratterizzato daspecificità metodologiche ed operative che non si ritrovano in tutte le iniziative e-learning. IlCSCL, pur essendo un settore ampio e variegato – basti pensare a specificazioni comeNetworked learning, informal e-learning, online learning communities, knowledge buil<strong>di</strong>ngcommunity, virtual learning community –, ha come punto in comune la centralità della<strong>di</strong>mensione sociale dell’appren<strong>di</strong>mento dove questo è visto soprattutto come esperienzapratica ed attiva. In questa prospettiva le tecnologie giocano un ruolo particolarmentedelicato, quello <strong>di</strong> fornire lo spazio e gli strumenti per lo sviluppo <strong>di</strong> esperienze, ovverofacilitare l’incontro, l’e<strong>di</strong>ficazione delle relazioni e delle conoscenze tra i partecipanti. Nonsi tratta solo <strong>di</strong> avere <strong>degli</strong> strumenti in grado <strong>di</strong> funzionare, quanto – soprattutto – consentirel’attivazione <strong>di</strong> relazioni sociali significative attraverso la costruzione <strong>di</strong> framework operativicoinvolgenti anche dal punto <strong>di</strong> vista emotivo e relazionale. In secondo luogo è necessarioriba<strong>di</strong>re che questo lavoro si occuperà prevalentemente delle funzioni e del ruolo svolto daglistrumenti, piuttosto che sviluppare in maniera elettiva le prospettive teoriche ed i modelli<strong>di</strong>dattici ad esse collegate. Naturalmente non è pensabile parlare <strong>di</strong> CSCL senza prendere inesame, almeno in minima misura, i concetti dell’appren<strong>di</strong>mento flessibile, aperto, attivo ecooperativo. L’interesse primario non è l’indagine sulle teorie del cooperative learning, a cuiin larga misura si ispirano le esperienze CSCL, o sulle innumerevoli metodologie e modelliapplicativi messe a punto in questi anni. Non <strong>di</strong> meno non è pensabile guardare allo specificooggetto epistemico, quello del ruolo <strong>degli</strong> ambienti tecnologici, senza definireadeguatamente il campo della ricerca collocando la riflessione in una prospettiva teorica emetodologica. È infatti necessario collocare questo oggetto <strong>di</strong> ricerca specifico in un piùcomplesso quadro <strong>di</strong> riferimento. Il primo capitolo proverà a gettare luce in questo ambito, apartire da una rilettura dei presupposti storici che hanno consentito lo sviluppo del CSCL.Contrariamente a quanto sarebbe ovvio ritenere, questo tipo <strong>di</strong> esperienze, pur costituendoun elemento sostanziale delle pratiche vigenti nell’e-learning, non derivano infattidall’evoluzione della formazione a <strong>di</strong>stanza attraverso le ormai note tre generazioni(Garrison, 1985; Nipper, 1989; Trentin, 1998, 1999, 2001; Corbi, 2002), ma vedono il lorosviluppo nell’ambito delle tecnologie <strong>di</strong>dattiche.