82Strumenti della rete e processo formativosenso, una delle “tecnologie” più stu<strong>di</strong>ate e feconde per la comprensione <strong>di</strong> questi fenomeni(Barrett, 1991; Landow, 1993; Bolter, 1993; Havelock, 1973, 1987; Ong, 1986, 1989;Scavetta, 1992; McLuhan, 1967, 1976; Eisenstein, 1986, 1995; Simone, 2000).Calvani (1995b, p. 123) in<strong>di</strong>vidua cinque <strong>di</strong>mensioni in cui le tecnologie cognitiveinteragiscono con l’in<strong>di</strong>viduo: 1. funzione protesica (punto d’appoggio, amplificatoresinestesico e cognitivo, “stampelle della mente”), 2. fenomenica (l’associazione dellefunzioni della macchina con quelle umane genera una sintesi dotata <strong>di</strong> caratteristiche propriee ulteriori alla somma delle due), 3. ermeneutica (si determinano nuovi co<strong>di</strong>ci e quin<strong>di</strong> lanecessità <strong>di</strong> padroneggiare ulteriori sistemi simbolici), 4. costruttiva e fondativa (si originanonuovi mon<strong>di</strong>, come ad esempio: il cyberspazio, dotati <strong>di</strong> caratteristiche proprie), 5. etica (sidefiniscono e si impongono nuove regole, valori e modelli <strong>di</strong> vita).Secondo Salomon (1991) gli effetti avvengono a partire dalle modalità <strong>di</strong> accesso, selezionee organizzazione della conoscenza. Le principali conseguenze derivanti dall’uso delletecnologie cognitive, secondo Salomon, sono: creazione <strong>di</strong> metafore, sviluppo <strong>di</strong> nuove<strong>di</strong>stinzioni cognitive, sviluppo <strong>di</strong> sinergie, promozione <strong>di</strong> nuove competenze einteriorizzazione <strong>di</strong> rappresentazioni.Il primo effetto, la creazione <strong>di</strong> metafore, è relativo alle conseguenze che la tecnologiaapporta alle modalità <strong>di</strong> percezione della realtà che circonda l’uomo storico. In qualchemodo gli artefatti (dalla ruota, all’orologio, all’uso industriale del vapore) ridefiniscono ilruolo dell’uomo e i suoi rapporti nei confronti della natura. Ogni epoca ha visto poeti,filosofi e letterati servirsi della tecnologia esistente come metafora, come prisma attraverso ilquale guardare al mondo e attraverso la quale prospettare esempi, modelli, simbologie. Cisono due passaggi: la tecnologia stimola le persone a creare metafore, e queste a loro volta,<strong>di</strong>vengono pubbliche e come tali adottate anche da persone che non necessariamente hanno ache fare con queste. Questo avviene perchè le metafore sono capaci <strong>di</strong> semplificare la realtàe consentirne una modalità <strong>di</strong> accedere alla comprensione <strong>di</strong> cose anche complesse(l’universo è incomprensibile ai più, ma il paragonarlo ad un meccanismo preciso come unorologio lo rende familiare e comprensibile). Le metafore funzionano anche perriorganizzare le conoscenze già acquisite, così come possono essere utilizzate nell’analizzarefenomeni nuovi (pensiamo alla metafora cognitivista della mente come computer) 32 .Il secondo effetto, riguarda la creazione <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>stinzioni: alcune <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>ventanoculturalmente con<strong>di</strong>vise e sono a portata <strong>di</strong> mano <strong>di</strong> tutti gli in<strong>di</strong>vidui, altre sono il risultato<strong>di</strong> un contatto <strong>di</strong>retto <strong>di</strong> chi ci opera specificamente. Così come le metafore anche lacreazione <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>stinzioni non altera tanto la capacità <strong>di</strong> gestire le competenze cognitive,quanto il modo in cui esse con<strong>di</strong>zionano la percezione del mondo. Ad esempio nelme<strong>di</strong>oevo, con l’avvento della stampa, si evidenziò la <strong>di</strong>stinzione tra parola (significante) e ilmessaggio espresso (significato), tra cosa è stato detto o scritto e cosa è significato,interpretato, aggiunto e attribuito. Chi non ha molta esperienza può non essere capace <strong>di</strong> farele giuste <strong>di</strong>stinzioni, come i bambini piccoli che immaginano i giochi del computer comevivi, prodotti da un essere pensante da ingannare. Alcune <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong>ventano quin<strong>di</strong>culturalmente con<strong>di</strong>vise, altre invece possono sorgere o meno negli in<strong>di</strong>vidui, altre nasconosolo dal contatto <strong>di</strong>retto con la tecnologia.Come terzo effetto, secondo Salomon, si ho con lo sviluppo <strong>di</strong> sinergie tra in<strong>di</strong>viduo estrumento: da questa collaborazione intellettuale si ridefinisce il modo <strong>di</strong> operare e vieneristrutturato il lavoro in maniera che lo strumento “pensi” insieme all’utilizzatore. Chiutilizza un programma <strong>di</strong> videoscrittura cambia il proprio modo <strong>di</strong> lavorare, ad esempioenfatizzando maggiormente l’aspetto creativo. Si sollevano quin<strong>di</strong> due problemi. Se con il32 Alcuni autori si sono soffermati ad analizzare la potenza esplicativa e la capacità euristica ed organizzatrice delle metafore.Sternberg (1990) osserva, indagando le teorie dell’intelligenza, che è proprio in base alla metafora scelta, ovvero al punto <strong>di</strong>vista (spesso inconsapevolmente) adottato che si in<strong>di</strong>viduano o meno alcune cose. La metafora avrebbe cioè la capacità <strong>di</strong>consentire solo alcuni tipi <strong>di</strong> lettura della realtà indagata, ma non altri. In questa prospettiva, un uso interessante delle metaforeviene proposto da Morgan (1994) per analizzare la natura delle realtà organizzative.
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 83computer si realizzano prodotti più intelligenti, dove risiede l’intelligenza? SecondoSalomon <strong>di</strong>venta nodale la risposta bruneriana: “l’intelligenza non è una qualità solo dellamente, ma un prodotto della relazione tra le strutture mentali e gli strumenti dell’intellettoforniti dalla cultura” (Salomon, 1991, p.192). Il secondo problema è sullo sviluppo. Durantel’interazione e la riorganizzazione del pensiero ci sono alcune capacità (specifiche ogenerali) che vengono alterate? La risposta <strong>di</strong> Salomon è, in generale, che se questeoperazioni si collocano nella vygotskijana zona dello sviluppo prossimale è probabile chequanto appreso venga assimilato al punto <strong>di</strong> entrare a far parte del repertorio della persona,mo<strong>di</strong>ficandone le successive strategie <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.Il quarto punto è legato alla promozione <strong>di</strong> nuove competenze. Per utilizzare la tecnologia ènecessario sviluppare alcune tecniche, ovvero – seguendo una <strong>di</strong>stinzione vygotskijana –acquisire competenze attraverso “coltivazione” (cultivation) e interiorizzazione. Dove percoltivazione si intende il <strong>di</strong>ventare abili nell’uso <strong>di</strong> tecnologie, padroneggiarne mentalmentealcune fasi, <strong>di</strong>ventarne abili conoscitori. L’interiorizzazione, invece, è riuscire ad astrarrel’intero processo e ricostruirlo mentalmente per un uso cognitivo. Per esempio: coltivare unacapacità <strong>di</strong> analisi richiede l’uso <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> flusso (flow chart), ma pensare intermini <strong>di</strong> flow chart significa avere interiorizzato l’intera funzione. L’uso delle tecnologieconduce all’acquisizione ed al trasferimento <strong>di</strong> due <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> conoscenza: la prima, la“strada bassa” (Low Road), porta all’acquisizione in modo parzialmente automatico <strong>di</strong>competenze attraverso la pratica. Questa strada è importante per l’acculturazione, laformazione <strong>di</strong> abitus mentali, la socializzazione, la formazione <strong>di</strong> auto-immagini e <strong>di</strong>attitu<strong>di</strong>ni generali. L’acquisizione <strong>di</strong> nuovi skill avviene in questo modo in tempi moltorapi<strong>di</strong>, ma le esperienze così acquisite sono in<strong>di</strong>viduali, “localizzate” e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficilmentetrasferibili ad altri contesti. L’altra possibilità, denoninata “strada alta” (High Road),comporta l’acquisizione attraverso l’astrazione e la deliberata decontestualizzazione deimateriali. Le conoscenze acquisite in questo modo sono più lente e faticose, sono guidate daprocessi metacognitivi deliberati e focalizzati ad un impiego non automatico delle operazionimentali nel corso dello svolgimento <strong>di</strong> alcune attività. La trasmissione della conoscenzaattraverso questa modalità equivale al formalizzare le conoscenze. La possibilità <strong>di</strong>imboccare la strada alta piuttosto che la bassa non <strong>di</strong>pende dall’eventuale strumentotecnologico utilizzato, quanto dal modo <strong>di</strong> utilizzo. Percorrendo la strada bassa si trascorronodecine <strong>di</strong> ore a ripetere le stesse attività senza sostanziali accrescimenti o miglioramenti nellecapacità/conoscenze, attraverso la strada alta è invece possibile arrivare a padroneggiareconcetti profon<strong>di</strong> in meno tempo e trasformare una fruizione passiva in un arricchimentoattivo. L’esempio più calzante è probabilmente quello dei bambini davanti alla televisione.Imparano sostanzialmente poco se rimangono passivi e solitari fruitori (strada bassa, “LowRoad”, competenze pratiche), accrescono nelle conoscenze se guidati da un adulto checontestualizza o astrae il materiale fruito (strada alta, “High Road”: competenze astrattive).Infine, secondo Salomon (ibidem, p. 199), si ha l’interiorizzazione delle rappresentazioniintesa, vygotskijanamente come “internalizzazione” <strong>di</strong> funzioni, ovvero <strong>di</strong> trasformazionedelle strutture e delle funzioni mentali grazie all’uso <strong>degli</strong> strumenti e dei segni.In altri lavori, Salomon (1990; 1992) si concentra proprio su questo aspetto operando una<strong>di</strong>stinzione tra derivanti dall’uso delle tecnologie (effetti “of”) ed effetti derivanti dallavorare con gli strumenti (effetti “with”). L’effetto “con” è quello che deriva dal lavorarecon gli strumenti e la cui conseguenza più imme<strong>di</strong>ata è un generalizzato aumento dellaproduttività. L’effetto “delle”, avviene invece come conseguenza <strong>di</strong> una lunga partnershipcon la tecnologia ed ha effetti più strutturali sulla persona, causandone cambiamenti nellemodalità <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> agire.Le tecnologie cognitive sono in grado <strong>di</strong> agire in molteplici <strong>di</strong>mensioni. Oltre a rendere piùflessibili, veloci e precise le funzioni umane, nei campi della ricerca, dell’accesso alleinformazioni, nella costruzione <strong>di</strong> rappresentazioni, ecc., si spingono nel favorire nuoveforme <strong>di</strong> integrazione tra tecnologia, uomo e comunità le cui evoluzioni, in tutti i loropossibili risvolti, sono ancora da determinare. Ad<strong>di</strong>rittura potremmo arrivare a riconoscereuna sorta <strong>di</strong> “ritardo culturale” che separa l’uomo dai propri prodotti, nel senso che le
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