84Strumenti della rete e processo formativotecnologie <strong>di</strong>sponibili vengono utilizzate molto prima che se ne siano completamentecomprese le caratteristiche e la portata. L’esigenza <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> comprendere il più possibilequesti “effetti”, pur nell’impreve<strong>di</strong>bilità della loro evoluzione in base alle <strong>di</strong>verse variabiliambientali e socio-culturali, è però un aspetto che non può essere sottovalutato dal punto <strong>di</strong>vista pedagogico.3.3.1 Note <strong>di</strong> ergonomia <strong>di</strong>datticaLo stu<strong>di</strong>o delle peculiari modalità umane <strong>di</strong> costruire strutture e schemi adeguati a<strong>di</strong>ntrattenere relazioni adattive con il mondo offre l’occasione per porre una specificaattenzione nella progettazione delle azioni formative. L’esigenza <strong>di</strong> comprendere leinterazioni tra gli strumenti e i contesti socio culturali all’interno dei quali si sviluppano iprocessi formativi ed appren<strong>di</strong>tivi <strong>di</strong>venta particolarmente urgente nel momento in cui se neevidenziano le reciproche contaminazioni. Se l’ergonomia attraverso gli approcci <strong>di</strong> livello“micro” (cfr. § 3.1) e <strong>di</strong> livello “macro” (cfr. 3.2) si preoccupa <strong>di</strong> comprendere le interazionitra strumenti, sistema cognitivo umano e contesto socio ambientale al fine <strong>di</strong> realizzareartefatti sempre più capaci <strong>di</strong> funzionare in maniera efficace e trasparente (Norman, 2000;Cooper, 2000), nell’ambito della pedagogia – laddove le tecnologie vengono, poi, impiegate(non necessariamente nella forma <strong>di</strong> strumenti informatici) – è necessario sviluppareriflessioni specifiche su quali siano gli apporti e quali siano gli ostacoli legati al loro utilizzo.Da questa prospettiva, infatti, è importante guardare al se, e come, gli artefatti (materiali oimmateriali, naturali o artificiali) contribuiscano alla promozione dell’esperienza educativa.Si tratta cioè <strong>di</strong> comprendere quali fattori siano in gioco e <strong>di</strong> come ogni singolo strumento –visto come me<strong>di</strong>atore culturale – contribuisca a creare promuovere o ritardare ilraggiungimento <strong>degli</strong> obiettivi formativi. Tali riflessioni possono essere fatte ad ogni livello,visto che nella loro accezione più ampia sono “tecnologie”, non solo i computer, ma anche ilibri, le <strong>di</strong>spense, o le stesse metodologie <strong>di</strong>dattiche. Da questo punto <strong>di</strong> vista gli insegnantidovrebbero, ad esempio, domandarsi se il proprio lavoro sia o meno idoneo a canalizzare eottimizzare gli sforzi richiesti agli studenti verso gli obiettivi e che tipo <strong>di</strong> impegnoermeneutico <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>fica e ristrutturazione in schemi cognitivi del complesso sistema deisimbolico è implicato nello specifico contesto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Allo stesso modo gli autoridei contenuti (dai testi tra<strong>di</strong>zionali a quelli multime<strong>di</strong>ali) dovrebbero riflettere su qualiattenzioni abbiano veramente riservato al rispetto delle caratteristiche fisiologiche epsicologiche dei lettori attraverso un’idonea modulazione <strong>degli</strong> argomenti ed alla lorocapacità <strong>di</strong> permanere efficacemente nel “fuoco dell’attenzione”. Queste considerazioni sonochiaramente centrali nell’ambito delle esperienze supportate da tecnologie elettroniche, comenel caso del CSCL. Ma il problema generale <strong>di</strong> comprendere la specificità dei singolielementi intervenienti, magari attraverso un’analisi del setting da prospettive <strong>di</strong>verse, ècruciale se si desidera ottenere miglioramenti complessivi sui piani della qualità dellacomunicazione, dell’attenzione, delle risposte. Essere consapevoli dei meccanismi in atto(quale “modello concettuale” dell’evento complessivo viene fornito? Quali regole e ruoliesistono? Quali feed-back vengono dati? Quali “affordance del pensiero” sono offerte?) ènecessario per un efficace sviluppo delle attività e poter comprendere, alla fine, la qualità deirisultati ottenuti. Il problema, bene evidenziato da Norman (1995), è relativo al fatto che ilflusso <strong>di</strong> attenzione, ovvero l’assorbimento in un’attività cognitiva, come ad esempio nellostu<strong>di</strong>o, risulta essere ottimale quando il focus dell’attenzione viene a concentrarsi sulcompito stesso, non sullo strumento: “gli strumenti dovrebbero restare sullo sfondo,<strong>di</strong>ventando una parte naturale del compito” (Norman, 1995, p.47). Affinché questo possarealizzarsi è quin<strong>di</strong> necessario che la progettazione d’insieme non fornisca occasioni <strong>di</strong><strong>di</strong>strazione, <strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazione o <strong>di</strong> sottrazione dell’attenzione: questo sia nel senso <strong>di</strong>inproduttive richieste <strong>di</strong> attenzione (sforzi) verso il controllo dei me<strong>di</strong>atori, quali gli artefatti
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 85culturali presenti nel contesto, sia in senso lu<strong>di</strong>co o in altra <strong>di</strong>rezione. Per comprenderemeglio come la progettazione <strong>di</strong> uno strumento, o <strong>di</strong> un contesto operativo, possa aiutarenello svolgimento <strong>di</strong> questo compito la psicologia cognitiva è solita <strong>di</strong>stinguere tra due<strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> esecuzione dei compiti mentali, e quin<strong>di</strong> anche <strong>di</strong> apprendere: lamodalità “esperenziale” (percettivo-motoria) e quella “riflessiva” (o simbolico-ricostruttiva).La prima è più spontanea per gli esseri umani ed è legata al fare, all’apprendere agendo ogiocando, mentre la seconda è più artificiosa, ma anche più efficace dal momento checonsente l’accesso, tramite un faticoso lavoro mentale <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>fica e <strong>di</strong> significazione agran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> conoscenza strutturata e resa <strong>di</strong>sponibile da altri. La modalità esperienzialecomporta un’elaborazione percettiva ed ha un ruolo importante anche nei compiti riflessivi,ad esempio in alcune fasi dell’interazione con gli strumenti, come abbiamo visto parlandodella teoria del controllo della azioni, il riconoscimento a livello percettivo della situazionepuò portare a una risposta esperta stimolata dal contesto, senza necessità <strong>di</strong> una profondariflessione o pianificazione. La modalità riflessiva è invece “quella dei concetti, dellapianificazione e della riconsiderazione. È lenta e laboriosa. La cognizione riflessiva tende arichiedere sia l’aiuto <strong>di</strong> supporti esterni - scrittura, lettura, strumenti <strong>di</strong> calcolo - sia l’aiuto <strong>di</strong>altre persone. Se si vuole che offrano il massimo supporto alla cognizione, lerappresentazioni esterne devono adattarsi con precisione al compito particolare. Lariflessione avviene in modo ottimale in un ambiente tranquillo, privo <strong>di</strong> altri materiali oltre aquelli rilevanti per l’esecuzione del compito. Ambienti ricchi, <strong>di</strong>namici, troppo presenti,possono interferire con la riflessione: essi guidano l’in<strong>di</strong>viduo verso la modalitàesperienziale, attivando la cognizione attraverso le percezioni dell’elaborazione <strong>di</strong>retta daglieventi, e quin<strong>di</strong> non lasciando sufficienti risorse mentali per la concentrazione richiesta dallariflessione. In termini <strong>di</strong> scienza cognitiva, la cognizione riflessiva è una forma <strong>di</strong>elaborazione top-down, <strong>di</strong>retta concettualmente” (Norman, 1995, p.38). Il pensiero ènaturalmente un’attività complessa che comporta un impegno articolato sotto <strong>di</strong>versefattispecie. Per questo entrambe le modalità sono ugualmente utili e solitamente compresenti(o in<strong>di</strong>stinguibili) nelle attività quoti<strong>di</strong>ane. Ciò nonostante la <strong>di</strong>stinzione fra pensieroesperienziale e riflessivo merita <strong>di</strong> essere presa in considerazione, sia perché molta dellanostra tecnologia sembra costringerci verso un estremo o l’altro, sia perché taleclassificazione consente <strong>di</strong> caratterizzare meglio la natura <strong>degli</strong> schemi mentali <strong>di</strong> cuiabbiamo parlato. Gli “strumenti adatti alla cognizione esperenziale dovrebbero rendere<strong>di</strong>sponibile un’ampia gamma <strong>di</strong> stimolazioni sensoriali, insieme a un’informazionesufficiente a minimizzare l’esigenza <strong>di</strong> deduzioni logiche. Analogamente, gli strumenti per lariflessione hanno il compito <strong>di</strong> facilitare l’esplorazione <strong>di</strong> concetti e idee. Essi dovrebberorendere più semplice il confronto e la valutazione, nonché l’esplorazione <strong>di</strong> possibilialternative. Non dovrebbero limitare il comportamento alla modalità esperienziale. Inentrambi i casi, riflessivo ed esperienziale, gli strumenti devono essere invisibili: non devonointralciare il cammino” (Norman, 1995, p.38). L’uso inappropriato <strong>di</strong> strumenti e meto<strong>di</strong> puòportare ad utilizzare mezzi inappropriati per raggiungere le finalità prefissate (ad esempiosperimentare quando si dovrebbe riflettere) oppure imporre inutili sforzi mentalicostringendo a per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> motivazione.Nell’ambito della formazione è necessario partire dagli schemi forniti dagli stu<strong>di</strong>sull’ergonomia (i principi generali che regolano le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> interazione tra in<strong>di</strong>vidui estrumenti), come quelli fino a qui visti, ma occorre anche spingere la riflessione versoconsiderazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne superiore. Siamo nell’ambito <strong>di</strong> quelle indagini che Calvani (2001)ha chiamato <strong>di</strong> ergonomia <strong>di</strong>dattica. “L’ergonomia <strong>di</strong>dattica si colloca all’intersezione tral’ergonomia e la tecnologia dell’educazione, <strong>di</strong>fferenziandosi tuttavia da entrambe. Essa si<strong>di</strong>stingue dai compiti tra<strong>di</strong>zionali dell’ergonomia, pur accogliendo da questa la sollecitazionead un più attento esame del gioco dei carichi cognitivi; nell’ergonomia <strong>di</strong>dattica non èl’alleggerimento del carico cognitivo in sé l’obiettivo da conseguire, bensì che il sistemauomo-macchina funzioni, garantendo un impegno cognitivo <strong>di</strong> buona qualità nei soggetticoinvolti” (Calvani, 2001, p. 83).
- Page 1 and 2:
TESIUMANISTICA- 3 -
- Page 3 and 4:
Giovanni BonaiutiStrumenti della re
- Page 5 and 6:
Strumenti della rete e processo for
- Page 7 and 8:
Strumenti della rete e processo for
- Page 9 and 10:
Strumenti della rete e processo for
- Page 11 and 12:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 13 and 14:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 15 and 16:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 17 and 18:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 19 and 20:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 21 and 22:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 23 and 24:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 25 and 26:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 27 and 28:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 29 and 30:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 31 and 32:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 34 and 35:
32Strumenti della rete e processo f
- Page 36 and 37: 34Strumenti della rete e processo f
- Page 39 and 40: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 41 and 42: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 43 and 44: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 45 and 46: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 47 and 48: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 49 and 50: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 51 and 52: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 53 and 54: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 55 and 56: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 57 and 58: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 59 and 60: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 61 and 62: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 63 and 64: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 65 and 66: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 67 and 68: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 69 and 70: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 71 and 72: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 73 and 74: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 75 and 76: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 77 and 78: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 79 and 80: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 81 and 82: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 83 and 84: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 85: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 89 and 90: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 91 and 92: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 93 and 94: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 95 and 96: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 97 and 98: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 99 and 100: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 101 and 102: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 103 and 104: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 105 and 106: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 107 and 108: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 109 and 110: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 111 and 112: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 113 and 114: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 115 and 116: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 117 and 118: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 119 and 120: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 121 and 122: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 123 and 124: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 125 and 126: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 127 and 128: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 129 and 130: L’indagine empirica e le verifich
- Page 131 and 132: L’indagine empirica e le verifich
- Page 133 and 134: L’indagine empirica e le verifich
- Page 135 and 136: L’indagine empirica e le verifich
- Page 137 and 138:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 139 and 140:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 141 and 142:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 143 and 144:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 145 and 146:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 147 and 148:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 149 and 150:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 151 and 152:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 153 and 154:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 155 and 156:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 157 and 158:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 159 and 160:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 161 and 162:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 163 and 164:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 165 and 166:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 167 and 168:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 169 and 170:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 171 and 172:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 173 and 174:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 175 and 176:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 177 and 178:
Strumenti della rete e processo for
- Page 179 and 180:
Strumenti della rete e processo for
- Page 181 and 182:
Strumenti della rete e processo for
- Page 183 and 184:
Strumenti della rete e processo for
- Page 185 and 186:
Strumenti della rete e processo for
- Page 187 and 188:
Strumenti della rete e processo for
- Page 189 and 190:
Strumenti della rete e processo for
- Page 191 and 192:
Strumenti della rete e processo for
- Page 193 and 194:
Strumenti della rete e processo for
- Page 195 and 196:
Strumenti della rete e processo for
- Page 197 and 198:
Strumenti della rete e processo for
- Page 199 and 200:
Strumenti della rete e processo for
- Page 201 and 202:
Strumenti della rete e processo for
- Page 203 and 204:
Strumenti della rete e processo for
- Page 205 and 206:
Strumenti della rete e processo for
- Page 207 and 208:
Strumenti della rete e processo for
- Page 209:
RingraziamentiRingrazio nella perso