114Strumenti della rete e processo formativoTipo <strong>di</strong>interazioneStudenterisorseStudenteformatoreStudentestudenteDidattica in presenza Didattica online Strumenti impiegati (online)- Le risorse utilizzate sonoprevalentemente analogichee quasi sempre “concluse”(libri, <strong>di</strong>spense, ecc.)- L’accesso alle risorseimplica la soluzione <strong>di</strong>problemi logistici (accesso alocali, orari, ecc.)- <strong>Stu<strong>di</strong></strong>o autonomo converifiche e supporto minimo- L’interazione èprevalentemente sincrona- La forma dell’interazione èquella della lezione- L’interazione èprevalentemente sincrona- Il “gruppo che apprende” èquasi sempre omogeneo- Appren<strong>di</strong>mento collaborativo- Le risorse utilizzate sonoprevalentemente <strong>di</strong>gitali e online- L’accesso alle risorse è facilitatodalla possibilità <strong>di</strong> operarein<strong>di</strong>pendentemente dallo spazio edal tempo- Corso modulare, conoscenzespecifiche- <strong>Stu<strong>di</strong></strong>o autonomo con libertà suitempi e supporto minimo da partedel tutor- L’interazione è tipicamente, manon esclusivamente, asincrona- La forma prevalente <strong>di</strong> interazioneè l’uso <strong>di</strong> risorse <strong>di</strong>stribuite- L’interazione è prevalentementeasincrona- Il gruppo che apprende puòessere <strong>di</strong>somogeneo- Appren<strong>di</strong>mento collaborativo inrete- Con<strong>di</strong>visione e scambio <strong>di</strong>esperienze, rappresentazione esviluppo <strong>di</strong> un sistema collettivo <strong>di</strong>competenze- Pagine WEB- Dispense (file downloadabili)- Courseware <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse tipologie(simulazioni, tutoriali, video-lezioni,ecc.)- Test ed esercitazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>versetipologie (scelta multipla, vero falso,cloze, cruciverba, ecc.)- e-mail per contattare il tutor.- Pagine WEB- Dispense (file downloadabili)- Classi virtuali sincrone (au<strong>di</strong>ovideoconferenza, e desktop deldocente con<strong>di</strong>viso)- e-mail e webforum- e-mail, mailing-list- webforum, chat, aree <strong>di</strong> lavorocon<strong>di</strong>vise, area materiali(prevalentemente costruiticollaborativamente dal gruppo)Tabella 5. Tipologie <strong>di</strong> interazione e <strong>di</strong>fferenze metodologiche e strumentali(rielaborata a partire da Calvani, Rotta, 2000, p. 154 e da CERFAD, 2000, p.14).Il modello che interessa in maniera particolare le esperienze CSCL è naturalmente il terzo,quello cioè in cui le attività si basano prevalentemente su interazioni orizzonti tra glistudenti. Come mostra la tabella, ogni approccio metodologico e <strong>di</strong>dattico prevede peculiaritipologie <strong>di</strong> strumenti. Non si tratta però solo <strong>di</strong> sapere quali strumenti sono utili in undeterminato modello, ma anche come questi devono funzionare. Scendendo ad un livello <strong>di</strong>dettaglio maggiore (a cui non arriva la tabella precedente) è possibile accorgersi che leesigenze connesse al raggiungimento dei risultati previsti nei <strong>di</strong>versi modelli richiedonocaratterizzazioni specifiche negli strumenti e nelle loro funzionalità. Strumenti appartenentialla stessa famiglia tipologica, possono essere <strong>di</strong>versamente caratterizzati per rispondere inmaniera congrua al modello <strong>di</strong>dattico nel quale vengono impiegati. Se il “web forum”, adesempio, viene utilizzato come strumento <strong>di</strong> “supporto” all’interazione studente-formatoregli obiettivi principali saranno quelli <strong>di</strong> evidenziare le risposte dei formatori rispetto alledomande <strong>degli</strong> studenti. Saranno altresì importanti funzioni <strong>di</strong> ricerca in maniera, adesempio, da consentire la semplice in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> risposte date a quesiti simili in manierada facilitare lo stu<strong>di</strong>o <strong>degli</strong> studenti ed evitare la ripetizione <strong>di</strong> richieste. L’obiettivo è cioèquello <strong>di</strong> perseguire l’efficienza nella comunicazione: ogni problema ha in questo caso unarisposta e la risposta è solitamente fornita dal docente. Un web forum utilizzato, invece,come strumento per la “costruzione collaborativa della conoscenza” <strong>di</strong> un gruppo impegnatoin relazioni studente-studente deve avere caratteristiche <strong>di</strong>verse, ovvero essere maggiormenteorientato allo sviluppo dei <strong>di</strong>aloghi. Non esiste una risposta corretta, ma risposteprogressivamente più articolate e con<strong>di</strong>vise. In questo modello il tutor (che potrebbe anchenon esserci) non è chiamato a rispondere inequivocabilmente alla domanda centrale delproblema conoscitivo aperto. Per questo devono esistere strumenti capaci <strong>di</strong> affidare allacomunità il graduale raggiungimento della conoscenza, intesa come maggioreconsapevolezza comune sul problema. Consapevolezza che non può prescindere dallo
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 115sviluppo <strong>di</strong> pratiche relazionali e negoziali sia a livello cognitivo, sia a quelli affettivo esociale.Ambienti specificamente progettati per supportare modelli <strong>di</strong>dattici collaborativi devonofornire le affordance necessarie per trasformare un gruppo in una comunità integrata edefficace da vari punti <strong>di</strong> vista. In una prospettiva <strong>di</strong> ecologia dell’informazione (Card,Robertson, York, 1996) ogni strumento per la formazione in rete, deve essere capace –all’interno <strong>di</strong> un ambiente integrato – <strong>di</strong> sostenere e favorire pratiche pedagogiche coerenticon il modello <strong>di</strong>dattico <strong>di</strong> riferimento. Uno strumento, come ad esempio un forum non èsolo uno spazio dove le informazioni sono raccolte e consumate, ma un elemento capace <strong>di</strong>svolgere una funzione specifica all’interno <strong>di</strong> uno specifico setting. Le modalità con cuiqueste funzioni sono sviluppate e rese <strong>di</strong>sponibili agli utenti contribuiscono allo sviluppo <strong>di</strong>pratiche specifiche.Chiaramente, possono essere svolte esperienze <strong>di</strong> formazione in rete anche utilizzandostrumenti inadeguati o le cui funzioni non sono state sufficientemente calibrate agli obiettivie al contesto, ma questo non significa che ciò rappresenti la condotta ottimale. La base <strong>di</strong>riflessione da cui muove questo contributo è infatti proprio quella che vede in strumentiidonei per lo svolgimento <strong>di</strong> specifiche pratiche – ovvero esplicitamente pensati, prodotti elegittimati dagli utenti – elementi centrali e costitutivi del setting formativo, e quin<strong>di</strong> capaci<strong>di</strong> apportare un valore aggiunto – in termini <strong>di</strong> efficienza, efficacia e capacità regolativepeculiari (e senz’altro <strong>di</strong>verse da quelle fornite da strumenti generici).Trascurando quin<strong>di</strong> gli altri modelli e soffermandoci solo sull’approccio CSCL, proviamo acapire meglio quali peculiari funzioni debbano conseguentemente venire offerte da questiambienti.4.4.4 Ambienti integrati e CSCLKaye (1994) riprendendo Eijkelenberg, Heeren e Vermeulen (1992) suggerisce che letecnologie capaci <strong>di</strong> supportare le attività collaborative e <strong>di</strong> facilitare l’appren<strong>di</strong>mento in retesi possano raggruppare in tre <strong>di</strong>verse tipologie: sistemi <strong>di</strong> comunicazione (sincroni easincroni), sistemi per la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> risorse (con<strong>di</strong>visione dello schermo, <strong>di</strong> programmisoftware o <strong>di</strong> file), sistemi <strong>di</strong> supporto ai processi <strong>di</strong> gruppo (calendari con<strong>di</strong>visi, sistemi perla gestione dei progetti, strumenti <strong>di</strong> votazione ecc.) ai quali potremmo probabilmenteaggiungere una quarta categoria <strong>di</strong> software per la “simulazione immersiva” (es. MUD,MOO, Muse, ecc.) introdotti soprattutto negli ultimi anni nel contesto dei giochi <strong>di</strong> ruolo espesso impiegati anche nella <strong>di</strong>dattica on-line. Queste tipologie <strong>di</strong> software, opportunamenteselezionate e combinate, rappresentano la base tecnologica della maggior parte delleesperienze d’appren<strong>di</strong>mento in rete. Molte <strong>di</strong> queste funzioni sono incluse, oltre che inambienti che specificamente si definiscono CSCL, sia in alcune piattaforme e-learning (tracui, ad esempio: BlackBoard, Pathlore Learning Management System o WebCT), sia ingenerici strumenti per il groupware o il knowledge management (Lotus Notes, iManage,Microsoft SharePoint, Teamwave). Ed è senz’altro vero che molti <strong>di</strong> questi strumentivengono utilizzati con successo in corsi online contrad<strong>di</strong>stinti da uno specifico focus sullavoro collaborativo in rete, ma è altrettanto vero che il modello collaborativo richiede unaspecifica adeguatezza nel fornire supporti capaci <strong>di</strong> sviluppare le interazioni e il processo <strong>di</strong>costruzione dell’identità <strong>di</strong> una comunità in rete. Risulta infatti fuorviante ritenere, comesottolinea Cook (2002), che ci sia una neutralità da parte <strong>degli</strong> strumenti nel favorire iprocessi comunicativi, visto che gli uni procedono e consentono gli altri. Se è dunque veroche le applicazioni per l’e-learning stanno <strong>di</strong>ventando sempre più flessibili, con una spiccatatendenza ad essere svincolate da specifici modelli pedagogici ed educativi, è altrettanto veroche la ricerca nell’ambito del CSCL trova una sua specificità proprio nello sviluppo <strong>di</strong>frameworks capaci <strong>di</strong> favorire in maniera evidente il collegamento tra la teoria e le pratiche
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