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Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 37In questo modello le forze che operano ad ogni livello aiutano a definire l’attività e lecapacità delle persone. Conseguentemente ogni cambiamento nelle forze, a ciascun livello,contribuisce a mo<strong>di</strong>ficare quello che le persone fanno o sono capaci <strong>di</strong> fare. L’anello piùesterno del modello, le forze culturali, considera le istituzioni, le pratiche e le credenze chetrascendono uno specifico setting e che riguardano un ampio numero <strong>di</strong> persone. Questeforze influenzano il tipo <strong>di</strong> conoscenze che le persone possono esibire, il modo in cui questecapacità vengono sviluppate e gli scopi verso cui sono <strong>di</strong>rette. A livello interme<strong>di</strong>o sicollocano le forze locali, quelle che tipicamente consentono lo sviluppo dell’intelligenza<strong>di</strong>stribuita (cfr. § 2.4.2). Siamo nell’ambito del setting specifico: la casa, la classe, il luogo <strong>di</strong>lavoro. In questa prospettiva nessuno si muove e pensa in maniera del tutto isolata, c’èpiuttosto un’inter<strong>di</strong>pendenza tra persone, strumenti e risorse che, assieme, contribuiscono asviluppare le attività umane. A questo livello si parla <strong>di</strong> prospettiva “situata” e si enfatizzal’importanza del contesto locale all’intelligenza, che non potrebbe quin<strong>di</strong> essere separatadalla specifica con<strong>di</strong>zione nella quale questa viene a svilupparsi. Si recuperano qui icontributi teorici <strong>di</strong> Gibson (1977, 1979) sull’affordance come caratteristiche esterne,strutturali e ambientali, capaci <strong>di</strong> guidare l’azione. L’anello più interno, le forze personali,rappresenta gli attributi e le esperienze in<strong>di</strong>viduali. Qui hanno importanza le specifichevocazioni ed abilità in<strong>di</strong>viduali e la precipua configurazione <strong>di</strong> “intelligenze multiple”detenute dal soggetto (Gardner, 1987).Il contesto è, quin<strong>di</strong>, un insieme composito – comprendente sia elementi fisici, sia elementimentali – che si articola a livelli <strong>di</strong>versi implicando una complessa rete <strong>di</strong> relazioni tral’in<strong>di</strong>viduo ed i sistemi ambientali e socio-culturali in cui si trova ad operare. All’interno <strong>di</strong>questo intreccio <strong>di</strong> elementi si producono le azioni umane e si realizza l’emergenza deiprocessi cognitivi e appren<strong>di</strong>tivi.In questo senso, vista la varietà dei fattori in gioco e la molteplicità dei possibili livelli <strong>di</strong>analisi, nell’ambito della prospettiva contestualista, la nozione <strong>di</strong> “contesto” non può esserevista in un’accezione univoca, ma come complesso che rimanda simultaneamente ai seguentielementi: a) i sistemi sociali; b) gli ambienti fisici; c) la collocazione e la posizione delsoggetto nell’ambito <strong>di</strong> una determinata configurazione contestuale; d) l’evoluzione deicontesti nel tempo (Santoianni, Striano, 2003, p.86). Diventa allora possibile pensare alcontesto come alle relazioni dell’unità <strong>di</strong>namica “persona che agisce nei setting” (LivertaSempio, Marchetti, 1995, p.20), ovvero ad una concettualizzazione “del soggetto dellasituazione che sta vivendo, a una ‘teoria’ <strong>di</strong> tale situazione, che, da un lato, contribuisce adare forma e significato alla sua interazione con l’ambiente, dall’altro, emerge da taleinterazione. Da questo si evidenzia che nell’ottica contestualista si parla <strong>di</strong> comportamento,cognizione e contesto sulla base <strong>di</strong> un tipo specifico <strong>di</strong> relazione tra organismo e ambiente:una relazione continua e circolare tra i due termini, in cui entrambi sono prodotti eproduttori” (ibidem). Il contesto è, pertanto, da intendersi come “il prodotto integrato <strong>di</strong> tuttigli elementi in questione, giacché implica, insieme, soggetti (intesi come attivi elaboratori <strong>di</strong>informazioni in riferimento tanto ad una storia passata quanto a piani, obiettivi, aspettativeattuali) situati in trame <strong>di</strong> relazioni sociali che si collocano in un setting fisico (il quale offrevincoli e possibilità ai comportamenti ed alle azioni) in continua evoluzione nel tempo”(Santoianni, Striano, 2003, p.86).2.4.1 La prospettiva della “situated cognition”Dal punto <strong>di</strong> vista pedagogico, l’attenzione al contesto, implica la necessità <strong>di</strong> promuovereuna <strong>di</strong>ffusa consapevolezza – a livello in<strong>di</strong>viduale – <strong>degli</strong> elementi interagenti all’interno <strong>di</strong>ogni evento conoscitivo. Il riconoscere, nell’ambito <strong>degli</strong> interventi formativi, il <strong>di</strong>versoruolo che le varie “forze” (culturali, locali, personali) giocano nelle situazioni appren<strong>di</strong>tive,permette <strong>di</strong> acquisire un maggiore controllo oltre che consentire ai singoli in<strong>di</strong>vidui una

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