11.07.2015 Views

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

108Strumenti della rete e processo formativoRaggruppando i <strong>di</strong>versi me<strong>di</strong>a in categorie <strong>di</strong>verse emerge con una certa evidenza una lorospecificità nel supportare e promuovere specifiche pratiche operative. Il fatto che si sianostabiliti <strong>degli</strong> usi convenzionali deriva dalla peculiare capacità dei <strong>di</strong>versi strumenti <strong>di</strong>garantire adeguati livelli funzionali e sviluppare, al contempo, elevati elementi <strong>di</strong>accettabilità sociale in quel contesto, per quello scopo. C’è infatti una stretta relazione tra lecaratteristiche <strong>degli</strong> strumenti, le loro “affordance”, e la possibilità che si sviluppino, neltempo, pratiche con<strong>di</strong>vise sul modo più opportuno <strong>di</strong> utilizzarle. In questo senso le tipicitàfunzionale <strong>degli</strong> strumenti sembrano avere carattere <strong>di</strong> universalità rispetto alla variabilitàdelle preferenze in<strong>di</strong>viduali. <strong>Stu<strong>di</strong></strong> sperimentali (Ball, 1997) non sono riusciti, ad esempio, a<strong>di</strong>mostrare correlazioni significative tra i <strong>di</strong>versi strumenti <strong>di</strong> comunicazione e il tipo <strong>di</strong>personalità (introverso/estroverso). L’opportunità <strong>di</strong> utilizzare un determinato strumento inuna specifica situazione passa piuttosto attraverso la sua adeguatezza funzionale. Potremmoin altre parole <strong>di</strong>re che gli in<strong>di</strong>vidui, magari inconsapevolmente, sembrano concor<strong>di</strong> nelriconoscere l’idoneità <strong>di</strong> uno strumento nello svolgimento <strong>di</strong> una specifica funzione in unadeterminata situazione.Quali sono le funzioni che uno strumento per la comunicazione in rete può consentire <strong>di</strong>svolgere? Quali sono queste caratteristiche funzionali?Ad un primo approccio sembrano predominare caratteristiche <strong>di</strong> tipo operativo: la velocitàcon la quale viene consentito lo svolgimento <strong>di</strong> alcune funzioni, l’efficacia <strong>di</strong> produrre unabuona <strong>di</strong>sponibilità delle risorse trattate, la capacità <strong>di</strong> fornire elementi utili perl’organizzazione e la con<strong>di</strong>visione. Seguendo la proposta da Archer, Garrison, Anderson eRourke (2001) una comunità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento è chiamata a confrontarsi e ad interagire sutre <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni della reciproca presenza: quella cognitiva (cognitive presence), quelladell’insegnamento (teaching presence) e quella della socialità (social presence). Ognuna <strong>di</strong>queste <strong>di</strong>mensioni è caratterizzata da fenomenologie e specificità peculiari, ma è soprattuttoil carattere me<strong>di</strong>ato della “presenza” ad essere centrale nell’online. In particolare ènecessario comprendere che la presenza sociale, dalla quale deriva la possibilità <strong>di</strong> costruirele altre “presenze”, può svilupparsi – a seconda del tipo <strong>di</strong> strumento utilizzato per me<strong>di</strong>arela comunicazione – in forme e mo<strong>di</strong> del tutto <strong>di</strong>verse.4.4.2 Gli ambienti, la comunità e l’uso: percepire la “presenza sociale”Solitamente, negli stu<strong>di</strong> sugli strumenti <strong>di</strong> comunicazione, vengono attribuite ai me<strong>di</strong>a alcunepeculiari caratterizzazioni che riguardano essenzialmente due fattori: la capacità <strong>di</strong> veicolare“informazioni ricche”, ovvero capaci <strong>di</strong> ridurre l’incertezza nel processo comunicativo equella con cui un me<strong>di</strong>um trasmette la presenza sociale dei partecipanti. Il concetto <strong>di</strong>“ricchezza dei me<strong>di</strong>a” è stato sviluppato da Daft e Lengel (1984, 1986) ed è basato sullateoria dell’organizzazione del processo informativo secondo la quale la riduzionedell’incertezza, dell’ambiguità e dell’equivocabilità sono uno <strong>degli</strong> obiettivi principali dellacomunicazione. Daft e Lengel propongono quattro fattori che contrad<strong>di</strong>stingono la ricchezza<strong>di</strong> un me<strong>di</strong>a: l’interattività (ovvero la velocità del feedback), la molteplicità del canalemodale (visivo, au<strong>di</strong>tivo o misto), la varietà del linguaggio (ovvero la gamma dei simboliche possono essere trasmessi per aumentare l’informazione) e gli in<strong>di</strong>catori sociali (ovveroquegli elementi capaci <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare le emozioni e i sentimenti che intervengono nel <strong>di</strong>alogointerpersonale). Da questo punto <strong>di</strong> vista me<strong>di</strong>a più ricchi sono in grado <strong>di</strong> facilitare lacomunicazione nel momento in cui sono capaci <strong>di</strong> supportare il feedback, fornire variegaticanali me<strong>di</strong>ali, offrire il supporto ad un vasto sistema linguistico ed avere un focuspersonale, e all’oppost, me<strong>di</strong>a poveri sono costretti a confidare solo su regole, formalismi eprocedure. Daft e Lengel considerano la seguente graduatoria tra i me<strong>di</strong>a relativamente allaloro ricchezza: comunicazione presenziale <strong>di</strong>retta (face-to-face), telefono, documentipersonali scritti (esempio: lettere, note, ecc.), documenti impersonali (esempio: report e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!