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60Strumenti della rete e processo formativotelematiche, dove i quesiti aperti riguardano sia gli effetti in<strong>di</strong>viduali – quali l’accertamentodella natura delle ristrutturazioni nei sistemi cognitivi <strong>di</strong> chi le usa (attenzione, percezione,memoria, ecc.) –, sia gli effetti a livello collettivo ed in particolare socio-relazionale.L’obiettivo <strong>di</strong> questo capitolo è quello <strong>di</strong> svolgere una lettura delle modalità generali con cuigli artefatti interagiscono, nell’uso, con i sistemi cognitivi <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui. Tali processi sonointimamente connessi con quelli conoscitivi e appren<strong>di</strong>tivi umani, tanto che – come abbiamovisto in una prospettiva storico-culturale (cfr. § 2.1.1) – è anche dall’utilizzo <strong>degli</strong> artefatticulturali che si ristrutturano i processi cognitivi e si sviluppano le funzioni psichichesuperiori. La trattazione <strong>di</strong> questi argomenti non può prescindere da un confronto con laricerca che in questi anni è stata sviluppata nell’ambito dell’ergonomia e <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>sull’interazione uomo-macchina che alla scienza cognitiva in larga parte si ispirano. Ilcontributo del cognitivismo, in questo ambito, è attualmente al centro <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong>controversie che al contempo ne riconoscono l’importanza e il limite. Lo spostamentodell’attenzione alle <strong>di</strong>mensioni contestuali, storico-culturali e sociali è presente anche nellericerche sull’ergonomia, pur non potendo in molti casi fare a meno dell’euristiche messe a<strong>di</strong>sposizione dal cognitivismo. Anche ai fini del nostro lavoro si ritiene utile recuperare e<strong>di</strong>ntegrare entrambe le prospettive, viste come due <strong>di</strong>verse facce della stessa medaglia. Se ilcognitivismo è particolarmente attento al livello “micro” (come si comporta l’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong>fronte ad un pulsante), l’approccio storico-culturale è in grado <strong>di</strong> comprendere piùadeguatamente la prospettiva “macro” (come la società e l’ambiente determinino, in unpeculiare contesto storico-culturale, il valore d’uso <strong>degli</strong> strumenti). Entrambe le prospettivesono importanti per delineare i criteri per una buona progettazione <strong>degli</strong> artefatti e,nell’ambito delle tecnologie per la formazione, ad evidenziare i fattori critici <strong>di</strong> successo perl’appren<strong>di</strong>mento e l’insegnamento. Il capitolo si sviluppa quin<strong>di</strong> a partire dai contributi delcognitivismo, per poi approdare, soprattutto nell’ultima parte, alle integrazioni offerte dallaprospettiva contestualista e culturalista. A conclusione <strong>di</strong> queste riflessioni viene quin<strong>di</strong>riproposta, con un’ottica <strong>di</strong>versa rispetto a quella precedentemente sviluppata, la questionedella relazione tra uomo e strumenti. Gli strumenti, proprio grazie alle continue interazionicon il sistema cognitivo <strong>degli</strong> utenti, danno infatti luogo a delle importanti conseguenze sulpiano intellettivo, percettivo e comportamentale. In ambito educativo, l’ergonomia <strong>di</strong>dattica(Calvani, 2001) è, in questo senso, una peculiare prospettiva <strong>di</strong> riflessione che si occupadello stu<strong>di</strong>o e del controllo delle <strong>di</strong>namiche che si stabiliscono tra mente e me<strong>di</strong>um, affinchépossano svilupparsi sinergie positive e, quin<strong>di</strong>, il potenziamento delle capacità umane invista <strong>di</strong> esecuzione <strong>degli</strong> specifici compiti e non, viceversa, il loro depauperamento.3.1 Approccio cognitivista all’interazione umana con gli artefattiGli strumenti, come ha mostrato Vygotskij (cfr. § 2.1), hanno un ruolo determinante nellastrutturazione delle “funzioni cognitive” in<strong>di</strong>viduali. Una categoria peculiare <strong>di</strong> strumentisono gli artefatti culturali, ovvero quelli realizzati artificialmente dall’uomo per risolveredeterminate esigenze e che possono essere a loro volta <strong>di</strong>stinti in artefatti “materiali”(costituiti da materie specifiche: legno, metalli, plastiche, con forme e colori specifici) o“concettuali” (sia gli stessi artefatti materiali utilizzati nella loro forma simboliche, come le“parole” che denotano un oggetto, sia i costrutti eminentemente teoretici). Gli artefatticoncettuali (ad esempio una parola) si <strong>di</strong>fferenziano dagli artefatti materiali sulla base <strong>di</strong> ciòche inducono tramite la manipolazione <strong>di</strong>retta dello strumento. Carugati e Selleri (2001, pag.23) propongono un esempio utilizzando uno strumento comune: il cucchiaio. “La parolapronunziata [cucchiaio] sollecita a cercare, ad esempio, se è <strong>di</strong>sponibile un oggettocucchiaio,oppure a capire se il nostro interlocutore ha formulato una richiesta (‘Vorrei uncucchiaio!’), mentre la presenza fisica dell’oggetto-cucchiaio ne induce un uso più o meno

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