96Strumenti della rete e processo formativosenza censure, senza necessità <strong>di</strong> mostrare o svelare <strong>di</strong>rettamente la completa identitàdell’attore viene spesso percepita come aumento della propria libertà <strong>di</strong> espressione dandoluogo ad un fenomeno sostanzialmente ine<strong>di</strong>to che è quello <strong>di</strong> riuscire a ridurre i timori,assottigliare le <strong>di</strong>fferenze, livellare i ruoli 40 . Dal punto <strong>di</strong> vista relazionale la CMCrappresenta una modalità <strong>di</strong> comunicazione totalmente nuova, alterando la natura stessa dellapresentazione del sé all’interno del contesto virtuale: nella CMC, “l’identità (il testo) e lacomunità (il contesto) si definiscono mutuamente” (Giese, 2002) consentendo spesso unapositiva ridefinizione delle singole identità sociali. Nella CMC, grazie alla “separazione”spazio-temporale, alla me<strong>di</strong>azione dello strumento, non rappresentano ad esempio motivo <strong>di</strong><strong>di</strong>scriminazione, o lo fanno in maniera minore, le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> genere, censo, età, cultura,ecc. Sarebbe in particolare l’assenza <strong>di</strong> informazioni sul contesto e sulle norme <strong>di</strong>comportamento comunemente accettate a determinare, come conseguenza, ad orientare lacomunicazione verso linguaggi e comportamenti <strong>di</strong>sinibiti (Sproull & Kiesler, 1986). Comeevidenzia Paccagnella (2000), al quale si rimanda per una panoramica sugli stu<strong>di</strong> in ambitodella CMC e sulle caratteristiche della socializzazione in rete, in Internet sono possibilifenomeni assolutamente manifesti <strong>di</strong> spontaneità, flessibilità (in quanto svincolata dai limitispazio-temporali), imme<strong>di</strong>atezza e velocità, <strong>di</strong>mostrandosi per certi versi assai più vicina allostile conversazionale che al <strong>di</strong>scorso scritto.Varie ricerche suggeriscono anche una serie <strong>di</strong> benefici minori per la CMC se comparata conl’interazione in presenza (“face-to-face”). Questi vantaggi includono un incremento nellapartecipazione tra studenti e della quantità <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> qualità elaborati dagli stessi. Ilcomputer offre infatti una sorta <strong>di</strong> semi anonimato che porta gli utenti ad atteggiamenti più<strong>di</strong>sinibiti ed a sentirsi maggiormente sicuri <strong>di</strong> se. Fenomeno che consente maggiorepartecipazione e <strong>di</strong>sponibilità all’incontro con altri utenti. Secondo la Harasim (1990), lacomputer me<strong>di</strong>ated communication fornisce un ambiente argomentativo particolarmenteefficace per l’appren<strong>di</strong>mento collaborativo offrendo a studenti ed insegnanti un accesso anuove idee, prospettive ed informazioni attraverso la costruzione <strong>di</strong> prospettive multiple suuno stesso esempio. Alla CMC è stato riconosciuto il merito <strong>di</strong> produrre un effetto <strong>di</strong>“equalizzazione” tra gli attori, cosa che – soprattutto in alcuni ambiti – è evidente riesca aprodurre maggiori contributi e livelli più ampi nella partecipazione soprattutto per glistudenti più giovani che le <strong>di</strong>scussioni face-to-face classiche (Light, Colbourn, Light, 1997).La CMC può risolvere quei fenomeni <strong>di</strong> egemonia che tipicamente sono presenti nei gruppiclasse,visto che come me<strong>di</strong>um elettronico consente a ciascuno un illimitato spaziocomunicativo fornendo ad ogni studente maggiori opportunità per parlare che (Eastman,1995; Sullivan & Pratt, 1996). Alcuni autori (Chun, 1994; Pennington, 1996; Warschauer,1996; Beavois, 1998) hanno anche rilevato che la CMC può essere un me<strong>di</strong>um capace <strong>di</strong>trainare ad esprimersi sia gli studenti immigrati, che hanno quin<strong>di</strong> una minore padronanzadella lingua, che gli studenti timi<strong>di</strong> ed introversi. Nella comunicazione scritta al computersono infatti consentite sia le semplificazioni lessicali, sia tempi <strong>di</strong> incubazione delle risposte(e <strong>di</strong> riflessione sulle) più lunghi; fattori capaci <strong>di</strong> sedare l’ansia <strong>di</strong> chi, solitamente, si senteinadeguato a prendere parte alle <strong>di</strong>scussioni. Dal punto <strong>di</strong> vista fenomenologico la specificità<strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> comunicazione, a metà strada tra linguaggio scritto e orale, è fortementeorientata a stimolare relazioni, anche <strong>di</strong> tipo emotivo da cui consegue la possibilità <strong>di</strong>sviluppare un peculiare senso <strong>di</strong> appartenenza sociale.Il testo elettronico prodotto dalle interazioni attraverso la CMC si presenta estremamenteduttile, articolato, dalla natura composita (alfabeto, immagini, suoni), corredato <strong>di</strong> funzioniipertestuali ed interattive che lo <strong>di</strong>fferenziano in larga misura dal testo stampato,dattiloscritto o semplicemente chirografo.40 Naturalmente, assieme agli aspetti positivi, la CMC, comporta anche alcuni rischi e problematiche che sono stati benevidenziati da autori come la Turkle (1997) e la Wallace (2000).
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 97I nuovi testi si presentano come qualcosa <strong>di</strong> intrinsecamente aperto, incompiuto, suscettibile<strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche, interconnesso con altri testi, con testi <strong>di</strong> altri autori in un rimando continuo chespesso rende <strong>di</strong>fficile l’attribuzione ad un solo autore. Anzi: il testo elettronico, ed inparticolare quello on line, si presta a continui riusi, a redazioni multiple, a lavori in equipe, ascritture progressive. Per questi ed altri motivi, l’elemento centrale su cui su basa laformazione in rete è oggi dato dal prevalente utilizzo della comunicazione testuale scritta. Cisono infatti varie evidenze, nonostante una tendenza attuale ad usare anche ambientichiamati “classi virtuali” che si basano prevalentemente sull’uso dell’au<strong>di</strong>o-video, che i<strong>di</strong>aloghi in forma scritta siano maggiormente capaci <strong>di</strong> attribuire ai partecipanti remoti ruolisignificativi nelle situazioni <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento-insegnamento <strong>di</strong> gruppo, specie in modellichiaramente orientati alla collaborazione (Kaye, 1994).4.3.1 Comunicazione me<strong>di</strong>ata dal computer e formazioneCalvani e Rotta (2000, pp. 37-38) specificano che “sul versante dell’appren<strong>di</strong>mento la CMCpermette al soggetto un ruolo più <strong>di</strong>namico nella costruzione attiva della propria conoscenza;il computer si trasforma in un amplificatore della capacità comunicativa e relazionaledell’uomo; i materiali prodotti, in quanto <strong>di</strong>gitalizzati, sono inoltre facilmente revisionabili,analizzabili e riadattabili”. Anche se dal punto <strong>di</strong> vista formale, la nuova testualità mettedrammaticamente in <strong>di</strong>scussione il rispetto della tra<strong>di</strong>zionale correttezza grammaticale estilistica (basti pensare alle contrazioni ed allo “slang” <strong>di</strong> cui fanno largo uso i messaggitelefonici SMS), la CMC presenta caratteristiche particolarmente interessanti perl’appren<strong>di</strong>mento. Questo tipo <strong>di</strong> comunicazione presenta infatti un duplice vantaggio:l’essere permanente, ovvero consentirne successive letture ed allo stesso tempo esserecaratterizzata da plasticità, ovvero da una duttile possibilità <strong>di</strong> recupero e manipolazione. Lapresenza della scrittura apporta caratteri “riflessivi” alla comunicazione in<strong>di</strong>viduale e <strong>di</strong>gruppo attraverso la caratteristica della permanenza aprendo così alla possibilità <strong>di</strong> moltepliciriletture (filologiche, ermeneutiche, relazionali, ecc.), che all’invito al prodursi <strong>di</strong> nuovatestualità (plasticità). Testualità che <strong>di</strong> volta in volta può assumere i caratteri del sito Internetdel gruppo, l’ipertesto che approfon<strong>di</strong>sce l’argomento, il documento scritto a più mani, ilforum <strong>di</strong> lavoro dalla struttura informativa gerarchica e ramificata, del database con<strong>di</strong>viso o<strong>di</strong> quant’altro consenta al gruppo <strong>di</strong> sviluppare un proprio patrimonio conoscitivo, ovvero <strong>di</strong>creare un “luogo” dove il repertorio delle conoscenze con<strong>di</strong>vise, viene reificato e reso<strong>di</strong>sponibile per nuovi sviluppi.In pratica, l’esperienza svolta si se<strong>di</strong>menta in un luogo virtuale accessibilecontinuativamente, costituendo <strong>di</strong> fatto un repertorio <strong>di</strong> “conoscenza con<strong>di</strong>visa”, una“knowledge base”, preziosa per ogni successivo accesso. Imparare <strong>di</strong>venta così una trattativacontinua dell’in<strong>di</strong>viduo all’interno della propria comunità <strong>di</strong> lavoro me<strong>di</strong>ante l’utilizzo dellalingua scritta come sistema conversazionale (Pontecorvo et. Al., 2004, p.270). Laformalizzazione a cui obbliga la scrittura porta a sviluppare processi riflessivi emetacognitivi nel momento della stesura, e – al contempo – permette anche a coloro chestanno cominciando un nuovo percorso <strong>di</strong> appropriarsi del patrimonio prodotto da coloro cheli hanno preceduti. La scrittura consente cioè <strong>di</strong> apprendere attraverso la partecipazione allepratiche della comunità (Wenger, 1998; Lave, Wenger 1991). Partecipazione che èconsentita ad ogni livello, compreso a chi si “aggira ai bor<strong>di</strong> delle comunità” (ai neofiti, aimeno preparati, agli assenti), che hanno così la possibilità <strong>di</strong> sfruttare appieno lapartecipazione periferica, in tempi e mo<strong>di</strong> adeguati, per entrare a pieno titolo nel gruppo. Cisono, naturalmente, suggestioni vygotskijane nella prospettiva dello “spingersi oltre”, daparte <strong>di</strong> ogni studente-appren<strong>di</strong>sta, all’interno della propria zona <strong>di</strong> sviluppo prossimale,grazie al supporto offerto dai colleghi più esperti. Processo questo che non prevedenecessariamente studenti abili accanto a studenti meno capaci, quanto momenti continui <strong>di</strong>
- Page 1 and 2:
TESIUMANISTICA- 3 -
- Page 3 and 4:
Giovanni BonaiutiStrumenti della re
- Page 5 and 6:
Strumenti della rete e processo for
- Page 7 and 8:
Strumenti della rete e processo for
- Page 9 and 10:
Strumenti della rete e processo for
- Page 11 and 12:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 13 and 14:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 15 and 16:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 17 and 18:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 19 and 20:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 21 and 22:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 23 and 24:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 25 and 26:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 27 and 28:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 29 and 30:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 31 and 32:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 34 and 35:
32Strumenti della rete e processo f
- Page 36 and 37:
34Strumenti della rete e processo f
- Page 39 and 40:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 41 and 42:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 43 and 44:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 45 and 46:
Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 47 and 48: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 49 and 50: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 51 and 52: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 53 and 54: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 55 and 56: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 57 and 58: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 59 and 60: Teorie, modelli e artefatti per la
- Page 61 and 62: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 63 and 64: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 65 and 66: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 67 and 68: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 69 and 70: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 71 and 72: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 73 and 74: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 75 and 76: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 77 and 78: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 79 and 80: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 81 and 82: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 83 and 84: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 85 and 86: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 87 and 88: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 89 and 90: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 91 and 92: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 93 and 94: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 95 and 96: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 97: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 101 and 102: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 103 and 104: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 105 and 106: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 107 and 108: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 109 and 110: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 111 and 112: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 113 and 114: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 115 and 116: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 117 and 118: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 119 and 120: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 121 and 122: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 123 and 124: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 125 and 126: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 127 and 128: Strumenti e ambienti per la formazi
- Page 129 and 130: L’indagine empirica e le verifich
- Page 131 and 132: L’indagine empirica e le verifich
- Page 133 and 134: L’indagine empirica e le verifich
- Page 135 and 136: L’indagine empirica e le verifich
- Page 137 and 138: L’indagine empirica e le verifich
- Page 139 and 140: L’indagine empirica e le verifich
- Page 141 and 142: L’indagine empirica e le verifich
- Page 143 and 144: L’indagine empirica e le verifich
- Page 145 and 146: L’indagine empirica e le verifich
- Page 147 and 148: L’indagine empirica e le verifich
- Page 149 and 150:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 151 and 152:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 153 and 154:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 155 and 156:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 157 and 158:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 159 and 160:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 161 and 162:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 163 and 164:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 165 and 166:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 167 and 168:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 169 and 170:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 171 and 172:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 173 and 174:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 175 and 176:
L’indagine empirica e le verifich
- Page 177 and 178:
Strumenti della rete e processo for
- Page 179 and 180:
Strumenti della rete e processo for
- Page 181 and 182:
Strumenti della rete e processo for
- Page 183 and 184:
Strumenti della rete e processo for
- Page 185 and 186:
Strumenti della rete e processo for
- Page 187 and 188:
Strumenti della rete e processo for
- Page 189 and 190:
Strumenti della rete e processo for
- Page 191 and 192:
Strumenti della rete e processo for
- Page 193 and 194:
Strumenti della rete e processo for
- Page 195 and 196:
Strumenti della rete e processo for
- Page 197 and 198:
Strumenti della rete e processo for
- Page 199 and 200:
Strumenti della rete e processo for
- Page 201 and 202:
Strumenti della rete e processo for
- Page 203 and 204:
Strumenti della rete e processo for
- Page 205 and 206:
Strumenti della rete e processo for
- Page 207 and 208:
Strumenti della rete e processo for
- Page 209:
RingraziamentiRingrazio nella perso