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176Strumenti della rete e processo formativodalle intenzioni dei progettisti, ma non solo. Tra gli stessi corsisti emergono pareri<strong>di</strong>scordanti sulla efficacia dei singoli strumenti, come <strong>di</strong>mostrato – in particolare – da alcunerisposte del questionario. Il maggiore livello <strong>di</strong> competenza posseduto da alcuni partecipantinelle tecnologie, ad esempio, li avvicina probabilmente ad intuire la logica dei progettistiche, in ogni modo, rimarranno in larga parte <strong>di</strong>fferenti perché necessariamente <strong>di</strong>fferente è laprospettiva e il contesto in cui queste vengono applicate.Abbiamo anche visto (§ 4.3.2) che cooperare in rete non è naturale, ovvero che la retefavorisce spontaneamente l’anarchia creativa anche se questa consente poi lo sviluppo <strong>di</strong><strong>di</strong>namiche sociali vitali caratterizzate da reciproci momenti <strong>di</strong> appropriazione e restituzione,e che quin<strong>di</strong> sia necessario lavorare sulle regole, sui ruoli e sui tempi. Proprio su questofronte le tecnologie possono dare il loro contributo.Gli strumenti sono infatti in grado <strong>di</strong> svolgere un duplice compito: offrire il supporto perl’azione e contribuire a riproporre e rafforzare il sistema <strong>di</strong> informazioni, vincoli e regole. Irubinetti dei lavatoi solitamente schierati in prossimità dell’ingresso <strong>di</strong> ogni moschea sonoallo stesso tempo funzionali allo svolgimento del compito richiesto (le abluzioni), ma sonoanche utili a ricordare e rafforzare il rispetto della regola. Cosa che non avverrebbe nellastessa maniera se questi fossero ad esempio sistemati in un e<strong>di</strong>ficio appartato. Evidenza cheriporta all’esigenza <strong>di</strong> una attenta progettazione.Troppo spesso nella formazione non viene prestata adeguata attenzione alla conformazione<strong>degli</strong> ambienti, alle caratteristiche <strong>degli</strong> strumenti che in questi luoghi vengono utilizzati.Salvo nell’educazione dei bambini, laddove fortunatamente esiste una lunga tra<strong>di</strong>zione (daFröbel alla Montessori alle ben note esperienze <strong>degli</strong> asili <strong>di</strong> Modena) che vede nella ricercadelle strutture e nella progettazione <strong>di</strong> specifici materiali <strong>di</strong>dattici ed eserciziari i preziosielementi per lo sviluppo della sensorialità e dell’intelligenza dei bambini; nel mondodell’istruzione secondaria e della formazione <strong>degli</strong> adulti in genere non sembra esisterealtrettanta attenzione alla progettazione <strong>degli</strong> strumenti ed alla comprensione dei loro limiti edelle loro potenzialità.Le tecnologie telematiche, così come ogni altro artefatto umano, non si limitano a fornire unsupporto – in questo caso: per la comunicazione –, ma modellano gli obiettivi della genteapportando, attraverso le proprie caratteristiche, regole specifiche capaci <strong>di</strong> guidare lo stile ela <strong>di</strong>rezione della comunicazione. Le conclusioni a cui giunge questa tesi sono solo il punto<strong>di</strong> inizio <strong>di</strong> complesse riflessioni che sarebbe necessario compiere ogni qual volta si ritenga<strong>di</strong> introdurre <strong>degli</strong> strumenti all’interno <strong>degli</strong> eventi formativi. Riflessioni che, purtroppo,così raramente vengono svolte.

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