11.07.2015 Views

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

Download - E-prints Archive - Home - Università degli Studi di Firenze

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 65maggiore pertinenza rispetto al contesto da rappresentare. In altre parole esistono dei segniche rappresentano qualcosa in un determinato dominio (significante), la cui interpretazione(significato) per la mente umana, richiede uno sforzo minore perché presenta unaconformazione analogica, ovvero prossima, a quanto rappresentato. Ad esempio il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>un cavallo è più esplicito, e universale, che non la parola scritta “cavallo”. In ambitoinformatico sono in molti a ritenere che le interfacce grafiche, ovvero quelle basate su“icone”, ten<strong>di</strong>ne e pulsanti siano più semplici da usare <strong>di</strong> quelle che si basano su coman<strong>di</strong>scritti. Analogamente esistono modalità <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> rappresentare internamente, ovvero nellamente, le informazioni. Bruner (1967; Bruner et. Al., 1970) parla <strong>di</strong> rappresentazione attiva,iconica e simbolica per in<strong>di</strong>care modalità che vengono rese <strong>di</strong>sponibili in “sta<strong>di</strong>” <strong>di</strong>versidello sviluppo cognitivo del bambino, ma anche come modalità qualitativamente <strong>di</strong>stinte chein seguito, nell’adulto, coesistono per consentire mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi per entrare in contatto con larealtà esterna. Tipi <strong>di</strong> attività <strong>di</strong>versi si prestano all’adozione dell’una o dell’altra modalità.Spiegare ad una persona che non l’ha mai fatto come si annoda una cravatta suggerisce l’uso<strong>di</strong> una modalità attiva, basata sull’esemplificazione pratica dei passaggi, delle singole azioni.Sarebbe poco efficiente ricorrere a delle rappresentazioni iconiche, ovvero a dei <strong>di</strong>segni, opeggio ad una descrizione scritta (simbolica). Diversamente per in<strong>di</strong>care che una determinataporta consente l’accesso al bagno delle signore è più opportuno ricorrere allarappresentazione iconica, ad esempio attraverso la stilizzazione <strong>di</strong> una figura femminile.L’orario dei treni, invece, non può che utilizzare un sistema simbolico astratto. Un altroesempio, preso dall’informatica, può aiutarci a capire come semiotiche <strong>di</strong>fferenti possanooffrire modalità <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> rappresentazione, senza che queste ne specifichino in assoluto unacome migliore <strong>di</strong> un’altra. Nel passare attraverso <strong>di</strong>verse generazioni <strong>di</strong> sistemi operativi,sono oggi <strong>di</strong>sponibili tre <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> interfacce (Levial<strong>di</strong>, 1999): simboliche (richiedonol’input <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> espliciti, come ad esempio i coman<strong>di</strong> da prompt), atomiche (quelle cheoffrono la selezione tra opzioni <strong>di</strong>verse, ad esempio i menu), continue (quelle che prevedonoun’interazione visiva stretta attraverso l’uso <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> puntamento come penne ottiche,mouse, joystick, ecc.). Ma se nei primi computer era obbligatorio l’uso <strong>di</strong> coman<strong>di</strong> moltoprossimi al linguaggio macchina (interfacce del primo tipo), oggi con l’avvento delle“interfacce grafiche” (GUI, grafic user interface) ed in particolare <strong>degli</strong> ambienti “ad icone efinestre” che fanno prevalentemente uso <strong>di</strong> modalità del secondo e del terzo tipo, non si èabbandonato l’uso della prima modalità. Pensiamo ad un’operazione come salvare undocumento in Word: è possibile farlo facendo clic con il mouse sull’icona con l’immagine <strong>di</strong>un floppy (modalità continua), oppure posso scegliere da un menu a ten<strong>di</strong>na (atomica) o,infine, premere una combinazione <strong>di</strong> tasti (esempio: “maiuscolo+F12”) per ottenere lo stessorisultato (modalità simbolica). Il fatto che esistano possibilità <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> eseguire le stessefunzioni consente a categorie <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> utenti <strong>di</strong> raggiungere nel proprio specifico epreferenziale modo lo stesso scopo, ma anche ad uno stessa persona – in situazioni <strong>di</strong>verse –<strong>di</strong> avvalersi delle “modalità” più opportune 25 .Il processo che porta all’attribuzione del valore <strong>di</strong> “simbolo” ad una segno (naturale oartificiale), si inserisce in un quadro evolutivo e <strong>di</strong> capacità biologica ed adattiva propriadell’uomo (Orefice, 2001). L’interpretazione <strong>di</strong> ogni segno nasconde elementi <strong>di</strong> complessitàe <strong>di</strong> ambiguità che sono dati dall’intreccio <strong>di</strong> fattori percettivi (quin<strong>di</strong> fisiologici), ma anchecognitivi e culturali. In semiotica, oltre ad una <strong>di</strong>mensione referenziale, quella che consentead un segno <strong>di</strong> rimandare all’oggetto rappresentato, vengono in<strong>di</strong>viduate una <strong>di</strong>mensionepragmatica ed una contestuale entrambe implicate nell’attribuzione <strong>di</strong> significati e valori inambiti situazionali o culturali <strong>di</strong>versi (Gensini, 2002). Le caratteristiche dei simboli e le25 Alcuni ricercatori, sempre partendo dagli stu<strong>di</strong> sulla cognizione umana, arrivano invece a conclusioni abbastanza <strong>di</strong>fferenti.Quella che tecnicamente viene chiamata monotonicità, ovvero la possibilità <strong>di</strong> raggiungere un obiettivo attraverso un solo tipo<strong>di</strong> azione, garantirebbe infatti l’acquisizione <strong>di</strong> comportamenti automatici utili per velocizzare, e soprattutto, per non <strong>di</strong>stogliereattenzione dall’obiettivo primario del compito (Raskin, 2003, p.75).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!