94Strumenti della rete e processo formativocoinvolti, ma risponde agli input ed alle sollecitazioni che noi stessi creiamo” (Ferri, 2002, p.125). Naturalmente il limite estremo è rappresentato dalle esperienze messe a <strong>di</strong>sposizionedella realtà virtuale, che oggi soprattutto nel mondo dei giochi elettronici tri<strong>di</strong>mensionali,grazie ad opportuni <strong>di</strong>spositivi (caschi, tute e “data glove”) consentono una “visione insoggettiva” dell’ambiente virtuale esplorato, ponendosi <strong>di</strong> realizzare l’obiettivo della totaleimmersione dell’utente nell’ambiente virtuale. Nella formazione in rete, a partesperimentazioni particolari, le tecnologie forniscono supporti molto meno avveniristici, manon per questo incapaci <strong>di</strong> garantire un passaggio efficace e duraturo verso una <strong>di</strong>mensionespaziale “realistica” dove possono avvenire efficaci – e reali – interazioni sociali. Questispazi virtuali sono prevalentemente spazi relazionali, ovvero luoghi dove in primo luogo è la<strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>alogica a rappresentare il collante e il supporto capace <strong>di</strong> fornire alla mente glielementi per l’ipostasi, la rappresentazione concreta <strong>di</strong> una realtà astratta e consistente al <strong>di</strong>là del fluire fenomenico. Come fa notare Banzato (2003, p. 61): “gli spazi virtuali relazionalispesso non hanno nessuna correlazione con il piano spaziale in cui ci troviamo. Noi incontinuazione passiamo attraverso ‘i mon<strong>di</strong> possibili’ in un costante <strong>di</strong>alogo tra reale evirtuale senza con questo confonderci nelle relazioni o con le persone. […] La nostra attivitàcognitiva ci consente <strong>di</strong> ‘calcolare’ le <strong>di</strong>stanze tra i vari sistemi, orientandoci costantementetra le informazioni temporali, spaziali, affettive, linguistiche”. Il <strong>di</strong>alogo, nel “luogo, nonluogo”,messo a <strong>di</strong>sposizione dal cyberspazio, è quin<strong>di</strong> capace <strong>di</strong> creare i presupposti per losviluppo <strong>di</strong> esperienze sociali efficaci e tangibili secondo modalità che, nella prospettivacontestualista, vengono evidenziate come centrali per il significativo sviluppo <strong>di</strong> processicognitivi ed appren<strong>di</strong>tivi.4.3 La scrittura: il tessuto della reteLa formazione in rete, per quello cha abbiamo fino a qui visto, avvienefenomenologicamnete in uno spazio che è completamente simbolico, possiede cioè in largamisura la bi<strong>di</strong>mensionalità del testo sullo schermo (Ferri, 2002). Anche se oggi lacomunicazione multime<strong>di</strong>ale estende ed integra il co<strong>di</strong>ce alfabetico con altri co<strong>di</strong>ci (visivo,iconico, sonoro, ecc.), rimane comunque centrale il ruolo della scrittura non solo nellatrasmissione del contenuto, ma in questo caso anche nella definizione del contesto,nell’allestimento del luogo. Il testo è il tessuto che consente la costituzione della rete. Ancheetimologicamente la parola testo deriva dal latino tèxtum, dal verbo tèxere: tessere,intrecciare. Ed è infatti il canovaccio delle parole, delle relazioni che attraverso le parole sistrutturano in rete, a costituire lo spazio sociale all’interno del quale le persone si incontrano.Questo spazio è quin<strong>di</strong>, e prevalentemente, uno spazio simbolico, prevalentementealfabetico, che richiede la conoscenza dei co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> co<strong>di</strong>fica e <strong>di</strong> deco<strong>di</strong>fica. Esistono altrisistemi per comunicare in rete, ma sono ancora poco utilizzati e non offrono gli stessioggettivi vantaggi della comunicazione me<strong>di</strong>ata da scrittura. Inoltre, i luoghi della retevisuali o virtuali, come certi ambienti tri<strong>di</strong>mensionali esplorabili apparentemente anchesenza l’uso <strong>di</strong> un sistema testuale, richiedono comunque agli utenti una specificaalfabetizzazione informatica, ovvero il possesso <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci simbolici – testuali –necessari perusare il sistema. Senza contare che uno <strong>degli</strong> scopi delle azioni in questi ambienti (in seguitoverranno presentati come MOO o MOD) è quello dell’incontro tra le raffigurazioni virtuali<strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui (gli avatar) che avvengono, appunto, attraverso il <strong>di</strong>alogo scritto. La testualitàscritta è quin<strong>di</strong> la modalità comunicativa prevalente in rete nonostante questa possa esserevariamente integrata con apporti multime<strong>di</strong>ali. Grazie alla comunicazione, con la nascitadella rete, si sono fin da subito sviluppate nuove forme <strong>di</strong> aggregative, un “tessuto sociale”assolutamente nuovo a livello planetario (Negroponte, 1996). Le comunità virtuali(Rheingold, 1994) rappresentano una conseguenza, il fenomeno para<strong>di</strong>gmatico per
Strumenti e ambienti per la formazione in rete. Prospettive, limiti e potenzialità delle tecnologie 95eccellenza, <strong>degli</strong> effetti della tecnologia della scrittura nella trasformazione deicomportamenti umani.Lo “spazio della scrittura”, che consente lo sviluppo della socialità in rete, si presenta comefenomeno <strong>di</strong> ibri<strong>di</strong>zzazione del <strong>di</strong>scorso parlato: laddove continuano a coesistere sia lespecificità dell’oralità che quelle della scrittura. La parola scritta come supporto allacomunicazione in rete presenta infatti analogie, ma anche forti <strong>di</strong>fferenze sia rispettoall’oralità, sia alla scrittura a stampa. Nella tabella che segue, dove sono rapportate tre forme<strong>di</strong> comunicazione 39 : oralità, scrittura e scrittura me<strong>di</strong>ata dal computer, mostra comequest’ultima incameri gli apporti dell’una e dell’altra fattispecie.Oralità Scrittura Scrittura me<strong>di</strong>ata dacomputerContesto Dipendenza dall’hic et nunc In<strong>di</strong>pendenza dall’hic et nunc In<strong>di</strong>pendenza dall’hic et nuncAccesso tecnico Incorporato in acquisizioniculturali <strong>di</strong> baseDipendente dall’alfabetizzazione Dipendente dall’alfabetizzazioneinformaticaTipologia comunicativa Uno-uno e uno-molti Uno-uno e uno-molti Uno-uno e uno-molti, ma anche moltimoltiTipologia semiologica Comunicazione orale,paralinguistica edextralinguisticaTestuale (assenza <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>cisimbolici paralinguistici edextralinguistici).Contrazione <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>ci simboliciparalinguistici ed extralinguistici.Comunicazione prevalentementetestuale e ipertestuale/iperme<strong>di</strong>aleModalità linguisticheprevalentiTipologia pragmaticaTipologiafenomenologicaEnfatica e partecipativa,paratattica, aggregativa,ridondante, agonistica,situazionaleOrientata al mantenimentodel clima socialePresenza fisica edemozionale nel contestooggettiva e <strong>di</strong>staccata, ipotattica,analitica, tendente alla sintesi,oggettiva, astrattaOrientata all’introflessioneCoinvolgimento nel percorsonarrativoEnfatica e partecipativa (ma ancheoggettiva e <strong>di</strong>staccata), paratattica eipotattica, aggregativi e analitica,ridondante, agonistica, situazionaleOrientata a sollecitare l’espansione el’arricchimento del clima socialePresenza in uno o più contesti concoinvolgimento emotivoTabella 2. Tre forme <strong>di</strong> comunicazione: oralità, scrittura e scrittura me<strong>di</strong>ata dal computerLa scrittura me<strong>di</strong>ata dal computer ha portato negli ultimi anni profon<strong>di</strong> cambiamentiall’interno delle teorie della comunicazione. Come spiega Mantovani (1996), il vecchiopara<strong>di</strong>gma della “teoria della informazione”, basato sul modello matematico deltrasferimento dei messaggi da una sorgente che li trasmette fino a un ricevitore attraverso uncanale (Shannon, Weaver, 1949), non riesce più a dare conto della complessità crescente edella ricchezza semantica presente nella comunicazione me<strong>di</strong>ata dal computer (computerme<strong>di</strong>ated communication, o CMC), sia da un punto <strong>di</strong> vista sociale che psicologico. Lacomunicazione scritta non ha, in questo caso, il solo scopo <strong>di</strong> trasferire informazioni, ma <strong>di</strong>consentire sia la costituzione <strong>di</strong> una base <strong>di</strong> conoscenza, con<strong>di</strong>visa socialmente, sia losviluppo <strong>di</strong> un “luogo” ideale, un agorà virtuale, dove potersi incontrare. Molti stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong>comunicazione evidenziano che la CMC determina il delinearsi <strong>di</strong> nuovi modellicomunicativi e consente lo sviluppo <strong>di</strong> interessanti ed ine<strong>di</strong>te fenomenologie interrelazionalioltre a venire percepita come un me<strong>di</strong>um profondamente <strong>di</strong>verso da quelli tra<strong>di</strong>zionali.Il computer aveva già rivoluzionato le idee <strong>di</strong> compiutezza, linearità e “chiusura” che lastampa aveva attribuito al testo scritto (Ong, 1986), oggi la rete apparta ancora nuoverivoluzionarie possibilità alla scrittura.Anche se la comunicazione scritta, da un punto <strong>di</strong> vista semiologico, appare priva dei tipicielementi extralinguistici dell’incontro presenziale (visivo espressivi, prossemici, proso<strong>di</strong>ci,ecc.) o della semplice parola parlata (anche se a <strong>di</strong>stanza, come nel caso del telefono) sulpiano pragmatico si caratterizza come fortemente orientata a stimolare la spontaneità equin<strong>di</strong> il manifestarsi <strong>di</strong> relazioni emotive. La CMC nell’offrire spazio <strong>di</strong> parola senza limiti,39 La tabella è il frutto <strong>di</strong> una libera rielaborazione dei modelli proposti da Ong (1986) sulla base <strong>di</strong> un lavoro analogosviluppato da Calvani e Rotta (2000).
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