160Strumenti della rete e processo formativoEspertoPositivoNegativoNon Esperto0% 20% 40% 60% 80% 100%Figura 34. Pila 100% <strong>di</strong>fferente valutazione sull'efficacia <strong>di</strong> Synergeia tra utenti esperti e non esperti. I risultati sonostati ottenuti con il software SPSS (Homals vers. 1.0 analisi delle corrispondenze multiple)Da questo risultato, in parte preve<strong>di</strong>bile, possiamo concludere che gli utenti espertiesprimano un giu<strong>di</strong>zio migliore trovandosi nelle con<strong>di</strong>zioni verosimilmente più vicine aquelle dei progettisti e che modalità più complesse e meno intuitive <strong>di</strong> pensare gli strumentisiano, per contro, meno comprensibili ai più. Cerchiamo ora <strong>di</strong> focalizzare nello specificoquali sono state alcune <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>fficoltà, tentando <strong>di</strong> evidenziare i problemi che hannomaggiormente contribuito al <strong>di</strong>sallineamento tra la visione dei progettisti e le modalità <strong>di</strong>utilizzo negoziate e con<strong>di</strong>vise dagli utenti.I “simboli del pensiero” (cfr. nota 62, p. 6) sono tra gli strumenti più controversi. Ilquestionario affronta la tematica con tre <strong>di</strong>verse domande. La domanda 24 (“ritieni cheognuno abbia utilizzato i descrittori del pensiero con la stessa intenzionalità?”), che eraconnessa con la domanda 23 interessata a comprendere se il gruppo era stato in grado <strong>di</strong>stabilire regole con<strong>di</strong>vise <strong>di</strong> utilizzo <strong>degli</strong> strumenti (cfr. successiva Figura 35, p. 171),evidenzia abbastanza chiaramente l’esistenza <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione.CertamenteIn buona parteNon del tuttoPer nienteNon so/Non li ho utilizzati1,6544,6342,988,262,48Base 121Tabella 17. Frequenze (%) alla Domanda 24: con<strong>di</strong>visione modalità <strong>di</strong> utilizzo dei simboli del pensiero.Soprattutto dal focus group, o dalla lettura delle risposte alla domanda aperta (“Qualisuggerimenti daresti in merito ai descrittori del pensiero?”, domanda 26) emerge una grandevariabilità nelle risposte. Emerge soprattutto una richiesta esplicita <strong>di</strong> una maggiorepartecipazione del gruppo alla definizione del contesto operativo (“dare maggiore libertà neidescrittori: ad esempio lasciare che il gruppo possa decidere i descrittori che ritiene utili,ma poi deve esservi vincolato”, “ampliare la scelta dei descrittori”, “avere la possibilità <strong>di</strong>creare descrittori personalizzati”). In questo caso specifico è particolarmente evidentel’esigenza <strong>di</strong> una negoziazione all’interno della comunità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo sulla terminologia daadottare (“bisogna con<strong>di</strong>videre la terminologia scelta e chiarire il suo significato. Risulta<strong>di</strong>fficile utilizzare una struttura rigida delle funzioni del pensiero e della comunicazione”) èinfatti ben presente, nei corsisti, il rischio <strong>di</strong> un loro uso improprio (“sono troppo rigi<strong>di</strong> sirischia <strong>di</strong> non sapere quale usare con conseguente per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coerenza nella <strong>di</strong>scussione”).Compare esplicitamente l’idea che “la creatività del lavoro collaborativo sia impossibile daregimare in frasi confezionate anche se solo nell’incipit e che gli interventi non possano, secomplessi, essere forzati in pochi simboli” o che si incorra nel “rischio <strong>di</strong> un vincolocomunicativo […] poco adatto alla cultura latina”.
L’indagine empirica e le verifiche sul campo 161Alcuni ne hanno sottolineato in termini perentori l’inutilità (“Assolutamente inutili, <strong>di</strong> fatto,quin<strong>di</strong>: abolirli”, “Li ho ritenuti una sovrastruttura poco utile e limitativa. Un corretto usodell’oggetto del messaggio li rende inutili”), ed altri collegano l’efficacia alla comprensionedello strumento in generale (“aiutano quando si padroneggia la piattaforma”), o ad unaspecifica formazione dei partecipanti al loro utilizzo (“sarebbe necessario far capire a cosasono utili. Ampliarne la gamma, renderli più chiari a tutti, magari con una legenda”, “farconoscere ai gruppi l’importanza dei descrittori e della loro funzione <strong>di</strong> facilitazionecomunicativa nella fase collaborativa fra i partecipanti”, “sarebbe opportuna una puntualeillustrazione del senso e dell’uso dei descrittori”, “sicuramente, inviterei i tutor adevidenziarne e sollecitarne un uso significativo ed adeguato”). Sul motivo per cui utilizzarlile opinioni non sono molto concor<strong>di</strong>. Anche la domanda 25 (“A cosa ritieni siano serviti neltuo gruppo i descrittori del pensiero?”) evidenzi una certa variabilità nell’attribuzione dellefunzioni per questo strumento e, senz’altro, solo una minima parte (10,08%) con<strong>di</strong>vide lefinalità previste dai progettisti ovvero quelle <strong>di</strong> favorire la riflessione in<strong>di</strong>viduale e lametariflessione (ve<strong>di</strong> tabella sotto).Riflessione in<strong>di</strong>vidualeStimolare la lettura agli altriAlla coerenza del messaggio con l’argomentoA niente in particolareSono stati controproducentiBase 12110,0831,9337,8218,491,68Tabella 18. Frequenze (%) alla Domanda 25: a cosa sono serviti i simboli del pensiero.Le risposte aperte consentono <strong>di</strong> comprendere meglio il fatto che, in generale, sonosottolineati una varietà <strong>di</strong> aspetti <strong>di</strong>versi da quelli per cui, originariamente, nascono 72 : adesempio in funzione <strong>di</strong> invito alla lettura, una sorta <strong>di</strong> “anticipatore” del contenuto delmessaggio (“sono molto utili a stimolare la lettura dei messaggi perchè introducono ilmessaggio e ne danno conferma”) o in funzione <strong>di</strong> brainstorming (“assimilarli al gioco deisei cappelli per pensare”).Uno dei limiti <strong>di</strong> Synergeia, rispetto ad esempio, al ben più noto Knowledge forum, è il fattoche in questo caso i descrittori possono essere attribuiti solo in rapporto uno a uno con ilmessaggio, ovvero ogni simbolo dovrebbe essere in grado <strong>di</strong> rappresentare l’interomessaggio. Questo problema è stato evidenziato da alcuni corsisti: “il problema è che in unarisposta ci sono molteplici connotazioni....” e ancora “maggiore flessibilità/adattabilità deldescrittore alle eventuali necessità comunicative che possono presentarsi al momento:talvolta abbiamo trovato <strong>di</strong>fficoltà a ricercare il descrittore corrispondente al tipo <strong>di</strong>messaggio che intendevamo formulare, per cui abbiamo dovuto sceglierlo sulla base dellamaggiore affinità”, “dovrebbero essere più coerenti con le azioni da correlare”, “…spessonon adeguati alle intenzioni. Per esempio, un intervento può essere allo stesso tempo <strong>di</strong>critica, <strong>di</strong> sintesi, <strong>di</strong> informazione, <strong>di</strong> approvazione ecc., in tal caso una scelta obbligata deldescrittore potrebbe non corrispondere alle esigenze <strong>di</strong> chi posta l’intervento”.Nel manuale del “pari valutatore”, un documento elaborato da un gruppo <strong>di</strong> corsisti aventi lefunzioni <strong>di</strong> rewiever, si conferma l’esigenza <strong>di</strong> “un numero maggiore <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong>descrittori del pensiero e <strong>di</strong> incipit (le frasi preimpostate proposte per ogni descrittore)” e siavanzano anche dei suggerimenti volti al miglioramento delle funzionalità della piattaforma:si potrebbe aggiungerne <strong>di</strong> poco impegnative [categorie], tali da poter poi essere eliminate,quando si va a valutare la significatività <strong>degli</strong> interventi. Utile sarebbe anche obbligare ascrivere in accodamento all’incipit prescelto o <strong>di</strong> default e forzare alla rilettura del messaggio72 Cfr. p. 116
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