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Teorie, modelli e artefatti per la costruzione sociale e contestuale della conoscenza 45La rielaborazione del modello proposta da Engeström (1987, 1993, 1995, 1999) amplia laprospettiva integrando al soggetto, in quanto mosso da un’intenzione o motivato allasoluzione <strong>di</strong> un problema (oggetto), e alla presenza <strong>degli</strong> strumenti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione (giàpresenti nel precedente quadro), anche gli apporti forniti dal contesto inteso principalmentecome: gli altri (comunità), le convenzioni (regole) e gli strati sociali (<strong>di</strong>visione del lavoro).Questo modello caratterizza l’attività come un vero insieme sistemico in cui tutti gli elementiconsiderati sono fra loro in relazione.Artefatto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azioneSoggettoOggettoRegoleDivisione del lavoroComunitàFigura 4. Il triangolo <strong>di</strong> base esteso (dopo Engeström, 1987) ad includere gli altri soggetti (comunità),le regole sociali (regole) e la <strong>di</strong>visione del lavoro tra il soggetto e gli altri(rielaborato da Engeström, 1987, p.37)In questa prospettiva il soggetto <strong>di</strong> un’attività può essere rappresentato sia dall’in<strong>di</strong>viduo, siada un’unità più ampia (gruppo), che utilizza un qualche strumento per sod<strong>di</strong>sfare le proprieesigenze e le cui azioni costituiscono il focus per l’analisi. L’oggetto è ciò verso cui si <strong>di</strong>rigel’attività: può quin<strong>di</strong> essere il materiale o lo spazio problematico nel quale l’attività si muovee che è trasformato in risultati con la me<strong>di</strong>azioni <strong>di</strong> strumenti e artefatti fisici e simbolici.Differenti attori possono avere punti <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>fferenti circa l’oggetto dell’attività, nonchémotivi <strong>di</strong>ssimili per partecipare. È necessario precisare che l’oggetto ha un significato<strong>di</strong>fferente da quello del risultato finale; in alcune visualizzazioni gli esiti (outcome) sono,infatti, collocati esternamente sulla destra dell’oggetto (cfr. Figura 6). Gli artefatti, ostrumenti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione, sono tutti quei mezzi che il soggetto ha a <strong>di</strong>sposizione per influiresull’oggetto in modo da sod<strong>di</strong>sfare le proprie esigenze. La “comunità” <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>attività comprende numerosi in<strong>di</strong>vidui o sottogruppi che, con<strong>di</strong>videndo gli stessi oggettigenerali, sono organizzati da regole e attraverso la <strong>di</strong>visione del lavoro. Per <strong>di</strong>visione dellavoro si intende sia la <strong>di</strong>visione orizzontale dei compiti tra i membri <strong>di</strong> una comunità chequella verticale in base allo status e al potere. Nella <strong>di</strong>visione del lavoro è quin<strong>di</strong> anchespecificato il <strong>di</strong>fferente “potere” dei membri <strong>di</strong> una comunità nel definire ed influenzarel’oggetto dell’attività. Tale <strong>di</strong>visione, all’interno della comunità, può agire sia a livelloorizzontale (ad esempio i membri <strong>di</strong> uguale status hanno però <strong>di</strong>fferenti compiti) sia a livelloverticale (ad esempio ai membri <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente status spettano responsabilità <strong>di</strong>verse). Infinecon regole si intendono tutte quelle norme e convenzioni esplicite, ma anche spessoimplicite, che guidano e vincolano le azioni e le interazioni all’interno <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>attività.La rappresentazione grafica del modello si presta a molteplici letture. Isolando due <strong>di</strong>fferentitriangoli, come nella figura sotto riportata, è possibile ad esempio <strong>di</strong>stinguere tra lecaratteristiche che accomunano gli umani ad altri primati (le linee continue che collegano imembri in<strong>di</strong>viduali della specie con la loro comunità e l’ambiente naturale ed artificiale) daquelle specifiche dell’uomo (linea <strong>di</strong>scontinua: emergenza <strong>degli</strong> artefatti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione, dellepratiche tra<strong>di</strong>zionali collettive e della <strong>di</strong>visione del lavoro).