Vol.XXXVII, Suppl. 1 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia
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appLicaZioni cLinichE<br />
dEi fattori <strong>di</strong> crEscita<br />
nELLE LEsioni trauMatichE<br />
ossEE E cartiLaginEE:<br />
EspEriEnZa con LE BMps<br />
clinical applications of growth factors<br />
in bone and cartilage injuries:<br />
experience with BMps<br />
riassunto<br />
Il trattamento delle fratture esposte o dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> consolidazione<br />
continua ad esser gravato da una elevata percentuale<br />
<strong>di</strong> fallimenti e <strong>di</strong>sabilità da parte dei pazienti. Diversi Autori<br />
hanno utilizzato le bone morphogenetic proteins (BMP) per il<br />
trattamento <strong>di</strong> queste lesioni. Le BMP stimolano il processo <strong>di</strong><br />
rigenerazione ossea me<strong>di</strong>ante la chemiotassi <strong>di</strong> cellule che si <strong>di</strong>fferenziano<br />
verso la linea osteocitaria a livello della sede <strong>di</strong> applicazione.<br />
La FDA ha approvato l’utilizzo delle BMP in 2 casi:<br />
fratture esposte <strong>di</strong> tibia sintetizzate con chiodo endomidollare e<br />
pseudoartrosi delle ossa lunghe. Nonostante queste limitazioni<br />
sono stati testati nuovi campi <strong>di</strong> applicazione. Sebbene non è<br />
stata definitivamente <strong>di</strong>mostrata l’efficacia clinica in questi casi,<br />
l’utilizzo delle BMP deve essere valutato alla luce del loro alto<br />
costo. Questa review descrive in modo sintetico le evidenze in<br />
letteratura sulle BMP per il trattamento delle fratture esposte ed i<br />
<strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> consolidazione.<br />
parole chiave: bone morphogenetic protein (BMP), rigenerazione<br />
ossea, frattura esposta, pseudoartrosi<br />
summary<br />
The management of open fractures and delayed or non unions<br />
continue to be complicated by high rates of treatment failure and<br />
significant patient <strong>di</strong>sability and <strong>di</strong>ssatisfaction. The use of bone<br />
morphogenetic proteins (BMPs) in the treatment of these injuries<br />
has been assessed by several authors. BMPs induce the process<br />
of bone healing by recruiting bone-forming cells to the area of<br />
lesion. The use of BMP currently has two FDA-approved in<strong>di</strong>cations:<br />
treatment of open tibial fractures treated with intramedullary<br />
fixation and treatment of long bone non-union. Despite this<br />
M. ronga, E. paiusco, p. chEruBino<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche Ricostruttive<br />
e Tecnologie Avanzate, Università dell’Insubria, Varese<br />
In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza:<br />
Mario Ronga<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche Ricostruttive<br />
e Tecnologie Avanzate, Università dell’Insubria,<br />
Ospedale <strong>di</strong> Circolo<br />
Viale L. Borri 57, 21100 Varese<br />
Tel. +39 0332 278 824 - Fax +39 0332 278 825<br />
E-mail: mario.ronga@uninsubria.it<br />
agosto2011;37(suppl.1):139-144 s139<br />
limited target, off-label BMP use continues to push the envelope<br />
for new applications. Although definitively does not proven to be<br />
clinically successful in these fields, BMP use must be balanced<br />
with the large costs associated with their application. This review<br />
describe the current evidence for the use of BMPs in open<br />
fractures and non-union.<br />
Key words: bone morphogenetic protein (BMP), fracture healing,<br />
open fracture, nonunion<br />
introduZionE<br />
La sequenza delle <strong>di</strong>verse fasi biologiche che conducono<br />
alla riparazione ossea è oggetto <strong>di</strong> ricerche da circa 40<br />
anni non solo in campo ortope<strong>di</strong>co. Nel 1965 la scoperta<br />
<strong>di</strong> Urist delle capacità osteoinduttive della matrice ossea<br />
demineralizzata ha focalizzato l’attenzione sul ruolo dei<br />
fattori <strong>di</strong> crescita in essa presenti 1 . Negli anni seguenti<br />
sono state identificate più <strong>di</strong> 15 proteine osteogeniche o<br />
bone morphogenetic proteins (BMP) ognuna delle quali<br />
svolge una determinata azione agonista e/o antagonista<br />
sui <strong>di</strong>versi passaggi del processo <strong>di</strong> formazione del callo<br />
osseo 2 . Nonostante le capacità rigenerative del tessuto<br />
osseo, alcuni fattori possono <strong>di</strong>minuirne l’efficacia: età<br />
del paziente, tipo e sede <strong>di</strong> frattura, stabilità della osteosintesi,<br />
infezione, fumo, ecc. 3 4 La percentuale <strong>di</strong> pseudoartrosi<br />
(PSA) è <strong>di</strong> circa il 10% <strong>di</strong> tutte le fratture e del 50%<br />
solo per le fratture esposte <strong>di</strong> tibia 5 . Da un punto <strong>di</strong> vista<br />
sociale ciò si traduce in alti costi <strong>di</strong> gestione per il sistema<br />
sanitario nazionale, incapacità a riprendere la propria<br />
attività lavorativa e sportiva, ecc. Negli Stati Uniti il costo<br />
globale del trattamento dei <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> consolidazione è <strong>di</strong><br />
circa 14,6 milioni <strong>di</strong> dollari all’anno 6 .<br />
In passato le <strong>di</strong>verse strategie terapeutiche per il trattamento<br />
<strong>di</strong> queste complicazioni si basavano sull’utilizzo <strong>di</strong><br />
autotrapianti, allotrapianti e xenotrapianti ossei 7 8 . L’autotrapianto,<br />
in particolare prelevato dalla cresta iliaca,<br />
è da tempo considerato la prima scelta grazie alle tre<br />
proprietà necessarie per la formazione <strong>di</strong> osso: osteogenica<br />
(abilità a formare osso), osteoconduttiva (conduce e<br />
sostiene la formazione <strong>di</strong> osso), osteoinduttiva (stimola la<br />
formazione <strong>di</strong> osso). I limiti dell’autotrapianto risiedono<br />
nella limitata <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> tessuto e nella morbi<strong>di</strong>tà del<br />
sito donatore. La percentuale <strong>di</strong> dolore a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 24<br />
mesi dall’intervento varia dal 18-24% 9 . Possibili complicazioni<br />
legate al prelievo sono: ernie, lesioni vascolari e<br />
nervose, fratture dell’ala iliaca, infezioni, ematomi 10 . Il<br />
rischio <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> patologie infettive, la ridotta resistenza<br />
agli stress meccanici e la scarsa compatibilità con<br />
l’ospite sono fattori limitanti l’utilizzo degli allotrapianti e<br />
gli xenotrapianti 2 .<br />
Diversi Autori hanno sottolineato come la concentrazione<br />
dei fattori <strong>di</strong> crescita ed in particolare delle BMP rappresenti<br />
una delle chiavi per il successo del trattamento 2 7 10 .<br />
Grazie a tecniche <strong>di</strong> biologia molecolare oggi si possono<br />
ottenere alte concentrazione <strong>di</strong> singoli fattori <strong>di</strong> crescita 2 .